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Tutti contro Barbero alla ricerca dell’ipse dixit

Alcune riflessioni sulle dichiarazioni di Alessandro Barbero in merito al Green Pass.

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di Alessandro Andrea Argeri.

Hanno suscitato parecchia indignazione le parole del divulgatore storico Alessandro Barbero in merito al Green Pass, un’opinione destinata ad animare il dibattito politico, attualmente riassumibile in una sola frase: “tutti contro Barbero, alla ricerca dell’Ipse Dixit!”.

<<No, al Green Pass, sì all’obbligo vaccinale. Non si ha il coraggio di dire le cose come stanno, un conto è dire: “signori, abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio, perché è necessario e di conseguenza adesso introduciamo l’obbligo”. Appunto, io non avrei nulla da dire. Un altro conto è dire invece che non c’è nessun obbligo, che il Green Pass serve davvero, non per indurre le persone a vaccinarsi con sotterfugio.>> sono queste le parole con cui il professore Alessandro Barbero all’evento “FIOM in Festa” esprime le proprie perplessità in merito alla strategia legata al Green Pass, ritenuto un mezzo ipocrita per raggiungere lo scopo di vaccinare tutti, un “obbligo fittizio” in pratica. Il divulgatore storico, estremamente focalizzato sull’attualità, conclude infine con una personale constatazione più simile ad una tremenda verità: <<E poi credo che Dante avrebbe riempito il girone degli ipocriti con i nostri politici di oggi fino a farlo traboccare…>>. Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=uHU8qnQSTYo.

Alessandro Barbero durante la conferenza al “FIOM in Festa”, evento organizzato dai sindacati per discutere dei diritti dei lavoratori. La foto è stata presa dal canale social Youtube di Alessandro Barbero, pertanto è di dominio pubblico.

Dopo queste semplici dichiarazioni Barbero è stato ingiustificatamente sommerso da un’ondata di cattiveria inappropriata, accusato in ogni modo con attacchi durissimi, alcuni dei quali anche molto gravi oltre che contraddittori. Per i pro Green Pass il divulgatore è un anarchico, un’aiutante dei no-vax, come è stato definito su La7 da Enrico Mentana, mentre chi è contrario al vaccino definisce il professore dell’Università del Piemonte Orientale un servo del sistema, uno schiavo delle case farmaceutiche.

Da quanto si può intuire quindi, né i vari podcast sono stati ascoltati attentamente né le dichiarazioni scritte lette correttamente, indice di una scarsa capacità di comprensione della lingua italiana. Barbero non ha mai sostenuto di essere no vax o di essere favorevole all’obbligo vaccinale. Piuttosto racconta oggettivamente la reale natura del Green Pass: un “non obbligo” che allo stesso tempo obbliga, una messa in scena introdotta per indurre le persone a vaccinarsi attraverso un atteggiamento ipocrita, risolvibile solo con l’obbligo vaccinale, attualmente istituito in modo subliminale, poiché se non ci si vaccina si è nella condizione di avere meno diritti siccome sprovvisti del certificato verde. L’obbligo vaccinale quindi sarebbe non solo più serio ma anche più credibile delle misure attuali.

Risalta particolarmente l’intolleranza oltre che la ferocia del dibattito scatenatosi. Da storico Barbero esprime dei dubbi, si interroga se sia giusto limitare la libertà in virtù di quest’ultima, senza pretendere di possedere certezze. Inoltre nelle riflessioni si riferisce alla propria professione, dopotutto è un professore universitario, non ristoratore o un imprenditore. Proprio come docente infatti il divulgatore racconta di alcuni suoi studenti non ancora vaccinati, ai quali si sente costretto a dar voce siccome è stata loro preclusa l’università a causa di “regolette” ormai chiaramente contraddittorie.

A quanto pare però le opinioni non sono bene accette nemmeno, o specialmente, in democrazia, infatti anziché ragionare con le nostre teste, siamo alla disperata ricerca di una guida da contrapporre a un capro espiatorio. In pratica inseguiamo l’ipse dixit: tutti cercano di nascondersi dietro il riparo di un’opinione autorevole da assimilare per giustificare la propria. “Lo ha detto lui… Quindi è giusto, allora è la verità, pertanto il mio parere è più autorevole del tuo”. Un sillogismo sintomo dell’incapacità di discutere, poiché le nostre attenzioni sono state annichilite da un dibattito pressoché inesistente.

Grafico relativo all’andamento della campagna vaccinale. L’immagine è stata presa dal sito del Governo italiano disponibile a tutti i cittadini, pertanto è di dominio pubblico. https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/.

L’80% della popolazione infatti sarà vaccinata entro fine settembre. La porzione restante invece è composta principalmente da pazienti con complicanze patologiche, ovvero impossibilitati a ricevere la somministrazione del vaccino. Seguono poi i pochi ancora timorosi, mentre solo in ultima parte figurano i “no-vax”: una fetta estremamente esigua della popolazione, perché gli italiani hanno già dimostrato di essere a favore del vaccino. Tuttavia in virtù delle generalizzazione si preferisce dividere il dibattito in due fronti ideologicamente opposti senza punti di incontro né tantomeno possibilità di mediazione, forse le continue metafore sulla guerra hanno prodotto un effetto insperato.

Per concludere il dibattito Barbero è in testa ad una lunga petizione di quattrocento firmatari in cui si chiede di estendere l’obbligatorietà vaccinale, cosicché il Governo si assuma finalmente la responsabilità della decisione finale attraverso un decreto legge, convertibile entro sessanta giorni in legge effettiva, la cui validità è stata già chiarita essere conforme all’articolo 32 della Costituzione italiana.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).