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Serena Mollicone, è possibile una condanna?

L’attesa è alta. La domanda è sempre la stessa. Avrà giustizia Serena Mollicone?

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Credit foto Pierdomenico Corte Ruggiero

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Il 12 luglio prossimo, salvo sorprese, sarà emessa la sentenza d’appello del processo per l’omicidio di Serena Mollicone.

L’attesa è alta. La domanda è sempre la stessa. Avrà giustizia Serena Mollicone?

Bisogna ammettere che l’impianto accusatorio è totalmente indiziario. Presenta molteplici criticità. Emerse nella sentenza d’assoluzione di primo grado.

Non è corretto dire che esiste la prova scientifica della porta come unica arma possibile del delitto.

La Professoressa Cattaneo ha condotto misurazioni ed esperimenti che a suo giudizio dimostrano che la porta è l’arma del delitto. A suo giudizio appunto. Il giudizio di un singolo medico legale può valere come certezza scientifica?

Resta il frammento di vernice compatibile anche con la caldaia dell’appartamento sfitto della caserma di Arce e minuscole tracce di legno trovate sul corpo di Serena. Bastano per una condanna oltre ogni ragionevole dubbio?

Manca il motivo per cui Serena quella mattina si reca in caserma. Manca il movente che avrebbe spinto Marco Mottola a colpire Serena.

Nessun testimone ha visto, la mattina del 1° giugno 2001, Serena Mollicone in compagnia di Marco Mottola. Belli  ha dichiarato per anni che il suo famoso avvistamento è da collocarsi al 31 maggio 2001 e non al primo giugno. La barista del bar della Valle ha sempre dichiarato che la ragazza vista quella mattina non era Serena.

E Santino Tuzi? Lui dichiara poi ritratta e poi ritratta la ritrattazione. Un percorso tormentato il suo. Pieno di dubbi. Diceva il vero quando collocava Serena in caserma ad Arce la mattina il 1° giugno o diceva il vero quando dichiara di non averla vista?

Anche la Procura Generale ha dovuto prendere atto che non esiste prova di minacce nei confronti di Tuzi e che non è stato spinto al suicidio.

I dubbi sulla colpevolezza dei cinque imputati sono forti e non sono stati spazzati via dal lungo processo d’appello. Assoluzione quindi? Probabilmente sì.

Come potrebbe arrivare una condanna? Solo seguendo la strada tracciata dalla sentenza 16458/2020 della Cassazione penale. Sentenza che stabilisce che le conclusioni dei consulenti della Procura hanno un valore probatorio maggiore di quelle dei consulenti di parte.

La Corte d’assise d’appello di Roma dovrebbe quindi far propria questa sentenza. Giudicando “d’ufficio” più credibile quanto affermato dalla Professoressa Cattaneo. Di conseguenza dando valore all’avvistamento di Tuzi e alla tracce trovate sul corpo.

Certamente potrebbe accadere. Però questa sentenza della Cassazione è già stata contestata in dottrina e in giurisprudenza. Nasce in un caso di abuso edilizio. Ben diverso da un processo per omicidio.

Anche se la Corte d’assise d’appello dovesse seguire la via del “i consulenti del Pubblico Ministero sono più attendibili a prescindere” probabilmente la sentenza di condanna verrebbe annullata in Cassazione.

Non sono state trovate tracce biologiche degli imputati. Non è stato stabilito quando e come viene portato il corpo di Serena a Fontecupa. Inoltre Marco Mottola ha un alibi.

Pochi giorni e la sentenza sarà pronunciata. In caso di assoluzione, però, non dobbiamo abbandonare Serena. Sarà il caso di ammettere errori e lacune. Ricominciando da capo.

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