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14 Settembre 2025

Donne e la violenza riflessa nello specchio. Il parere di un medico, di una donna

Abbiamo deciso di affrontare queste, ed altre, tematiche con la Dottoressa Micaela Quintavalle. Medico, specializzanda in anestesia e rianimazione. Un passato in Atac e un pezzo di cuore ancora sui bus.

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

“Specchio, servo dello mie brame: chi è la più bella del reame?” e il servizievole specchio subito rassicura la strega Grimilde. Tutti ricordiamo questa scena del film “Biancaneve e i sette nani”.

Lo specchio da sempre alleato o severo giudice per ogni donna.

Negli ultimi anni è diventato un nemico per tante donne. Non per colpa del povero specchio.

La paura di guardarsi allo specchio deriva dal non voler vedere i segni di violenza che cercano di nascondere. Dal timore di vedere un corpo che non amano. Di vedere in quello specchio i giudizi che devono subire sui social.

Le violenze domestiche, i disturbi alimentari, gli attacchi degli haters. Sono i mali che molte, troppe, donne devono affrontare.

Abbiamo deciso di trattare queste, ed altre, tematiche con la Dottoressa Micaela Quintavalle. Medico, specializzanda in anestesia e rianimazione. Un passato in Atac e un pezzo di cuore ancora sui bus.

Una lunga intervista che prossimamente sarà integralmente pubblicata.

Parliamo con la Dottoressa Quintavalle nella sua duplice veste. Di medico e di donna che ha vissuto sulla propria pelle queste problematiche. Violenze, disturbi alimentari.

Quella che ci troviamo davanti è una donna diversa dalla Micaela Quintavalle del 2018. Ugualmente battagliera e determinata ma con un nuova serenità come la quiete del mare dopo una lunga tempesta.

Cambiata anche fisicamente. Qui tocchiamo con Micaela il primo tasto dolente.

Sui social ha ricevuto alcuni giudizi inappropriati sulla sua condizione fisica. Addirittura “diagnosi” di anoressia”.

Ovviamente le chiediamo come ha affrontato questi giudizi “ Sto bene e le analisi a cui mi sottopongo regolarmente lo confermano. Non ho mai avuto timore del confronto sui social. Accetto la critica costruttiva e fondata su dati oggettivi. Non accetto invece il giudizio sommario basato sul nulla o su pericolosi stereotipi”.

Non possiamo non trovare tragico che un medico venga sottoposto a diagnosi dai” primari del web” laureati nell’università della vita.

Micaela Quintavalle continua “ Io, come la maggioranza delle donne, ho i mezzi caratteriali  per affrontare questi giudizi ma non è così per tutte le donne. Quali danni devastanti possono provocare in persone fragili?”.

Chiediamo subito quale può essere la soluzione per questa piaga e per i disturbi alimentari. La risposta è secca come nello stile della Quintavalle, “Non esiste altra soluzione che partire da sé stesse. Rompere dall’interno quel sarcofago che ci imprigiona. Detta così sembra semplice quasi banale. Non è così e lo dimostrano ad esempio le mie tante cicatrici ma quando la casa brucia e l’unica via per fuggire è rompere una vetrata, ferirsi è un prezzo inevitabile per continuare a vivere. Ripartire da sé stesse non è facile e non può essere fatto da sole. Serve l’appoggio di una rete affettiva e soprattutto un cammino affiancato da specialisti. Non bisogna avere paura di rivolgersi allo psicologo, allo psichiatra. Superare la paura di essere “matti”. La vera follia è morire dentro per una inesistente normalità”.

Sono parole dette con serena determinazione ma che lasciano trasparire gli anni di lotta dura contro e per sé stessa.

Tocchiamo il tema della violenza sulle donne. “Come medico ho avuto modo di affrontare questa grave emergenza. Più precisamente gli effetti. Donne picchiate, con segni evidenti. Che in alcuni casi negano. Anche l’evidenza. Per paura. Della vendetta. Per paura di non trovare un posto dove ricominciare e qui mi permetto di dire servirebbe una rete di accoglienza. Per vergogna. Sono spesso donne sole o meglio isolate da relazioni tossiche. Anche in questo caso la soluzione è ripartire da sé stesse. Avere il coraggio di guardarsi allo specchio e dire “non merito una vita così”. Chiedere aiuto è a volte difficile ma posso dire che noi professionisti, che a vario titolo ci occupiamo di donne sottoposte a violenza, ci siamo”.

Lasciamo per ora Micaela in attesa di riprendere i dialogo tra lei ed i lettori.

Lasciamo e ritroveremo una donna che nel perdere ha trovato la chiave per vincere. La chiave alla portata di ogni donna.

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