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Ambiente

La nuova Risoluzione UE sulla Biodiversità: proteggere il trenta per cento dei mari e delle foreste entro il 2030.

Circa un milione di specie vegetali e animali sono a rischio di estinzione, mentre oltre un terzo degli ecosistemi mondiali non possiede uno stato di conservazione soddisfacente per durare nel brevissimo tempo.

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DI NICO CATALANO

Credit foto  Città della Scienza licensed CC BY-NC 2.0

Nel consueto rapporto annuale, l’IBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), la massima autorità scientifica delle Nazioni Unite per lo studio della diversità biologica, ha sottolineato come il rischio della comparsa di nuove pandemie può essere notevolmente ridotto, diminuendo le attività umane che modificando gli ecosistemi provocano la perdita di biodiversità. Oggi a causa di fenomeni quali deforestazione, incendi di vaste dimensioni, pesca intensiva, bracconaggio, introduzione di specie aliene, surriscaldamento climatico, urbanizzazione e cementificazione dei suoli, la Terra ha perso un terzo della biodiversità originaria. Circa un milione di specie vegetali e animali sono a rischio di estinzione, mentre oltre un terzo degli ecosistemi mondiali non possiede uno stato di conservazione soddisfacente per durare nel brevissimo tempo. La scorsa settimana, proprio pochi giorni dopo la celebrazione della giornata mondiale per l’ambiente, evento tramite il quale le Nazioni Unite hanno inaugurato il “decennio di iniziative per salvare gli ecosistemi” il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione per la tutela, valorizzazione e conservazione della biodiversità. Questa Strategia Europea votata da una larga maggioranza di Europarlamentari, persegue sia la finalità di proteggere almeno il trenta per cento delle terre e dei mari Europei, così come la possibilità di introdurre obblighi normativi in materia per ciascun Paese membro. Quest’ultima scelta, è stata dettata dal fallimento della Strategia Europa 2020 in tema di rispetto del paesaggio, uso sostenibile dei suoli e tutela degli habitat ecologici. Un nulla di fatto, causato sia per l’assenza di un puntuale sistema UE capace di monitorare gli eventuali progressi ottenuti dalle azioni implementate, ma soprattutto per la scarsità di risorse economiche, dovuta ai mancati stanziamenti da parte degli Stati membri. La Risoluzione, che ha per titolo “Riportare la Natura nella nostra vita” tramite uno stanziamento di oltre venti miliardi di euro l’anno a favore della biodiversità da parte della stressa Unione Europea, si prefigge di contrastare in modo adeguato la pressione antropica sugli ecosistemi, lo sfruttamento degli organismi vegetali e animali, le cause dei cambiamenti climatici, il crescente inquinamento, l’introduzione di specie aliene e la cementificazione dei suoli. Tra le misure introdotte, spiccano l’adozione di norme stringenti per la tutela degli ecosistemi forestali, il divieto per la pratica del “deep sea mining” ossia l’estrazione dei metalli pesanti dai fondali marini, la difesa degli insetti impollinatori e l’impegno per una riduzione del cinquanta per cento entro il 2030, dell’utilizzo in agricoltura di insetticidi, fungicidi e erbicidi provenienti dalla chimica di sintesi. Questa determinazione dell’Europarlamento merita l’apprezzamento e il plauso da un Paese come il nostro, che da solo detiene il cinquanta per cento della biodiversità vegetale e il trenta per cento di quella animale di tutta la UE. Valorizzare e conservare la biodiversità è necessario sia per il mantenimento degli ecosistemi ma anche per impostare nuovi modelli agricoli multifunzionali, sostenibili e rispettosi del futuro.