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Cronaca

Serena Mollicone, così è… se vi pare

Tutti credono di avere la verità nel pugno con il risultato che tante verità fanno nessuna verità.

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Credit foto Credit foto https://www.cronachedellacampania.it/2022/07/omicidio-serena-mollicone-assolti-i-cinque-imputat

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Dopo l’udienza di giovedì scorso del processo d’appello per l’omicidio di Serena Mollicone, tutti cantano vittoria.

La difesa degli imputati. Le parti civili. I sostenitori della pubblica accusa.

Com’è possibile che i dati presentati dai Ris possano portare a conclusioni tanto divergenti?

Semplicemente perché non parliamo di prove scientifiche ma di elementi che si prestano a varie e contrastanti letture.

 Accusa: “Il frammento, minuscolo, di vernice è perfettamente compatibile con la vernice della caldaia dell’appartamento dove Serena Mollicone potrebbe esser stata uccisa”. Difesa “ No, le vernici epossidiche e il biossido di titanio hanno estrema diffusione. Quella vernice potrebbe venire da un qualsiasi manufatto in ferro”.

Difesa “La famosa impronta trovata sul nastro adesivo potrebbe essere dell’assassino o di un suo complice. Impronta che non corrisponde a quella degli indagati”. Accusa “No, l’impronta 18F potrebbe essere una contaminazione e appartenere a qualche consulente ma non è stato possibile identificarlo”. Quindi forse si o forse no.

Accusa “I frammenti di legno sono perfettamente compatibili con la porta presunta arma del delitto”. Difesa “ No, non è esatto. I frammenti più piccoli sono compatibili ma non quelli più grandi”.

Sugli abiti di Serena sono state trovate tracce di Lantanio Cerio. Utilizzato nelle carrozziere, nella lavorazione del marmo, nel settore pirotecnico. La presenza della sostanza indica che forse Serena è stata trasportata su un veicolo da lavoro. In alternativa adagiata su un pavimento dove era presente il Lantanio Cerio. Forse era presente sui detriti presenti a Fontecupa. Scegliete voi l’opzione che vi piace di più.

Difesa “Non sono state trovate traccia del Dna di Serena sulla porta”. Accusa “ Forse sono state lavate con la varecchina”. Che non ci sono tracce di Dna è un fatto. Il lavaggio con la varecchina è un dato ipotetico.

Inoltre manca assolutamente il movente. Peggio ancora non esiste un motivo provato che possa spiegare l’ingresso di Serena in caserma.

Poi c’è l’avvistamento presso la pizzeria “Lo Sfizio” di Isola del Liri. Non è possibile dire che era Serena ma non è dimostrabile nemmeno il contrario. Esiste poi la testimonianza Santopadre.

E la testimonianza di Santino Tuzi? Primo presenta evidenti contraddizioni nella cronologia dichiarativa. Inoltre non è utilizzabile senza riscontri oggettivi. Belli? Una sentenza definitiva colloca il suo presunto avvistamento al 31 maggio 2001, quando Serena era a scuola. L’avvistamento della barista? In realtà già dal 2002 dichiara che la ragazza non era Serena, ritratta il riconoscimento di Marco Mottola e nella famosa Y10 colloca altri due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, mai individuati. Il ragazzo visto dalla barista e inizialmente riconosciuto in Marco Mottola era abbronzato, indossava pantaloni corti, calzava ciabatte e non era lui a guidare. Erano quattro ragazzi che andavano al mare/piscina? Perché Marco Mottola sarebbe dovuto uscire alle 9 del mattino in ciabatte? Per andare dove?

Erano gli stessi ragazzi che intorno alle 9:15 comprano quattro pezzi di pizza e quattro cornetti in un forno di Isola Liri? Sia la commessa del forno e sia la barista del bar Della Valle descrivono una ragazza “con un naso importante”. Entrambe affermano che la ragazza non era Serena Mollicone.

Quando un dato si presta a diverse e contrastanti interpretazioni caratterizzate dalla stessa credibilità il giudice ha una scelta obbligata. Assolvere ex art 530 comma secondo cpp.

Ad oggi i consulenti dell’accusa hanno ripetuto le stesse cose dette a Cassino. La sentenza della Corte d’Assise di Cassino è stata molto criticata. Eppure analizza ogni aspetto delle consulenze.

I giudici di Cassino hanno ritenuto non superabile il ragionevole dubbio.

Molti oggi sono convinti che gli imputati saranno condannati. Come lo erano il 15 luglio 2022.

Certo una condanna è possibile scegliendo di accogliere acriticamente le conclusioni dell’accusa. Una condanna che sarebbe, però, minata da lacune logiche ed oggettive che dovrebbero sopravvivere alla Corte di Cassazione.

Altrettanto possibile, più che possibile,  che in realtà in camera di consiglio la partita sarà tra comma 1 e comma 2 del 530 cpp.

Tutti credono di avere la verità nel pugno con il risultato che tante verità fanno nessuna verità.

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