Connect with us

Esteri

Cuba: la finta rivolta preparata a tavolino, poi Sudafrica, Etiopia, Afghanistan

Situazione in varie aree di crisi nel mondo, la finta rivolta a Cuba, pompata dai media, Etiopia continua la guerra nel Tigray, Sudafrica devastato da saccheggi e violenza, Afghanistan, la vergognosa assenza del governo al rientro del contingente italiano.

Avatar photo

Published

on

Il Sudafrica devastato dalle rivolte e dai saccheggi

Di Stefano Orsi

Aree di crisi nel mondo n. 76 del 17-7-2021

Repubblica del SudAfrica

Rivolte della popolazione sono iniziate anche in Sud Africa, la causa scatenante o occasionale è stato l’arresto dell’ex Presidente Zuma

L’arresto di Zuma non è la sola causa che ha scatenato le rivolte, le difficoltà economiche di gran parte della popolazione sono state peggiorate dalle misure contro la pandemia, e non attendevano che una scintilla per vedere divampare le fiamme dei saccheggi, perchè più che proteste contro un arresto di un politico importante si ma con una lunga carriera di processi alle spalle a cominciare dalle sue dimissioni forzate dalla carica di vicepresidente, dall’allora presidente Mbeki.

Da allora anche durante l’incarico di Presidente ha collezionato più di 700 capi di imputazione compreso uno per stupro da cui venne assolto.

No, la causa non è solamente il peso politico di quest’uomo nel Paese e all’interno dell’AFC il suo partito, la causa è nella mancata promessa di togliere dalla povertà la popolazione di colore, di darle la chance di uscire dai ghetti dove prima erano tenuti dai bianchi e oggi dal capitalismo.

L’AFC ha mancato nell’applicare i principi base del socialismo, non ha lottato contro la povertà e il caso Zuma spiega bene come mai non lo abbia fatto.

Zuma fu a capo per molti anni dei servizi segreti dell’AFC durante gli anni della clandestinità e la guerra, ha avuto modo di conoscere i segreti di molti capi influenti dell’AFC e con questi ha fatto carriera e si è mantenuto a galla nonostante gli scandali e le accuse.

L’ordine di carcerazione è stato emesso il 29 giugno e lui si è consegnato il 7.

Forse le iniziali proteste erano davvero organizzate dai suoi sostenitori, ma presto gran parte dei poveri ha visto la possibilità di saccheggiare le città, i supermercati, i centri commerciali, i negozi di lusso e non, le case dei quartieri benestanti.

In alcuni casi documentati anche diversi agenti di polizia sono stati filmati a partecipare ai saccheggi, in diversi quartieri i residenti, bianchi e di colore, si sono organizzati e hanno difeso le loro abitazioni assieme, fianco a fianco e senza andare molto per le spicce.

Finora questo Paese, guidato da Cyril Ramaphosa non è riuscito a trovare una strategia per fermare il disastro che potete vedere nelle immagini che sembrano uscite da un film distopico post apocalisse zombie.

L’esercito è intervenuto nel pomeriggio del 13, iniziando a schierare delle unità nelle principali città, il loro arrivo è subito stato immortalato in numerosi video.

Il governo ha dichiarato che verranno dispiegati 26.000 soldati con il più grande impiego di truppe dai tempi delle guerre interne a causa del regime.

Un comunicato ufficiale dell’esercito riporta la mobilitazione dei riservisti.

Il 14 c.m. sono quindi iniziati i dispiegamenti di numerosi reparti dell’esercito ma la situazione non appare migliorata di molto, le scelte per le forze armate è quella di aprire il fuoco sulla popolazione o restare a guardare.

Il punto è che durante questi sciacallaggi, nessuna ditta consegna cibo e anche i convogli scortati sono stati attaccati, le persone che non partecipano si trovano inevitabilmente private di ogni risorsa da questi folli criminali.

Anche se spinti da disperazione, non si deve mai cadere nella facile via della rapina o del furto, in quanto non si fa solo un torto ai proprietari ma a tutti coloro che devono poi restare privi di ogni risorsa primaria e non possono approvvigionarsi altrimenti.

Afghanistan

L’ambasciata francese in AF. ha invitato tutti i cittadini a lasciare il Paese, il prima possibile, stanno infatti organizzando voli speciali a partire dal 17 cm.

Il ritiro delle truppe USA ha già raggiunto il 95% degli effettivi, altro che 31 agosto.

Il giorno 13-7-21 a Dushambe, durante il congresso dei ministri degli esteri dello SCO, si sono incontrati per un colloquio i ministri Lavrov per la Russia e il suo omologo afghano Mohammad Hanif Atmar immagino che il tema dell’incontro non abbia riguardato il clima tagiko.

Nel frattempo, il Turkmenistan, come già ha fatto l’Iran, inizia a dispiegare truppe e mezzi al confine con l’Afghanistan.

Un’altra zona di confine tra Afghanistan e Pakistan passa sotto il controllo talebano, la bandiera bianca con la Shahada sventola su Boldak.

Quasi la totalità dei valichi di confine del Paese sono sotto il controllo degli studenti di Dio.

Ho saputo che il giorno 4 di luglio è rientrata la Bandiera di guerra del 186° Folgore, ultimo contingente italiano che ha lasciato il Paese, arrivato a bordo di un C130 con l’ultimo ufficiale a salire a bordo che è stato il generale Beniamino Vergori, che prima di salire a bordo si è assicurato che tutti i suoi soldati fossero al sicuro.

Lo scandalo è che al loro arrivo in Italia, non abbiano trovato nessuno del governo ad attenderli, ultimo contingente a lasciare l’Afghanistan dopo una missione durata 20 anni, l’arrivo di una Bandiera di guerra, non è un fatto da poco, indica il termine di una missione, che è stata compiuta al meglio delle loro capacità e su indicazione di tutti i governi che si sono succeduti.

Doveva esserci qualcuno a riceverli.

54 morti ed oltre 750 feriti è il conto pagato dai nostri soldati in questi anni. Hanno lasciato Herat ormai quasi circondata dai Talebani, una missione NATO del tutto inutile e di occupazione di un Paese, che non ha risolto un solo problema del Paese ed era chiaro fin da subito nella sua inutilità.

Ma non è certo colpa dei nostri soldati, non chiesero loro di andare, obbedirono agli ordini della politica, la stessa che ora non sa nemmeno dirgli un grazie per quanto hanno fatto e con onore aggiungo.

Anche da questi aspetti si percepisce la pochezza umana di chi ci sta governando.

Martino, Parisi, La Russa, Di Paola, Mauro, Pinotti, Trenta e Guerini, almeno chiedessero perdono per questi 20 anni di speco di soldi nostri e di vite di nostri soldati, oltre che , temo di civili Afghani. Quanto al presente Ministro GUERINI, sarebbe proprio il caso di pensare seriamente alle sue responsabilità e a rivalutare la cultura e civiltà delle DIMISSIONI, ma da un montiano prima, renziano poi , rinnegato in seguito, cosa mai ci si potrà aspettare?

Nel frattempo oggi, sabato 17 luglio, due delegazioni si incontrano a Doha in Uzbekistan, si tratta della delegazione del governo di Kabul e di quella dei Talebani, è evidente che qualcuno nella capitale pensa già a aprirsi una via di fuga garantita in cambio della capitolazione.

Repubblica Popolare Cinese

I lavori sulla nuova portaerei interamente cinese, dalla progettazione alla costruzione, e a propulsione convenzionale, stanno procedendo con grande velocità, potrebbero addirittura terminare entro l’anno.

La Tipo 003 sarà molto simile anche per stazza alle più moderne classi di portaerei americane, rappresenta la prova generale per la Tipo 004 anch’essa in costruzione che sarà oltre le 100.000 tonnellate e a propulsione nucleare.

Etiopia

La controffensiva tigrina con le sue TDF Tigray Defense Forces, sta procedendo spedita, dapprima sono riusciti a liberare alcune città come Axum e Shire, poi hanno puntato direttamente verso la presidiatissima capitale Mekellé, nel giro di due giorni sono riusciti a liberarla, e hanno fatto circa 10.000 prigionieri, prendendo oltretutto possesso di enormi quantitativi di materiale bellico e di mezzi dell’esercito etiope.

L’esercito etiope al momento è allo sbando e si sono ritirati a sud.

Il presidente Aby Ali ha proclamato un cessate il fuoco unilaterale per nascondere la disfatta vendendola come decisione di ritiro, ma le immagini delle migliaia di prigionieri ci raccontano ben altro.

In questa settimana le truppe tigrine sono scese a sud e hanno liberato altre città, Beir Atta, Korem, Alamata, sono state liberate l’11, il 12 ed il 13, segno che la marcia è stata decisamente spedita.

Nel frattempo hanno fatto altre migliaia di prigionieri etiopi, circa 5.000.

l’offensiva si è anche rivolta al fronte più a ovest liberando Mai Aini, Maytsebri, Maytsem’re.

In quest’ultimo settore si sente già la pressione da sud delle milizie Amhara, che si stanno unendo alla guerra con l’esercito etiope e premono sulle forze tigrine.

Da molti anni infatti esiste una contesa su questi territori di confine tra le due regioni che anche in passato hanno causato molti scontri armati.

Più a nord, le truppe eritree intervenute a sostegno di Aby Ali occupando alcuni settori della regione, starebbero iniziando un ritiro, ma non senza depredare le popolazioni locali dei loro averi più preziosi, principalmente bestiame, pecore, capre e muli, necessari per il sostentamento della popolazione.

Aby Ali oltretutto non pare in grado di mobilitare oltre le forze dell’esercito, ha richiamato le già citate milizie Amhara e anche quelle della regione degli Oromo, ma proprio in questa popolosissima regione, sono nati da mesi alcuni scontri violenti che si sono spinti fino a 60 Km dalla capitale Addis Abeba, pertanto il dittatorello premio Nobel per la pace, non può mobilitare più di tante forze da spostare nel Tigray.

Nel frattempo il regime ha reso noto il risultato delle elezioni farsa indette quasi un anno oltre i termini di legge e solo in alcune zone del Paese, un plebiscito a suo favore con oltre il 95% di voti a lui favorevoli, cose da far sembrare Menghistu un principiante delle falsificazioni.

Naturalmente nessun organo di stampa occidentale avanza dubbi su questi risultati degni dei Fratelli Marx.

Repubblica di Cuba

Quasi in contemporanea con il SudAfrica, si sono verificate alcune manifestazioni a Cuba, in generale sono giustificate data la situazione di difficoltà in cui anche la Isla Grande si è venuta a trovare.

Va chiaramente tenuto conto dell’azzeramento del turismo durante tutto il periodo della pandemia, che ha visto ridursi al lumicino gli arrivi

https://twitter.com/BenjaminNorton/status/1414591175399514115?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1414591175399514115%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.lantidiplomatico.it%2Fdettnews-e_a_miami_ma_la_spacciano_per_manifestazione_a_cuba_ecco_chi_diffonde_impunemente_fake_news%2F8_42297%2F

Nel tweet qui sopra si vede come alcuni attenti osservatori della stampa made in USA si fossero subito accorti che le immagini di manifestazioni in numero consistente, fossero state prese principalmente da due risorse, le manifestazioni a Miami, in Little Avana, noto covo di esuli anticastristi, e criminali cacciati da Cuba anni fa, o addirittura pescate da manifestazioni a FAVORE del governo socialista di Cuba e della Rivoluzione.

Come mai questo?

Eppure le manifestazioni ci sono state, spesso violente, ma erano molti i manifestanti? In genere no, poche centinaia al massimo nelle più numerose, in altre hanno cercato di compensare con la violenza alla loro esiguità numerica.

Perché quindi tanta risonanza mediatica?

Perché recentemente l’Assemblea dell’ONU ha votato una risoluzione che chiede che venga tolto l’embargo USA contro Cuba, e lo ha fatto con una maggioranza schiacciante, 184 a due e tre astenuti.

Qui posto il link dove si può leggere il documento ufficiale, è molto interessante osservare quante altre risoluzioni analoghe l’ONU abbia approvato e tutte siano state totalmente ignorate dagli USA, anzi Obama, il premio Nobel per la pace sulla fiducia mal riposta, fu artefice di un pesantissimo inasprimento delle misure contro Cuba, che ne aumentarono molto i disagi e sofferenza nella popolazione.

https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N21/167/86/pdf/N2116786.pdf?OpenElement

L’amministrazione Biden, prosecutore delle stesse politiche di Trump, ha votato naturalmente contro.

Era quindi necessario dimostrare che il governo cubano usasse la mano forte contro il suo popolo, ma non è andata bene a Biden.

Gli USA ritenevano anche che, dato il recente cambio ai vertici del Paese, non più guidato da un Castro ma dal nuovo presidente Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez , spero di non averne dimenticati, il governo sarebbe stato meno accorto nel trattare con i manifestanti, naturalmente Washington ha avuto torto, l’esperienza pluriennale del Venezuela nel gestire le manifestazioni di queste sparute minoranze violente.

Sebbene molto spalleggiati dagli USA, non godono dell’appoggio popolare, solo dei media, che parlano con estrema facilità di migliaia o decine di migliaia perfino centinaia di migliaia di dimostranti, ma l’esperienza maturata di recente con la Bielorussia, mi ha permesso di valutare con grande precisione dalle poche immagini disponibili , quanti siano realmente i manifestanti e il reale appoggio nel Paese di una sedicente opposizione.

Il supporto alla Tikhanoskaya ad esempio è assolutamente consono al risultato elettorale ottenuto nel voto, idem per le opposizioni in Venezuela, Guadò per esempio non ha nemmeno il supporto dei partiti di opposizione e nel suo tentativo di golpe riuscì a comprare una trentina di soldati in tutto che poi chiesero di tornare in patria perchè non li pagavano più.

In Russia il ridicolo Navalny non ha mai mobilitato più di 7-8000 persone a Mosca e meno ancora a San Pietroburgo, solo per i media occidentali riuscivano a muovere decine di migliaia di persone, nella maggiore manifestazione in Bielorussia , per esempio, confluirono a Minsk non più di 35.000 persone da tutto il Paese, in una città di milioni di abitanti, cifre risibili, eppure a leggere i nostri giornali erano centinaia di migliaia.

Stessa cosa accadde per piazza Maidan in Ucraina, dove si celebrò un golpe compiuto da poche migliaia di dimostranti come se fosse una ricolta di un popolo intero.

Ora ci troviamo di fronte alla medesima strategia, si spacciano pochi manifestanti per adunate oceaniche, ma basta guardare i video delle une e confrontarle con una improvvisata risposta spontanea della popolazione a favore del governo per comprendere gli ordini di grandezza, l’adunata oceanica c’è stata ma a favore della Rivoluzione socialista e non contro.