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Cronaca

Graziella De Palo, Italo Toni e Petromin. Facciamo ancora affari con i “terroristi”?

Tra i misteri italiani spicca la vicenda dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni.

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Credit foto https://www.avvenire.it/mondo/pagine/da-40-anni-scomparsi-de-palo-e-toni-giallo-tra-stragi-e-olp

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La stanza dei misteri italiani è sempre piena. Non tende a svuotarsi. Anzi tende ad aumentare.

Tra i misteri italiani spicca la vicenda dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni.

Scomparsi da Beirut il 2 settembre 1980. Due giornalisti d’inchiesta. Specializzati nelle vicende mediorientali e palestinesi.

Graziella De Paolo aveva scritto diversi articoli sulla vendita di armi dell’Italia verso organizzazioni terroristiche e nazioni sotto embargo.

De Paolo e Toni arrivano in Libano su invito di Al Fatah il gruppo maggioritario dell’Olp. Al Fatah si occupa di alloggiarli e accompagnarli. Vengono strettamente controllati.

 I due giornalisti esprimono la volontà di visitare i campi militari  nel sud del Libano.

Per farlo devono far riferimento  al Fronte Democratico, un gruppo minoritario dell’Olp.

Una macchina del Fronte Democratico, con a bordo una militante italiana, doveva passare a prendere in albergo  Toni e De Paolo la mattina del 2 settembre. Invece salgono a bordo di un veicolo sconosciuto. Di loro non si saprà più nulla.

Inizia subito il depistaggio. Il Sismi, il governo Italiano e l’Olp sostengono che Toni e la De Palo sono vittime dei falangisti. L’ambasciata italiana a Beirut ha invece elementi che indicano la responsabilità di Al Fatah.

Le inchieste giudiziarie non hanno portato ad individuare i responsabili ma l’ipotesi più probabile è che Graziella De Paolo e Italo Toni siano stati arrestati da Al Fatah e successivamente uccisi.

Perché? Forse perché sospettati di essere delle spie israeliane. Una motivazione che non regge. La storia politica e professionale dei due giornalisti era cristallina. Tanto che ricevono una lettera di accredito da parte dell’Olp. Inoltre sarebbe stato sufficiente allontanarli dal Libano. Come in casi simili.

Qualcuno temeva le inchieste di Graziella De Paolo sul traffico di armi? Esisteva il timore di un’inchiesta sulla pista palestinese nella strage della stazione di Bologna? Possibile, anche se sono vicende su cui, negli anni precedenti e successivi, altri giornalisti e magistrati hanno scritto e indagato.

Esiste, invece, una vicenda rimasta nell’ombra. La vicenda Petromin. Il 12 giugno 1979 l’Eni firma con il Petromin dell’Arabia Saudita un contratto per la fornitura di petrolio ad un prezzo inferiore a quello di mercato.

Contratto vantaggioso ma si scopre dell’esistenza di una società panamense, la Sophilau, che ha ricevuto una provvigione per la mediazione. 115 miliardi di lire. Il pagamento della provvigione è approvato dal ministero per il Commercio estero italiano. Tutto legale.

Eppure non vengono individuati i veri proprietari della Sophilau. Nascosti dietro lo scudo del segreto bancario svizzero.

In Italia la polemica politica aumenta. Il 5 dicembre 1979 l’Arabia Saudita blocca la fornitura di greggio.

Le indagini della magistratura italiana non riusciranno ad individuare chi si nasconde dietro la Sophilau perché viene opposto il segreto di Stato.

Il 17 dicembre 1979 il quindicinale “The Middle East Newsletter”, pubblicato a Beirut, rivela che una parte della provvigione pagata a Sophilau era destinata all’Olp.

L’Olp avrebbe mediato con l’Arabia Saudita per far ottenere condizioni favorevoli all’Italia. In cambio di denaro. L’Italia ha, però, chiesto all’Olp di non fornire più armi ai terroristi rossi italiani.

Una notizia clamorosa. Il lodo Moro conteneva quindi anche clausole economiche? Probabilmente. Denaro, armi, petrolio e terrorismo. Olp e governo italiano, tramite il Sismi, facevano affari. Anche Licio Gelli era molto interessato alla vicenda Petromin.

Possibile che giornalisti capaci ed esperti come Toni e De Palo non volessero scoprire di più anche sulla Sophilau? Una vicenda che poteva far tremare molti in Italia. Questo spiegherebbe il ruolo del Sismi nella persona di Giovannone nella vicenda Toni-De Paolo. Ruolo avuto, si ipotizza, anche nella trattativa Eni-Petromin.

Di certo il Segreto di Stato è stato opposto sia per la vicenda Sophilau sia per la scomparsa dei due giornalisti.

Resta anche un’ultima considerazione. Dal 2001 il nostro Paese è immune da attacchi terroristici. Bravura dei nostri servizi, certamente. In più stiamo forse replicando lo schema Sophilau? Un nuovo lodo con forti connotazioni economiche?  La pax terroristica in Italia è legata anche ai ricchi contratti firmati con i Paesi Arabi?

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