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Cronaca

Desiré Patané, uccisa dalla follia

In molti abbiamo visto il film Schindler’s List. Ricordiamo la bambina col cappotto rosso che si muove nel bianco e nero della violenza e della follia. Una scena toccante.

Come è toccante la vicenda di Desiré Patané. Anche lei si muove con i colori sgargianti dell’infanzia. In una realtà, però, di violenta follia. Anche Desiré si muove tra le pieghe della Storia.

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Credit foto www.romaebraica.it

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

In molti abbiamo visto il film Schindler’s List. Ricordiamo la bambina col cappotto rosso che si muove nel bianco e nero della violenza e della follia. Una scena toccante.

Come è toccante la vicenda di Desiré Patané. Anche lei si muove con i colori sgargianti dell’infanzia. In una realtà, però, di violenta follia. Anche Desiré si muove tra le pieghe della Storia.

 Italia, giugno 1978. Tutta l’attenzione è sul terrorismo e la morte di Aldo Moro. Paure. Indagini. Analisi politiche. Un paese terrorizzato si guarda allo specchio e ciò che vede aumenta la paura.

 Una bimba di 5 anni queste cose non può saperle. Una bimba vive nel suo mondo incantato. Fatto di favole, giochi e amore dei genitori. Piccole principesse di un regno felice .Non Desiré che non vive una favola ma una storia paurosamente vera.

Quelle storie che fanno venire paura di spegnere la luce. Una storia di follia e demoni. La piccola Desiré vive con sua madre, suo padre e suo zio. Una fortuna vivere con la propria famiglia, direte. Normalmente sarebbe così.

 Di normale, però, nella famiglia di Desiré è rimasto poco. Il padre e lo zio avevano incontrato una setta che diffondeva l’idea di una fede basata sulla fratellanza cosmica e sulla reincarnazione. I due fratelli Patané decidono quindi di volere la reincarnazione. Per tornare più forti e intelligenti.

 Prima però si deve morire, con il corpo purificato dal digiuno. Decidono che la prima a morire deve essere la piccola Desiré. La madre segue i due in questa folle decisione. Il 4 giugno 1978 iniziano a non dare più da mangiare e bere alla bambina. La costringono a lunghe camminate.

 Il pianto continuo e le grida di Desiré non hanno effetto. La vita non vuole abbandonare la piccola. Resiste giorni alla fame e alla sete. Implorando la pietà che non arriva.

Sarà la morte ad arrivare. Il 9 giugno 1978. Viene strangolata. I tre decidono di tenere il corpo nel furgone, che è la loro casa. Aspettano la reincarnazione della bambina. Ad arrivare è la putrefazione. Solo il 29 giugno lasciano il corpo di Desiré vicino il cimitero di Commezzadura, in Trentino. Vicino al corpo un biglietto “ Polvere. Spirito allo Spirito. Seppellitemi voi. Fate un atto di carità. Si chiama Figlia di Dio”.

Troppo tardi si ricordano di un Dio che solo avrebbe potuto salvarli. I genitori di Desiré riescono a fuggire in Francia. A Nizza tentano il suicidio ma vengono salvati e portati in ospedale. Dove rubano medicinali e disinfettanti con cui preparano un veleno. Lo bevono.

 A morire sarà solo la madre. Il padre viene arrestato e portato in Italia. Infatti le autorità francesi e italiane avevano collegato i due al corpo senza nome trovato a Commezzadura.

 Il padre confessa. Poco dopo viene arrestato anche lo zio di Desiré. I due vengono reclusi in ospedale psichiatrico giudiziario. Dove si suicidano.

 Si parla  molto del 1978. Di Moro, Pertini, Giovanni Paolo II. Non si parla di Desiré Patané

 Viene facile considerare la vicenda di Desiré come frutto di follia. Ma sappiamo  veramente cos’è la follia ? Si tratta solo di malattia o la parola follia nasconde, a volte, il male e demoni ? Sottile è il confine tra follia e male. Non dobbiamo avere paura di parlare del male, capirne le cause e vincerlo. Per impedire che finisca in tragedia la favola della bambina dal cappotto rosso.

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