Cultura
“Mantieni il bacio” di Massimo Recalcati
Bentrovati su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it. Oggi Sara D’Angelo recensira` il testo di Massimo Recalcati “Mantieni il bacio”. Buona lettura e se vi va fateci conoscere la vostra opinione scrivendo a redazione@ilsudest.it
di Sara D’Angelo
A lettere minuscole il sottotitolo recita “Lezioni brevi sull’amore”. Il saggio che andiamo a interpretare nasce dai testi del programma televisivo “Lessico Amoroso” andato in onda su Rai3, condotto magistralmente dallo psicoanalista milanese Massimo Recalcati.
L’ analisi non ha alcuna pretesa di disegnare la mappa di un sentimento che, se accettasse il viatico di un maestro, non avrebbe più ragione di esistere. Se amore non c’è, non esiste ingegno abile a tradurre il culto supremo in un seppur appassionato bene.
L’amore usa dialogare con il lato debole della mente, quello che tutto concede anche se consapevole dell’imminente disastro. A piccole dosi, s’intende, quanto basta per infierire sulle ferite insabbiate sotto una felicità ingannevole.
In sette punti essenziali viene svelato il giaciglio allestito per dare voce all’esca travestita di luce subdola.
-La promessa
-Il desiderio
-I figli
-Tradimento e perdono
-La violenza
-Separazioni
-L’amore che dura
Le tematiche elencate da Recalcati sono accompagnate da citazioni letterarie e filosofiche, un raduno di difese da imprimere nell’emisfero sensoriale dell’uomo seduto in sala d’attesa a sfogliare mediocrità. A ciascuno di questi territori sensibili viene affidato il compito di sottolineare le fasi del cambiamento all’interno di una relazione. Se di paradiso si vuole vivere è necessario saper distinguere la lusinga vermiglia della passione dal temperamento clemente sì, ma assai maturo di un amore avvinghiato al suo eletto.
Mantenere il bacio, l’ospite d’onore e non il primo anonimo anello della catena privilegiata di un cielo azzurro prestato alla terra. Man-tenere, ossia accompagnare il bagaglio pesante prima e dopo l’abbraccio di due labbra con uno o con molti domani.
Il bacio. Suo è il sintomo itinerante nel gineceo di cellule alla disperata ricerca di un beneficio fisico e mentale, tanto premurosa quanto fallace cura contro i malanni esistenziali.
“Mantengo il bacio nel buio della notte e nella luce del giorno. Lo mantengo nel tempo che passa. Lo mantengo nel furore acceso del mondo, nella sua ferocia. Gli amanti scavano il loro nascondiglio, la loro pace nella guerra, nell’infinito dolore dell’essere. Quando si baciano spengono il rumore del mondo, infrangono la sua legge, sequestrano il tempo dal suo movimento ordinario. Cadono insieme nelle loro lingue indistinte e abbracciate”.
Non può considerarsi mossa avventata conferire un plauso d’onore al sigillo di proprietà esclusiva al dio innamorato di Te, prima che la gelosia del tempo dissolva in una memoria breve il favore dolce della vita.
Se non fosse un convegno di pagine in analisi, sarebbe uno specchio dove frugare tra le rughe lasciate appassire dal vento contrario delle promesse mai mantenute; una per una tentano l’assalto prendendo di mira lo schema del futuro per imbrattarlo di dolorosi ieri.
C’è un bacio da mantenere in equilibrio tra l’umana urgenza di saltare insieme sul tetto del mondo e rinascere ancora e ancora dal balsamo della pace di cui siamo degni.
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