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Serena Mollicone, dubbi e considerazioni

Non è possibile dire, ad oggi, che sia stato superato il ragionevole dubbio. Che ancora è ben  presente.

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Credit foto https://www.cronachedellacampania.it/2022/07/omicidio-serena-mollicone-assolti-i-cinque-imputati

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

L’ultima udienza del processo d’appello per l’omicidio di Serena Mollicone ha visto i consulenti di parte civile soffermarsi su alcuni punti che dimostrerebbero la colpevolezza degli imputati.

Le impronte digitali trovate sul nastro adesivo sarebbero frutto di contaminazione perché su una di esse è stato trovato Dna di un ufficiale dei Ris. Inoltre l’assassino avrebbe dovuto lasciare molte più impronte considerata la lunghezza del nastro adesivo.

 Però sono proprio i Ris a spiegare alcuni elementi cruciali. Quelle impronte sono probabilmente state lasciate dalla persona che lega Serena. Potrebbero esserci altre impronte non ritrovate perché coperte dal nastro adesivo.

Inoltre l’ufficiale del Ris non tocca il nastro adesivo, la contaminazione avviene tramite uno strumento. Il Dna è del carabiniere ma non l’impronta digitale.

I consulenti della Parte Civile sostengono anche che sulla porta non è stata trovata nessuna traccia di Dna, ciò potrebbe indicare che è stata pulita. In realtà vengono trovate due tracce di Dna. Una appartiene allo stesso ufficiale dei Ris che contamina l’impronta. La seconda appartiene ad un soggetto maschile mai identificato. Inoltre il lavaggio della porta, se avvenuto, avviene nel 2001. Suprano tocca la porta almeno quattro anni dopo e non aveva certo interesse a cancellare le sue tracce visto che era noto che era stato lui a prelevare la porta. Resta quindi una traccia di Dna mai identificata.

Siamo al cospetto, quindi, di elementi che si prestano ad opposte letture.

I consulenti di Parte Civile hanno sottolineato anche che l’assassino lascia il corpo di Serena in prossimità del luogo dell’ultimo avvistamento. Abbiamo però un problema di logica. Secondo i consulenti della Procura il corpo di Serena Mollicone viene lasciato a Fontecupa al massimo nelle prime ore del 2 giugno 2001. Il presunto avvistamento, però, viene reso noto solo nel pomeriggio del 2 giugno.

Secondo la ricostruzione della Procura di Cassino Marco Mottola fa scendere Serena in un punto imprecisato di Arce. Secondo logica nel punto indicato nella mappa. Dove si svolta per andare in caserma. Serena scende e si avvia verso un punto sconosciuto. Successivamente e per motivi sconosciuti decide di recarsi in caserma. Il 1° giugno era giorno di mercato ad Arce. La strada era trafficata. Con Serena, ipoteticamente, morta in caserma il primo timore degli assassini era legato ad un possibile avvistamento della ragazza ad Arce. Qualcuno poteva addirittura averla vista in auto con il figlio del maresciallo. O peggio Serena Mollicone poteva aver parlato con qualcuno prima di recarsi in caserma . Il trasporto a Fontecupa non avrebbe risolto il problema.

Tanto più che nella tarda serata del 1° giugno difficilmente l’assassino poteva verificare eventuali avvistamenti di Serena. Cosa possibile invece nella giornata del 2 giugno.

Lo dimostra la testimonianza della maestra Elvira Mollicone. Dichiara di aver visto Serena ad Arce verso le 13 e le indagini si concentrano su Arce rendendo inutile il depistaggio di Fontecupa. Testimonianza ritenuta poi inattendibile. Resta il fatto che per anni, dal 2001 al 2002 e dal 2006 ad oggi, il depistaggio di Fontecupa è stato nullo come effetti se lo scopo era nascondere un delitto avvenuto ad Arce. 

A chi poteva convenire allora il trasporto del corpo a Fontecupa? Oggettivamente le ricerche e le indagini non hanno toccato minimamente la zona tra Arce e Cassino. Se, ad esempio, Serena fosse stata uccisa tra Colfelice e Roccasecca il trasporto a Fontecupa avrebbe avuto senso. Visto che esisteva anche un modo relativamente sicuro per farlo.

Resta comunque una domanda. Se non era a conoscenza dell’avvistamento perché l’assassino sceglie proprio Fontecupa? Probabilmente perché aveva già usato quel luogo per attività più o meno lecite. Una “discarica” che conosceva bene ma lontana dalla sua abitazione.

Come finirà il processo? Essendo un processo indiziario non è facile dirlo. Ogni Corte ha una propria sensibilità valutativa. Certamente non è possibile dire, ad oggi, che sia stato superato il ragionevole dubbio. Che ancora è ben  presente.

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