22 Settembre 2025
Netanyahu e Trump sono in un angolo ma non sanno come uscirsene
E’ un fiume che da carsico sta uscendo fuori in modo tumultuoso e che si va ingrossando di giorno in giorno nonostante la repressione che in tutto l’occidente fanno i governi alle manifestazioni pro Palestina. Se Trump e Netanyahu non sono in difficoltà chi? Ma non sanno come uscirsene.

Di Fulvio Rapanà
Venerdì l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha appoggiato con una maggioranza schiacciante una risoluzione non vincolante a favore di una soluzione a due Stati per Israele e Palestina, con il riconoscimento di uno stato palestinese indipendente, poche ore dopo che Netanyahu aveva respinto l’idea di uno stato palestinese. La risoluzione condanna l’attacco di Hamas al sud di Israele del 7 ottobre e l’assedio e la fame di Israele a Gaza, che stanno producendo una catastrofe umanitaria. Dei 193 membri dell’ONU , 142 Paesi hanno votato a favore della risoluzione, 10 contro e 12 si sono astenuti. Hanno votato contro la risoluzione oltre Israele e gli USA , l’Ungheria, l’Argentina, Tonga, Palau, la Micronesia, Paraguay, Panama e Nauru. I diplomatici di professione affermano che il quadro che si è appalesato all’ONU è veramente imbarazzante per l’asse israelo-americano. Nelle stesse ore in Qatar , l’ex più forte alleato degli Stati Uniti in medioriente, a Doha si svolgeva il vertice straordinario della Lega Araba e dell’Organizzazione islamica mondiale a cui hanno partecipato 42 leader di altrettanti stati fra cui Al-Sisi, Erdogan, Bin Salman , diciamo la ex prima linea degli alleati dell’occidente in quell’area, che hanno condannato l’attacco israeliano al Qatar, parlato di una NATO arabo-islamica di difesa ma soprattutto, e questo dovrebbe preoccupare molto l’occidente, di proliferazione nucleare con Turchia, Egitto e Arabia Saudita che stanno decidendo di costruire reattori nucleari per l’arricchimento dell’ uranio ad uso civile e militare. E la Turchia è membro della NATO. Come ha scritto Karen Tumulty sul Post: “Israele dice da tre anni che sta vincendo la battaglia militare ma certamente sta perdendo la guerra trascinando a fondo anche gli Stati Uniti. Ambedue hanno perso reputazione e credibilità anche fra i governi di destra che spuntano in occidente ma che sulla questione specifica non possono ignorare le opinioni pubbliche decisamente a maggioranza pro-Palestina con le destre storiche che riprendono a parlare dell’ebraismo come il grande male del mondo”. Sullo sfondo c’è stato il summit a Pechino fra Cina, Russia a cui si è associata l’ India gentilmente regalata, ben infiocchettata, insieme al Brasile a Xi Jimping e Putin. Un quadro veramente entusiasmante e del tutto imprevedibile senza Trump. Anche al loro interno sia Israele che gli Stati Uniti sono fortemente lacerate. Nel mondo ebraico, sia in Israele che negli Stati Uniti, sta aumentato lo scontro fra ultraortodossi e ultranazionalisti con i primi che crescono in numero, ora sono il 14% della popolazione israeliana, e sono determinati ad annientare Israele e rimandare a casa i sionisti. Gli ultranazionalisti mal sopportano il contrasto politico, sociale e militare che fanno gli ortodossi alla creazione della Grande Israele e alla restaurazione del Regno di Davide. A loro volta gli ortodossi insultano i nazionalisti e li apostrofano come “blasfemi” in quanto ,come confermato dallo storico Barbero , non è mai esistita una Grande Israele anzi non è mai esistito il Regno di Davide e anche la reale esistenza di Davide è fortemente dubbia. Negli Stati Uniti sono presenti comunità ortodosse ma soprattutto comunità e organizzazioni ultranazionaliste, che sono quelle che più sostengono e difendono Israele, con scontri fra le due fazioni ,soprattutto a New York, quasi quotidiane con gli ortodossi che issano bandiere palestinesi e bruciano quelle di Israele. Anche all’interno del trumpismo c’è la fazione MAGA che è dilaniata fra la fedeltà al capo e le questioni del dossier Epstein e dell’ appoggio incondizionato a Israele. Numerosi leaders del gruppo: Steve Bannon, Tucker Carlson, Matt Gaetz, Joe Rogan si sono apertamente dichiarati antisionisti e contrari all’appoggio militare, politico e diplomatico alla guerra di Netanyahu. Marjorie Taylor-Greene, rappresentante della Georgia e portavoce di spicco dei MAGA, è diventata la prima repubblicana a definire “genocidio” gli atti compiuti da Israele a Gaza: “Naturalmente siamo contrari al terrorismo islamico radicale, ma siamo contrari anche al genocidio”. Secondo il podcaster Jack Posobiec, tra gli under 40 il rapporto con Israele va “dallo scetticismo alla volontà di tagliare ogni legame”. Si tratta voci e opinioni che per Trump contano meno di zero e la sua posizione totalmente schiacciata, come quella di Biden e della sua amministrazione, non ammette interferenze da parte di alcuno anche dal mondo MAGA. Inoltre nonostante la censura feroce di Trump e le minacce ai giornali e media l’opinione pubblica è sempre più convinta dell’esistenza di documenti compromettenti dell’affaire Epstein che le lobby sioniste starebbero utilizzando per ricattare Trump. A rincarare la dose dello scontro su Israele negli USA è stato l’assassinio di Charlie Kirk che Trump ha subito attribuito ai “radical left”, radicali di sinistra, prima ancora di sapere che la famiglia dell’attentatore era di stretta appartenenza MAGA. Secondo fonti che stanno uscendo sui social americani, e anche italiani, emergono dubbi e perplessità complottistiche sul possibile coinvolgimento dei servizi americani e israeliani . Lo stesso Kirk aveva espresso il timore di essere fatto fuori per le prese di posizione politiche, diplomatiche e militari contrarie a Israele. Un ipotesi che gira è che Kirk, che aveva 6 mln. di follower soprattutto giovani, sia stato assassinato per evitare che ne influenzasse con opinioni critiche su Israele. Ora a capo del movimento hanno messo il vice presidente Vance che nella prima dichiarazione ha confermato “appoggio incondizionato ad Israele…nel nome di Kirk!!”. Probabilmente solito complottismo ma che si sta ingrossando di giorno in giorno e che deve far preoccupare sia Trump che i sionisti della continua e persistente presenza nell’opinione pubblica e sui media. Il Mossad oramai sta dentro in tutto quello che succede o non succede negli Stati Uniti e nel mondo. I commenti dei lettori nei giornali americani si chiedono quanto il Mossad abbia infiltrato e corrotto la Cia, l’FBI e tutte le agenzie di sicurezza americane e dell’occidente. Questo implica una certa ossessione, un senso di paura verso questa organizzazione, e quindi di Israele, che ritengo del tutto infondata, ma che si sta insinuando in occidente come di un pericolo oscuro, invisibile che potrebbe mette in pericolo le nostre vite e le società in cui viviamo. Questo si somma, soprattutto negli Stati Uniti, all’opinione che le banche e la finanza ebraica possono decidere le sorti degli Stati Uniti e dei suoi cittadini. Anche questo lo escludo categoricamente. Spesso si sente parlare a vanvera della famiglia Rothschild, e ci si riferisce soprattutto del ramo inglese e americano, che fu tra quelli che più di tutti finanziò la nascita di Israele. E’ un gruppo bancario e d’affari che non ha più la stessa influenza e forza finanziaria che aveva fra la fine dell’800 e gli anni ’50 ed è incomparabilmente meno ricca degli attuali oligarchi come Bezos, Musk o, come da qualche giorno, il neo primatista Larry Ellison. E’ una famiglia di affaristi che è stata più oggetto di ricatti da parte dei sionisti!! che soggetto di attività cospirative. E’ proprio il montare esplosivo di teorie cospirative e ricattatorie è indicativo di un sentimento per ora ancora antisionista che sta crescendo nel mondo e che non c’è mai stato nemmeno negli anni ’30 in Germania. D’altronde se Netanyahu si ritira in questo momento da Gaza ha perso la guerra e pure il governo e domani mattina sta davanti ai giudici sia nazionali che delle corti penali internazionali. l’Iran si sta sempre più avvicinando alla Cina e gli abbracci e baci con gli altri leaders arabi a Doha esclude un suo isolamento. Il mondo arabo ha capito, se proprio ce ne fosse bisogno, che gli USA hanno un solo alleato in medioriente gli altri sono solo amici acquistati con i dollari. Nel mondo cattolico la rete “Preti contro il genocidio”, il gruppo di oltre mille sacerdoti, religiosi e vescovi, ha deciso di prendere posizione pubblicamente “per rispondere ai crimini dello stato di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza e nei Territori Occupati”. In Europa escluso l’Ungheria e in parte il quello italiano gli altri governi, se non lo hanno già fatto, stanno per riconoscere lo stato di Palestina con le opinioni pubbliche sempre più favorevoli a tagliare i ponti con Israele e l’applicazione di sanzioni. La gran parte dei porti mediterranei ha deciso di bloccare il lavoro sulle navi che trasportano armi o prodotti per produrre armamenti a Israele. E’ un fiume che da carsico sta uscendo fuori in modo tumultuoso e che si va ingrossando di giorno in giorno nonostante la repressione che in tutto l’occidente fanno i governi alle manifestazioni pro Palestina. Se Trump e Netanyahu non sono in difficoltà chi? Ma non sanno come uscirsene.
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