Connect with us

Musica & Spettacolo

“BABILONIA” È L’ INNO ALLA PIZZICA TARANTATA CHE CURA DI CASTRIGNANÒ

Dalla terra salentina, dal profondo Sud delle terre di Puglia, si innalza un canto corale che racconta in musica e in parole la nostra contemporaneità dal titolo  “Babilonia”. Pubblicato da Ponderosamusicrecords, è il nuovo lavoro discografico di Antonio Castrignanò, affermato polistrumentista salentino. 

Avatar photo

Published

on

di Maria del Rosso

All’ album hanno collaborato :  Rocco Nigro (accordion, synth), Luigi Marra (voice, violin), Gianluca Longo (mandola), Maurizio Pellizzari (electric and acoustic guitar, saz), Giuseppe Spedicato (bass), Gianni Gelao (flute, bouzuki, italian bagpipe),  Redi Hasa (cello).  

Il nuovo viaggio musicale  è caratterizzato dalla straordinaria collaborazione di Taranta&Sounds , band composta dagli artisti appena citati, sono i musicisti che da sempre accompagnano Castrignanò sui palchi nazionali ed internazionali, in tour e in ogni progetto discografico, che donano  un tocco di originalità e autenticità in ogni lavoro artistico.

“Babilonia” potremo definirlo, il più politico e coraggioso dei nostri tempi. É l’ album che rappresenta maggiormente la maturità artistica dell’ artista, frutto di un’ attenta ricerca, di studio e di un costante confronto con altre culture e con altri musicisti che hanno plasmato fortemente l’ arte di Castrignanò e la sua visione della pizzica pizzica. Una musica che non intende restare circoscritta nel proprio territorio ma mira ad arricchirsi di nuovi suoni per creare un ponte culturale tra l’ Occidente  e l’ Oriente. L’ arte di Castrignanò   si appresta a divenire internazionale, una musica che parte dalla terra salentina per curare

l’ umanità mediante la pizzica tarantata dei nostri tempi proprio come si nota nel brano “Taranta World”, il quale inaugura il viaggio artistico di “Babilonia”.

Una musica  del Sud che si nutre della tradizione dei maestri con cui Castrignanò ha  appreso  e ha lavorato nel corso degli anni come Cici Cafaro, Uccio Aloisi, Pino Zimba,  per poi rinnovarsi nella contemporaneità dei suoni del mondo e rigenerarsi in una linfa vitale, in una nuova energia, in un nuovo canto collettivo che delinea il futuro della pizzica tarantata, una musica senza confini, che non teme contaminazioni e confronti con altre culture, e  da secoli risulta essere la vocazione del Salento, aperto all’ accoglienza e all’ integrazione tra i popoli del mondo.

Oggigiorno non esiste più il morso della tarantola che pizzica uomini  e donne ma si presenta sottoforma di altri malesseri che portano l’ umanità a vivere in uno stato di depressione  che soffocano il pianeta terra come le guerre, la pandemia, lo sfruttamento sul lavoro,

l’ emigrazione, la precarietà, la mancanza di lavoro e di prospettive per i più giovani. Tante nuove tarantole ci mordono l’ anima e l’ uomo di oggi necessita di una cura, di una medicina per rinascere a nuova vita,  per stare bene e per sentirsi felici, per credere in un mondo migliore, attento alla dignità umana, e per affermare con convinzione  che la vita è bella nonostante tutto, nonostante i drammi e le “tarantole” del nostro tempo che incrociamo nella nostra esistenza e ci mettono dinanzi alle nostre fragilità ma ci spronano a rinascere e a riscattarci proprio come  i nostri nonni hanno da sempre attinto dalla musica, l’ energia vitale. In passato dopo le lunghe giornate di lavoro  trascorse nei campi, i nostri nonni e bisnonni delle terre di Puglia, si ritrovavano nelle aie per brindare insieme con un buon calice di vino,  con canti e con danze,  per celebrare la vita.

L’  invito dell’ artista salentino è di affidarsi totalmente al potere e alla forza salvifica della musica e di attingere dal nuovo lavoro discografico  “Babilonia”, la bellezza dell’ arte e di lasciarci coinvolgere dai canti d’ amore, di lavoro, di vita che ci conducono in nuovi mondi e in nuovi luoghi, intrisi di emozioni autentiche e di canti che si ispirano a radici antiche e forti.          

L’ album è impreziosito dalla eccellente partecipazione  di artisti affermati nel panorama musicale ed internazionale.

Artisti dei nostri tempi, di differenti culture e di diverse personalità, molto forti  e di valore dal punto di vista artistico, caratterizzano brillantemente  l’ album divenendo  unico e originale, dimostrando di poter divenire un vero e proprio capolavoro che segnerà fortemente la storia della musica popolare.

Negli ultimi anni l’ arte di Antonio Castrignanò, si sta affermando sempre più nella world music europea, ottenendo riconoscimenti e stima dalla stampa estera e dai protagonisti della scena internazionale come la principessa Carolina Di Monaco e dal coreografo e dal direttore dei Ballets de Montecarlo, Jean-Christophe Maillot.

Il carismatico Antonio, originario di Calimera, paese della provincia di Lecce, è conosciuto

al grande pubblico per essere stato per tanti anni voce e tamburo de “La Notte della Taranta”, uno dei festival più importanti d’ Europa, dedicato alla musica popolare salentina.

Successivamente, Antonio ha intrapreso la carriera da solista pubblicando album di successo come Mara La Fatìa (2010), Fomenta (2014) a Aria Gaddhipulina (2018).

Durante la sua carriera artistica l’ artista  ha composto le colonne sonore del film “Nuovomondo” di Emanuele Crialese  e ha collaborato con artisti affermati come Stewart Copeland, Goran Bregovic, Ludovico Einaudi e tanti altri ancora.

Di recente, il musicista ha partecipato con la sua band allo showcase del Womex, il festival di musiche in Portogallo.

Attualmente Castrignanò, è impegnato con la promozione del nuovo album e con la preparazione del tour di quest’ anno.

Un capolavoro dei nostri tempi che sta avendo riscontri molto positivi anche dalla stampa estera proprio perché ha un respiro internazionale.

“Babilonia” è caratterizzato da un sound ricercato, curato nel dettaglio e  particolare che si alimenta della preziosa lingua salentina, ascoltandola bene, potremo definirla che è già  musicale nella sua matrice e di conseguenza risulta naturale amalgamarsi ai suoni dei Sud del mondo, dalla pizzica, che è l’ arte per eccellenza della terra salentina all’ arte degli artisti del Senegal e dell’ Africa.

Al riguardo, Castrignanò evidenzia   nel brano “Babilonia” feat Badara Seck,  dal quale nasce il nome dell’ album, l’ importanza del dialetto della propria terra, che è il simbolo distintivo di appartenenza alle proprie radici.

“Madre, comu madre è natura, lu dialettu è cultura, radìce, armonìa, poesìa e musica!”.

 La vita ci può portare lontani dalla terra natale ma non si deve mai dimenticare il luogo dove si è nati, la madre terra che ci ha donato l’ esistenza.

“(v)ane a dhu vuei ma nu te scerrare

la terra toa lu dialettu e lu mare

(v)ane a dhu vuei portate a core

la  terra toa lu dialettu e l’ amore”.

Il merito di Castrignanò feat Taranta&Sounds è di aver saputo raccontare in musica e in parole, con professionalità e con coraggio, tematiche attuali e complesse come lo sfruttamento sul lavoro in “Masseria Boncuri” con la straordinaria partecipazione di Enzo Avitabile, il quale è considerato uno degli interpreti più importanti della musica napoletana.

Il brano è ispirato alla Masseria Boncuri, uno dei luoghi di resistenza , che è divenuto nel corso del tempo il simbolo della lotta al caporalato e allo sfruttamento nelle campagne pugliesi.

“Masseria Boncuri” è conosciuta in modo particolare per una rivolta accaduta la mattina del 28 luglio di due anni fa da parte dei lavoratori stagionali, i quali chiedevano rispetto dei propri diritti come la sicurezza delle paghe e degli alloggi dignitosi.

La protesta è stata attuata mediante uno sciopero che è durato una settimana in cui i lavoratori si rifiutarono di lavorare nei campi a raccogliere l’ oro rosso.

Uno dei rivoluzionari che ha aderito alla  ribellione è stato Yvan Sagnet, un giovane che è divenuto nel corso degli anni il rappresentante dei tanti migranti che lottano per un futuro dignitoso nel nostro Paese lavorando con umiltà e con spirito di sacrificio.

Attualmente “Masseria Boncuri” è stata ristrutturata con i fondi pubblici mediante la gestione della Caritas e della Croce Rossa che aiutano i lavoratori stagionali  per l’ intera estate.

Ma nonostante tutto i problemi dei migranti restano, l’ indifferenza dei molti  e la sofferenza del viaggio della speranza non passano.

Una musica del profondo Sud,  impreziosita dalle sonorità del Mediterraneo, caratterizzata da percussioni, strumenti a corda e dalla voce del maestro, Enzo Avitabile, il quale con la sua poetica ha raccontato la rabbia, la forza, il coraggio di continuare ad essere i costruttori di un mondo migliore, attento alla dignità umana.

“Jeu me ‘ntisu la matina già vau straccu de la sira Dodici

ure de fatìa  quattru sordi e na sciurnata”.

Il brano è un manifesto, potremo definirlo, contro lo sfruttamento sul lavoro, un tema molto delicato  e attuale che oramai riguarda quasi tutti i settori in cui i padroni con la loro arroganza impongono politiche ingiuste  che non tutelano la dignità umana e uccidono i diritti dei tanti lavoratori innocenti, i quali sono costretti ad accettare ogni condizione di sudditanza pur di garantire il pane alla propria famiglia.      

Nel viaggio musicale c’ è un accenno al problema dell’ xylella e allo sradicamento degli ulivi salentini e alla cura del creato in “Oju” in cui si nota l’ amore dell’ artista per la propria terra natale e per la propria  cultura intrisa di radici antiche e forti.

Preziosi contributi artistici sono presenti  con una delle musiciste africane più originali e interessanti del momento, Sona Jobarteh  in “Si picculina” e Don Rico, membro storico dei Sud Sound System in “Nina”, sono canti d’ amore e di passione, dedicati alla propria musa ispiratrice.

E poi non mancano le ballate come “Menamò”“La Papagna”  e “Tunisia”,

quest’ ultimo  canto  è  dedicato all’ integrazione e alla bellezza della diversità culturale che possa essere una risorsa per la  società e non più un pericolo, non deve essere considerata come  una possibile minaccia al nostro egoismo e al nostro delirio di onnipotenza.

L’ album si conclude con “Pizzica Malincunia”, è un augurio  dell’ artista ad affidarci ai suoni della tradizione e alla danza che cura per rinascere, per attingere energia e vibrazioni positive liberandoci dalla negatività che ci circonda nella quotidianità.

“Ci è taranta lassala ballare ci è malinconia cacciala forte”.

L’ auspicio è che la musica che cura possa guarire l’ umanità dalle atrocità come la guerra in Ucraina e in altre parti del mondo,  sensibilizzando  gli esseri umani alla cultura e all’ arte come strumenti di emancipazione, di libertà e di bellezza proprio come afferma Jim Morrison: “Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di una chitarra”.  

L’ arte di Castrignanò ci insegna che con la cultura si vince nel mondo. Che Babilonia sia.

©Riproduzione riservata

Credit ph. ray.tarantino

 

Classe '91, sono nata in Puglia. Coltivo da molti anni la mia passione per la scrittura, ho collaborato con diverse testate giornalistiche e partecipo agli eventi di poesia. Per me la scrittura è vita, è sogno, è amore, è linfa vitale. E come afferma Luca Doveri : "La scrittura apre le finestre che si affacciano sull' anima del lettore".