22 Dicembre 2025
Il fallimento di Bruxelles e il realismo di Miami

Aree di crisi nel mondo n. 270 del 21-12-25
Per analizzare correttamente questa fase del conflitto, dobbiamo spogliarci delle narrazioni edulcorate di Bruxelles e guardare alla cruda realtà dei fatti, sia diplomatica che militare.
Ecco il quadro aggiornato, con lo sguardo rivolto a ciò che accade dietro le quinte.
La disfatta di Von der Leyen: Il “furto” sventato
Iniziamo dalla “Caporetto diplomatica” di Ursula von der Leyen al Consiglio Europeo di questa settimana.
La Presidente della Commissione è uscita pesantemente ridimensionata.
Il suo piano aggressivo, volto a sequestrare (o meglio, “rubare”) i fondi sovrani russi congelati per finanziare lo sforzo bellico di Kiev, si è schiantato contro il muro del realismo economico di paesi come il Belgio (dove risiede la maggior parte di quegli asset tramite Euroclear) e l’opposizione interna.
Nonostante i sorrisi di facciata, la verità è che l’UE non è riuscita a imporre la propria volontà legale su asset protetti dal diritto internazionale, temendo un collasso della fiducia globale nell’euro.
Il risultato? Un “capolavoro al contrario”: invece di usare i soldi di Mosca, l’Europa si è indebitata per altri 90 miliardi di euro, caricando sulle spalle dei contribuenti europei un prestito garantito dal bilancio comune.
È la certificazione di un’impotenza strategica che la stampa internazionale più attenta non ha mancato di sottolineare.
- StartMag: Asset russi, perché il Consiglio europeo è stato un fallimento per Von der Leyen e Merz (Analisi della sconfitta politica dei falchi tedeschi).
- Askanews: Von der Leyen e Merz, i grandi sconfitti del vertice.
- Il Fatto Quotidiano: Vertici UE: volevano punire la Russia a costo zero, hanno indebitato l’Europa.
Miami: La diplomazia dei fatti scavalca l’ideologia
Mentre Bruxelles discute di bilanci, a Miami si tenta di scrivere il futuro.
L’incontro tra il russo Kirill Dmitriev e gli inviati di Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, ha segnato un passaggio cruciale.
I russi hanno definito i colloqui “costruttivi”.
È evidente che l’amministrazione americana stia già trattando i termini di un congelamento del conflitto, ignorando le velleità di vittoria totale di Zelensky.
Ma parlare di “congelamento di conflitto” non è sufficiente per Mosca che invece vuole esclusivamente una pace duratura e che le garantisca sicurezza a lungo termine.
Qui il punto è centrale: gli USA cercano una via d’uscita rapida per disimpegnarsi dal pantano ucraino.
La delegazione di Kiev è presente in Florida, ma i russi hanno chiarito che, per ora, non ci sono tavoli trilaterali ufficiali: Mosca parla con chi ha il potere decisionale, ovvero Washington.
- AP News: Inviato del Cremlino a Miami per discutere il piano di pace USA.
- PBS: Dettagli sui colloqui Kushner-Dmitriev in Florida.
Analisi dei Fronti: Verso la spallata finale
Veniamo alla situazione tattica.
1. Il Settore di Huliapole
È qui che si sta concentrando la nuova spinta russa. Dopo aver messo in sicurezza il settore meridionale, Mosca sta cercando di scardinare l’ultima linea difensiva ucraina prima della steppa che porta verso Zaporizhzhia.
L’obiettivo è eliminare il saliente e minacciare le retrovie del fronte sud.
- Analisi del fronte sud e movimenti su Huliapole
- 2. Pokrovsk: L’agonia della logistica
La situazione a Pokrovsk resta drammatica per le AFU. Come ho spiegato dettagliatamente nel video qui sotto, la perdita dei nodi ferroviari sta rendendo impossibile la rotazione delle truppe, che ormai combattono in uno stato di esaurimento totale.
3. Kupiansk e il settore Nord
La pressione russa sull’Oskil continua. Si sta lavorando per isolare i nuclei difensivi ucraini rimasti sulla sponda orientale del fiume.
Nel frattempo gli Ucraini avanzano ancora sulla parte ovest della città, dove da alcune settimane hanno avviato la loro offensiva, parallelamente all’inizio delle consultazioni con USA e alleati UE, che determineranno la possibilità per Kiev di proseguire il conflitto.
Il comandante Syrsky, per avviare prima e proseguire ora l’offensiva, ha dovuto distrarre diverse brigate e battaglioni dal fronte di Sumy.
Ne ha spostate anche alcune in direzione di Pokrovsk, dove forse tenterà di rientrare, sempre per fini propagandistici.
Nel frattempo i Russi sono nuovamente entrati nella regione ucraina di Sumy aprendo un nuovo fronte oltre a quello già presente.
- Aggiornamento settori Nord e Kupiansk
- 4. Il fallimento di Mirnograd
L’avventura ucraina in Mirnograd è ormai giunta al termine. Quello che doveva essere un asset per le trattative si è trasformato in una trappola mortale che ha drenato le migliori risorse di Kiev.
Oramai le forze circondate al suo interno non hanno alcuno scampo, e nelle ultime due giornate la situazione per loro, è decisamente precipitata.
Da due giorni, di fatto, non esiste più alcuna linea di difesa e da ieri pomeriggio, addirittura, non sembrano nemmeno più opporre una vera resistenza.
Possiamo davvero considerare caduta anche Mirnograd.
- Video correlati per approfondire:
Siamo di fronte a un paradosso: l’Europa di Von der Leyen si carica di debiti per una guerra che i suoi stessi alleati americani stanno già chiudendo a Miami.
Il campo di battaglia sta emettendo la sua sentenza definitiva, e non sarà a favore di chi ha creduto che bastasse “sanzionare”, “congelare” o “rubare” per cambiare l’esito della storia.
Le prossime settimane saranno decisive per capire quanto riusciranno le parti ad avvicinarsi per arrivare ad un possibile ed auspicabile compromesso tale da garantire il ritorno della pace in Europa o se invece le distanze rimarranno abissali e la guerra resterà il tema conduttore di questo lungo inverno.
Stefano Orsi

