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Esteri

La risposta iraniana è arrivata forte e chiara, Israele non è intoccabile!

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Aree di crisi nel mondo n. 217

Di Stefano Orsi

Telaviv

Alla fine la risposta israeliana all’attacco subito a Teheran, con l’assassinio del capo di Hamas Haniyeh ospite di stato, è arrivata con l’aggiunta della reazione all’assassinio del capo spirituale del Partito di Dio Hezbollah libanese.

La morte per mano israeliana di Hassan Nasrallah ha causato l’accantonamento di ogni indugio da parte iraniana e scatenato la pesante risposta di Teheran.

La risposta iraniana

In che è consistita la replica iraniana contro gli attacchi israeliani?

Si è trattato del lancio massiccio e concentrato su soli obiettivi militari.

Tre basi aeree e una di terra sono stati i bersagli principali.

Nevatim, Hatzerim, Tel Nof e il comando del Mossad.

Dopo la notte del Primo ottobre, sono emersi pochi elementi di immagini che possano provare l’entità dei danni, ma almeno per la base di Nevetim sono stati accertati 32 impatti a terra, molti di questi all’interno della base e su bunker di caccia e altre strutture, altri a terra ma vicino alle strutture.

Non abbiamo dati precisi per le altre basi, ma stando ai video visti, si presume che l’entità degli arrivi ed il loro esito non sia dissimile.

Una trentina di arrivi accertati per base portano il totale di questi a circa 128 missili a bersaglio.

Il 71% dei missili balistici dell’Iran ha quindi bucato le difese antiaeree israeliane, quelle ritenute non valicabili, con proclami perentori la volta passata…

Se rileggete l’articolo relativo allo scorso attacco, potrete verificare come nella valutazione data da noi, l’attacco fu valutato come efficace, in quanto la maggior parte dei bersagli abbattuti erano droni molto lenti che hanno impiegato diverse ora ad arrivare, garantendo ampio preavviso, i missili da crociera erano il primo tipo costruito dall’Iran, vecchi anch’essi, poi alcuni balistici molto vecchi e lenti ed infine 10 missili di tipo più recente, ecco proprio su questi si era concentrata la nostra attenzione rilevando come ne fossero passati ben 9, riportato questo dato ad un ampio attacco basato solo su balistici, esso diviene del tutto congruo con la scarsa percentuale di abbattimenti, 3 su 10.

Visto alla luce di questi dati, che non collimano affatto con le fantasiose versioni date dai nostri media nazionali, si comprende meglio il tremore alle mani che ha preso il criminale Netanyahu leggendo il comunicato diffuso dopo l’attacco.

I missili impiegati dall’Iran sono stati, per quanto ci dato conoscere, di due tipologie.

Il Fattah 1 possiede 1400 Km di gittata ed una testata esplosiva di circa 500 kg, ma credo fosse più leggera per favorire una maggiore manovrabilità, è ipersonico per gran parte del percorso di volo e nella fase terminale ha capacità di manovra in modo da ingannare le difese aeree nemiche.

Sarebbero stati utilizzati anche missili Shahab 3 con potenziale gittata fino a 1800 Km e testata maggiorata a 750 kg, questi potrebbero avere anche una testata multipla per colpire in maniera più ampia e meno concentrata un bersaglio.

Non abbiamo notizie certe dell’impiego di altre tipologie di missili, taluni siti accennano anche a

DEZFUL, EMAD, QADR-2F/H, KHEYBAR-SHEKAN-1/2, ma non è arrivata alcuna conferma per queste.

La controreplica israeliana.

Annunciata il giorno 5 ottobre, mentre in tutto il mondo si manifestata in favore di Palestina e Libano, dal primo ministro Netanyahu, la controreplica israeliana avverrà, forse stanotte stessa, ad un anno dal 7 ottobre scorso.

L’Iran sta prendendo provvedimenti, mettendo in mare navi da guerra e petroliere e in stato di massima prontezza tutte le forze armate.

Dalla Russia nelle scorse settimane, potrebbe essere arrivato una intera batteria di lanciatori e radar S400 dalla Russia, che il personale iraniano dovrebbe già conoscere, ma non è affatto escluso che vi sia personale russo a gestirla.

L’Iran ha avvertito, per loro la vicenda si chiuderebbe qui, ma se Telaviv dovesse attaccare nuovamente allora la replica iraniana sarebbe molto più pesante e colpirebbe le infrastrutture israeliane.

Guerra in Ucraina

La NATO vuole creare 49 nuove brigate, aumentare le unità di difesa aerea dalle attuali 293 a 1457 unità, (batterie?) , un esborso immane in termini di aumento di spesa stabile per i bilanci dei vari Paesi della NATO, alla luce dei quali il minimo di spesa del 2% non appare più realistico e di fronte alla potenziale recessione con economie in contrazione, addirittura deleterio.

Nel frattempo sul campo, l’attenzione dei media appare deviata dagli eventi dell’invasione israeliana del libano.

A Zelensky tocca il compito di trovare il modo di riportare l’attenzione du Kiev in vista del vertice nato del 14, fossi al posto dei suoi soldati mi preoccuperei e non poco.

Intanto l’offensiva in territorio russo è ferma, e gli Ucraini continuano a retrocedere.

Sugli altri fronti questa settimana ha visto la grave caduta di Ugledar, baluardo delle difese ucraine a sud passare in mano russa, le truppe di Mosca aprirsi la strada verso Kurakovo creando una possibile nuova sacca di unità ucraine e i fronte tra Kupyansk e Kremennaya con le truppe di Mosca in crescita e avanzata.

Il 14 ci sarà il vertice NATO, il 20 un probabile incontro tra Iran e Russia a Kazan alla vigilia del vertice BRICS del 22, per la firma di un trattato di cooperazione strategico e globale.

Non ci resta che attendere.