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08 Settembre 2025

Faustina Pignatelli, principessa di Colubrano: una donna di scienza “autonoma oltre misura”

La vicenda di Faustina Pignatelli mostra come una donna del XVIII secolo, pur appartenente all’aristocrazia, potesse costruire un proprio percorso di riconoscimento scientifico sfidando convenzioni matrimoniali, norme sociali e stereotipi di genere.

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Di Maddalena Celano

Introduzione

Nel panorama scientifico e culturale del Settecento europeo, la presenza femminile rimase un’eccezione ristretta a poche figure capaci di superare i vincoli sociali e familiari. Tra queste, accanto al nome più noto di Laura Bassi, si distingue quello di Faustina Pignatelli (1705-1769), principessa di Colubrano, intellettuale napoletana che seppe ritagliarsi un ruolo di rilievo nella matematica e nella fisica, nonostante gli ostacoli di un contesto patriarcale. La sua vicenda biografica offre un caso esemplare per comprendere come le donne, pur appartenenti a famiglie aristocratiche, dovessero contrattare costantemente i propri spazi di autonomia all’interno delle convenzioni matrimoniali, religiose e sociali.

Un contesto culturale in fermento

La Napoli del Settecento, crocevia tra Illuminismo e tradizione barocca, offriva un terreno fertile per i dibattiti scientifici. L’influenza della corte borbonica, la presenza di circoli intellettuali e l’apertura verso le teorie newtoniane costituivano lo sfondo in cui Faustina si formò. Grazie al fratello e a un maestro privato, la principessa si avvicinò precocemente alle scienze matematiche e alla filosofia naturale, assimilando le innovazioni introdotte da Isaac Newton e contribuendo a diffonderle in Italia. Il suo salotto divenne presto un luogo privilegiato di incontro, in cui studiosi italiani e stranieri potevano confrontarsi.

Riconoscimenti scientifici

L’importanza di Faustina Pignatelli non si esaurisce nella dimensione salottiera. Nel 1732, ella fu ammessa all’Accademia delle Scienze di Bologna, seconda donna dopo Laura Bassi a ottenere tale riconoscimento: un fatto che dimostra come le sue competenze fossero apprezzate anche in contesti ufficiali, tradizionalmente riservati agli uomini. Nel 1734, pubblicò a Lipsia, in forma anonima, i Problemata Mathematica, ulteriore testimonianza del suo contributo diretto alla ricerca. La scelta dell’anonimato va letta come strategia di sopravvivenza culturale: permetteva a una donna di inserirsi nel dibattito scientifico internazionale senza esporsi alle accuse di sconvenienza.

Conflitti familiari e autonomia femminile

Parallelamente al percorso intellettuale, la vita privata di Faustina fu segnata da conflitti coniugali. Sposata con il poeta aristocratico Francesco Carafa, nel 1731 lo abbandonò a causa di violenze e infedeltà, rifugiandosi nel monastero di Regina Coeli con una figlia, mentre gli altri tre figli furono affidati al padre. L’episodio è emblematico: non solo una donna aristocratica prendeva l’iniziativa di separarsi, ma lo faceva rivendicando diritti concreti sull’educazione dei figli e sul sostegno economico. Il contenzioso, che coinvolse perfino il viceré Aloys d’Harrach e successivamente Carlo di Borbone, evidenzia la determinazione di Faustina nel difendere la propria dignità. Le accuse reciproche – con il marito che la definiva “altera e autonoma oltre misura” – ci restituiscono il ritratto di una donna percepita come sovversiva rispetto all’ordine patriarcale. La vedovanza, giunta nel 1746 con la morte del marito incarcerato per tradimento politico, le restituì piena libertà di movimento e di azione.

Una rete intellettuale europea

Liberata dai vincoli coniugali, Faustina poté dedicarsi stabilmente ai suoi studi e alle attività culturali. Le testimonianze dell’epoca la descrivono come punto di riferimento per la comunità scientifica, capace di intrattenere corrispondenze con scienziati europei e di dialogare con l’Accademia delle Scienze di Parigi. Sebbene i suoi scritti non siano giunti fino a noi, le lettere e i resoconti contemporanei confermano il suo impegno nella divulgazione scientifica e nel sostegno ai giovani studiosi. Questa dimensione internazionale colloca Faustina Pignatelli tra quelle poche donne che, pur prive di accesso formale alle università, seppero ritagliarsi spazi nella Repubblica delle Lettere.

Conclusioni

La vicenda di Faustina Pignatelli mostra come una donna del XVIII secolo, pur appartenente all’aristocrazia, potesse costruire un proprio percorso di riconoscimento scientifico sfidando convenzioni matrimoniali, norme sociali e stereotipi di genere. La definizione di “autonoma oltre misura”, usata dal marito come accusa, rappresenta oggi la cifra della sua grandezza: una donna che seppe trasformare l’autonomia in strumento di emancipazione culturale. Il suo esempio, insieme a quello di Laura Bassi, testimonia il contributo femminile alla scienza in età moderna e invita a una rilettura più inclusiva della storia scientifica europea.

Bibliografia essenziale

S. Sesti, Faustina Pignatelli, principessa di Colubrano: “autonoma oltre misura”, in “Scienza a due voci” (progetto CNR), 2024.
P. Findlen, Possessing Nature: Museums, Collecting, and Scientific Culture in Early Modern Italy, University of California Press, 1994.
M. Cavazza, Laura Bassi e il suo tempo: Una scienziata nella cultura del Settecento, Il Mulino, 2004.
L. Schiebinger, The Mind Has No Sex? Women in the Origins of Modern Science, Harvard University Press, 1989.