Mettiti in comunicazione con noi

Economia & lavoro

Le Imprese del Settore Chimico-Farmaceutico nei Paesi OCSE

L’OCSE calcola il numero delle imprese del settore chimico-farmaceutico. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2005 ed il 2022.

Pubblicato

su

Sono cresciute in media del 15,92% nel periodo tra il 2005 ed il 2022.

L’OCSE calcola il numero delle imprese del settore chimico-farmaceutico. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2005 ed il 2022.

Imprese chimiche-farmaceutiche nel 2022. La Francia, l’Italia, la Germania e la Spagna guidano la classifica con oltre 3.000 stabilimenti ciascuna. La maggior parte dei paesi ha un numero di stabilimenti molto inferiore, con una mediana di 663. Infatti, esclusi i primi cinque paesi, la distribuzione si sposta verso valori più bassi, con la maggior parte dei paesi con meno di 1.000 stabilimenti. Questa analisi mette in evidenza una concentrazione di stabilimenti chimici e farmaceutici in pochi paesi, con la maggior parte dei paesi OCSE che ne hanno un numero significativamente inferiore. Per quantificare ulteriormente la concentrazione degli stabilimenti, possiamo calcolare la percentuale di stabilimenti nei primi cinque paesi rispetto al totale. Inoltre, possiamo calcolare il rapporto tra il numero di stabilimenti nel paese con il maggior numero di stabilimenti (Francia) e il numero di stabilimenti nel paese con il minor numero di stabilimenti (Lussemburgo). I dati del 2022 indicano una notevole variazione nel numero di stabilimenti chimici e farmaceutici tra i paesi OCSE. La Francia, l’Italia, la Germania e la Spagna guidano la classifica con oltre 3.000 stabilimenti ciascuna. La maggior parte dei paesi ha un numero di stabilimenti molto inferiore, con una mediana di 663. Infatti, esclusi i primi cinque paesi, la distribuzione si sposta verso valori più bassi, con la maggior parte dei paesi con meno di 1.000 stabilimenti. Questa analisi mette in evidenza una concentrazione di stabilimenti chimici e farmaceutici in pochi paesi, con la maggior parte dei paesi OCSE che ne hanno un numero significativamente inferiore. Inoltre, l’analisi quantitativa rivela che i primi cinque paesi (Francia, Italia, Germania, Spagna e Polonia) rappresentano il 54,89% di tutti gli stabilimenti chimici e farmaceutici nei paesi OCSE. Il rapporto tra il numero di stabilimenti nel paese con il maggior numero di stabilimenti (Francia) e quello con il minor numero (Lussemburgo) è di 254,33. Questa concentrazione dell’industria in pochi paesi selezionati solleva interrogativi sulle dinamiche del mercato, sulle economie di scala e sulle potenziali barriere all’ingresso per i nuovi operatori nei paesi con un numero inferiore di stabilimenti.

Come si può vedere nel grafico a torta “Distribuzione degli stabilimenti chimici e farmaceutici”, e nei due istogrammi “Distribuzione degli stabilimenti chimici e farmaceutici (Tutti i paesi)” e “Distribuzione degli stabilimenti chimici e farmaceutici (Esclusi i primi 5)”, c’è un’ampia gamma nella distribuzione del numero di stabilimenti nei paesi OCSE. Pochi paesi hanno un numero elevato di stabilimenti, mentre la maggior parte ne ha un numero molto inferiore.

Imprese chimiche-farmaceutiche nei paesi OCSE tra il 2005 ed il 2022.  L’analisi dei dati relativi alle imprese chimiche-farmaceutiche nei paesi europei tra il 2005 e il 2022 rivela tendenze significative e variazioni notevoli, sia in termini assoluti che percentuali. Queste variazioni riflettono le dinamiche economiche, politiche e di innovazione che hanno influenzato il settore in ciascun paese. Austria ha visto un aumento del 72,41% nel numero di imprese, passando da 435 a 750 aziende, con una variazione assoluta di 315. Questo incremento può essere attribuito a politiche governative favorevoli, investimenti in ricerca e sviluppo e un ambiente economico stabile che ha facilitato la crescita del settore chimico-farmaceutico. Costa Rica, sebbene non sia un paese europeo, ha mostrato un aumento del 34,58%, con un incremento di 102 imprese, passando da 295 a 397. Questo riflette probabilmente un crescente interesse internazionale verso il paese come hub di produzione farmaceutica e un miglioramento delle infrastrutture e delle politiche industriali. Czechia ha registrato un aumento del 19,02%, con un incremento di 310 imprese, portando il totale da 1.630 a 1.940. Questo dato indica una crescita moderata ma costante, sostenuta da investimenti esteri e una base di ricerca robusta. Danimarca ha visto una crescita del 21,69%, passando da 355 a 432 imprese, con una variazione assoluta di 77. La Danimarca è nota per la sua eccellenza nel settore biotecnologico, e questo incremento riflette l’espansione continua di questo sotto-settore. Estonia ha avuto una crescita notevole del 70,21%, con un incremento di 66 imprese, portando il totale da 94 a 160. Questo dato evidenzia il rapido sviluppo del settore chimico-farmaceutico in un paese piccolo ma dinamico, che ha beneficiato di politiche di sviluppo economico favorevoli. Francia, uno dei leader del settore, ha visto un aumento del 20,66%, con un incremento di 784 imprese, passando da 3.794 a 4.578. Questo dato riflette la continua espansione e l’innovazione nel settore farmaceutico francese, supportata da un robusto sistema di ricerca e sviluppo. Ungheria ha mostrato una crescita modesta del 5,51%, con un incremento di 41 imprese, passando da 744 a 785. Sebbene la crescita sia stata limitata, l’Ungheria mantiene una presenza significativa nel settore chimico-farmaceutico, sostenuta da una solida base manifatturiera. Italia è l’unico paese in cui si è registrata una diminuzione significativa, con una riduzione del 22,01%, passando da 5.561 a 4.337 imprese, una variazione assoluta di -1.224. Questa riduzione può essere attribuita a vari fattori, tra cui la crisi economica, cambiamenti normativi e la delocalizzazione di alcune attività produttive verso paesi con costi inferiori. Lettonia ha visto un’impressionante crescita del 102,16%, con un incremento di 142 imprese, passando da 139 a 281. Questo riflette un notevole sviluppo del settore, favorito da politiche di incentivazione economica e investimenti in innovazione. Lituania ha registrato un incremento ancora maggiore, del 110,62%, con un aumento di 125 imprese, passando da 113 a 238. Come la Lettonia, anche la Lituania ha beneficiato di politiche favorevoli e di una crescente attrazione di investimenti esteri. Lussemburgo ha visto un modesto incremento del 28,57%, con un aumento di 4 imprese, passando da 14 a 18. Pur essendo un piccolo paese, Lussemburgo continua a mantenere un ambiente favorevole per le imprese chimiche-farmaceutiche. Paesi Bassi hanno mostrato una delle crescite più significative, con un incremento del 108,86%, passando da 734 a 1.533 imprese, una variazione assoluta di 799. Questo dato sottolinea il ruolo crescente dei Paesi Bassi come centro di eccellenza nel settore, grazie a politiche innovative e a una forte infrastruttura di ricerca. Polonia ha visto una crescita del 56,54%, con un incremento di 1.223 imprese, passando da 2.163 a 3.386. La Polonia si sta affermando come un hub importante per l’industria chimico-farmaceutica nell’Europa dell’Est, grazie a costi competitivi e a un ambiente favorevole agli investimenti. Portogallo ha registrato una crescita modesta del 5,14%, con un aumento di 55 imprese, passando da 1.069 a 1.124. Questo dato riflette una stabilità e una crescita lenta ma costante del settore. Slovenia ha visto una crescita del 68,39%, con un incremento di 119 imprese, passando da 174 a 293. Questo riflette un miglioramento delle infrastrutture industriali e un aumento dell’attrattività del paese per gli investimenti esteri. Bulgaria ha registrato una crescita del 25,23%, con un incremento di 162 imprese, passando da 642 a 804. Questo dato indica una continua espansione del settore, sostenuta da un ambiente economico in miglioramento e da politiche di incentivazione. Romania ha visto una leggera diminuzione del 4,59%, passando da 1.177 a 1.123 imprese, con una variazione assoluta di -54. Questo calo può essere attribuito a fattori economici e strutturali che hanno influenzato negativamente l’industria. In conclusione, i dati mostrano una varietà di tendenze nel settore chimico-farmaceutico europeo tra il 2005 e il 2022. Mentre molti paesi hanno registrato una crescita significativa, evidenziando politiche di successo e investimenti in innovazione, altri come l’Italia e la Romania hanno visto una diminuzione del numero di imprese, suggerendo la necessità di interventi per rilanciare il settore. La diversità delle variazioni riflette le diverse strategie adottate dai paesi per sviluppare e sostenere la loro industria chimico-farmaceutica.

Conclusioni. Il numero delle imprese operanti nel settore chimico-farmaceutico è cresciuto in media del 15,92% nel periodo tra il 2005 ed il 2022. I paesi nei quali le imprese del settore chimico-farmaceutico sono cresciuti sono la Lituania con 110,62%, i Paesi Bassi con 108,86%, e la Lettonia con  un valore pari a 102,16%. La Romania e l’Italia sono gli unici due paesi tra quelli considerati che hanno visto ridurre il numero delle imprese operanti nel settore chimico-farmaceutico. L’Italia è il paese che ha perso il numero più alto di imprese chimico-farmaceutiche tra il 2005 ed il 2022 con  un valore pari a -1.224 unità.

RIPRODUZIONE RISERVATA © 

Professor of Risk Management at University of Bari Aldo Moro.