10 Marzo 2025
Naufragio di nave Ercole, il primo mistero dell’Italia unita
Due cose non sono mai mancate in questa nostra Italia. I misteri e lo spreco di pubblico denaro. Una lunga storia quella dei misteri italiani.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Due cose non sono mai mancate in questa nostra Italia. I misteri e lo spreco di pubblico denaro. Una lunga storia quella dei misteri italiani.
Che inizia nella notte tra il 4 e 5 marzo 1861. Dodici giorni prima della proclamazione del Regno D’Italia. Regno D’Italia che stava nascendo per l’azione militare del Regno di Sardegna e di Garibaldi. Garibaldi, l’eroe dei due mondi, il condottiero della spedizione dei Mille.
Uomo di grande carisma. Per questo visto con forte diffidenza a Torino da Cavour e osteggiato anche da Mazzini.
Questa Italia unita nasceva in un modo controverso. Era diventata una annessione al Regno di Sardegna. Andando contro il sentimento di tanti, che volevano l’Italia unita ma con una diversa formula.
Garibaldi poteva essere il simbolo di un certo malessere, anche verso la politica estera del nascente Regno d’Italia. La stella di Garibaldi doveva smettere di splendere, iniziano così gli attacchi alla sua persona. Anche accusandolo di gestire male i fondi dei Mille.
Quando i Mille partono da Quarto le risorse finanziarie a disposizione di Garibaldi, ammontano a circa 90000 franchi francesi. 14000 franchi vennero affidati a Ippolito Nievo, imbarcato con i Mille, che riceve incarico di provvedere alle spese correnti della spedizione garibaldina.
Nievo, oltre ai 14000 franchi, riceve anche 10000 piastre della Sublime Porta turca. Nievo si trovò ad affrontare le tantissime richieste di soldi da parte delle unità combattenti.
Infatti ai Mille si erano aggiunti, in terra siciliana, altri 15000 arruolati. Che era necessario vestire, nutrire e armare.
Quello di Garibaldi non era un esercito professionale, regnava l’inesperienza, anche nella gestione dei fondi. Non erano rari casi di acquisti pagati due volte o di contratti di fornitura a prezzi molto più alti del dovuto.
Questa sarà una costante nella gestione del denaro pubblico. Una certa disinvoltura nella gestione di fondi pubblici, che anche se non costituisce reato, porta comunque danno.
Da noi regna ancora il “Tanto paga Pantalone”. Non abbiamo la radicata coscienza che il denaro pubblico è denaro nostro.
Ritornando a Garibaldi, gli attacchi per la cattiva gestione dei fondi per la spedizione dei Mille, diventano sempre più violenti. Venne richiesto a Ippolito Nievo il rendiconto delle spese, da inserire nel bilancio generale dello Stato per il 1860 che verrò presentato alle Camere.
Nievo prepara quindi un corposo faldone, con il rendiconto di tutte le spese. Rendiconto, che avrebbe dimostrato, secondo le intenzioni di Nievo, le falsità delle accuse a Garibaldi.
Lunedì 4 marzo 1861 Nievo si imbarca a Palermo sulla nave Ercole con la quale raggiungerà Napoli. Dove consegnerà il rendiconto a Garibaldi.
L’Ercole era una nave vecchia, affidata ad un comandante di grande capacità. L’Ercole parte alle 12.20 del 4 marzo 1861. Non arriverà mai a Napoli.
Nessun relitto, nessun corpo. Scompare anche Nievo e il suo rendiconto.
Forse la nave è stata colpita da una violenta ma breve tempesta a 20 miglia dalle Bocche Piccole di Capri o affondata da una bomba, secondo alcune teorie. Per impedire a Nievo di consegnare il rendiconto che avrebbe svelato anche l’identità dei finanziatori occulti della spedizione dei Mille.
Inizia così la lunga e feconda stagione dei misteri italiani.
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