Esteri
Spettacolo indecoroso e vergognoso alla Casa Bianca
Abbiamo assistito ad un ennesimo degrado del livello della politica nella sfera occidentale.

Si Stefano Orsi
Aree di crisi nel mondo n.235 del 2-3-2025
Spettacolo indecoroso e vergognoso alla Casa Bianca
Washington
Abbiamo assistito ad un ennesimo degrado del livello della politica nella sfera occidentale.
Nell’ambito del già presentato processo di creazione di una exit strategy statunitense per salvare la faccia dalla sconfitta subita contro la Russia in Ucraina, gli USA si stanno creando l’alibi perfetto per abbandonare l’Ucraina, vittima designata del loro piano per combattere in una sola mossa la Russia e la UE, e la stessa Europa a cui intendono lasciare la sconfitta e i costi della ricostruzione post bellica dell’Ucraina.
Per poter abbandonare la scena senza apparire sconfitti, hanno una sola possibilità, mostrare di essere convinti nel voler cercare la via della pace, mentre intendono fare altro, e dimostrare, al mondo che siano altri a voler continuare il conflitto.
La strategia di Trump pertanto è diretta a provocare gli “Alleati” al fine di causarne la reazione, e ci sta riuscendo, prima ha mandato Vance ad insultare gli Europei alla conferenza di Monaco, ha maltrattato sia Macron che Starmer, a quest’ultimo ha chiesto, prendendolo in giro, se intendesse combattere la Russia da solo, causando le risate della platea di giornalisti.
Con Macron ha cercato di usare la mimica corporea, per dimostrare la sottomissione del francese, cosa che ha dato fastidio al Presidente Macron, che quando Trump gli ha messo una mano sul ginocchio, l’ha presa ed allontanata in maniera decisa, anche se nessuno sembra averlo notato.
L’altro ieri ha ricevuto Zelensky, l’incontro era in forse, il tema era la firma per la cessione dei centinaia di miliardi di dollari in risorse agli USA, in cambio praticamente di nulla, a titolo di “risarcimento”, avete letto bene, risarcimento, per le spese subite dagli USA per causare il conflitto e sostenere chi lo combatteva in loro vece.
Zelensky invece voleva chiedere delle modifiche, garanzie di sicurezza per il paese nella fase post bellica in caso riuscissero ad ottenere un cessate il fuoco, cosa di cui dubito.
Trump non intendeva affatto modificare la proposta avanzata, ma su pressione francese e britannica ha permesso a Zelensky di andare a Washington per firmare, non per discutere però.
Il patatrack
Appena sceso dall’auto davanti alla Casa Bianca, Zelensky è stato accolto con lo sfottò di Trump che lo lodava per l’eleganza, indossava il solito completo verde militare.
Il colloquio formale inizia di fronte a una platea di giornalisti e telecamere impressionante per le dimensioni della stanza.
Tutto inizia con calma ma subito Trump non parla della Russia come responsabile del conflitto, cosa che in effetti non è, ma avendo finora sostenuto il contrario per causare il conflitto, la posizione degli USA è totalmente mutata.
Zelensky invece procede sulla linea fin qui tenuta, stigmatizzando invece di essere stati aggrediti e che le garanzie di sicurezza post bellica devono esserci.
In questo corregge più volte Trump.
Scatta poi il crescendo di provocazioni rivolte a Zelensky, un compiacente giornalista lo provoca e offende chiedendogli se non abbia un abito da indossare presentandosi sempre in verde oliva, la domanda è provocatoria in quanto sono tre anni che Zelensky si presenta così a sottolineare lo stato di guerra del suo paese, fuori luogo quindi la domanda se non fosse inseribile in una strategia volta a fargli perdere il controllo.
I toni si alzano, è chiaro che Zel. non intende concedere le risorse del suo Paese in cambio di nulla, e Trump lo sa bene, per cui lo riprende e insulta più volte dandogli del poco intelligente, dell’ingrato, lo fa anche il vice presidente Vance, da li in avanti si assiste quasi ad una rissa interrotta poi da Trump che chiude la discussione dicendo che ci sia stato sufficiente spettacolo per le tv e che si possa sospendere.
Pochi minuti dopo l’uscita dei giornalisti, Zelensky veniva cacciato dalla Casa Bianca, saliva da solo sull’auto e se ne andava.
Meeting europeo a Londra
Il giorno dopo è volato a Londra dove ha incontrato il premier Starmer e oggi partecipa al meeting europeo sull’Ucraina. Presenti Von der Leyen, il presidente del Consiglio Europeo Costa, il segretario generale della NATO Rutte, Macron, Starmer come padrone di casa, Meloni, il cancelliere uscente Scholz, Tusk, Sanchez, Schoof, Frederiksen, Stare, Kristersson, Orpo, Fiala, Ciolascu, partecipa anche il Canada, presente il ministro degli esteri turco Fidan.
Meloni ha partecipato and un mini vertice a parte con Zelensky e Starmer, ha ribadito la sua fedeltà agli impegni verso Kiev ma parla ancora di trattative di pace giusta, forte e duratura con forti garanzie di sicurezza per Kiev, proprio quelle che Trump si è persino rifiutato di prendere in esame, figuriamoci se ora proseguiranno le trattative con la mediazione USA. Meloni è in forte imbarazzo per le opposte posizioni che dovrebbe sostenere, da un lato quelle USA dall’altra quelle della UE, per non contare delle sue promesse a Zelensky e dell’accordo sottoscritto con Kiev.
Meloni auspicherebbe che l’Occidente non si dividesse, ma temo che i fatti e la storia la stiano superando.
La UE, la GB e i Paesi NATO che finora hanno sostenuto la guerra voluta da Washington ora si trovano a fare i conti con i loro sbagli, sostenere il conflitto anziché mediare e accettare i compromessi e avere la pace.
Hanno creduto alle informazioni date loro dagli “Alleati” USA, che la Russia fosse debole e facile da sconfiggere, che la cosa si sarebbe risolta in breve con una decisa posizione militare, forniture in massa di armi moderne a Kiev, e sanzioni come mai prima d’ora che avrebbero spinto Mosca a ritirarsi, anche perchè non eravamo e non siamo affatto attrezzati per una guerra lunga, a differenza della Russia, poi sappiamo come è andata.
Cosa decideranno al vertice? Se sceglieranno di sostenere Kiev finché non si arriverà ad una pace “giusta” saranno caduti nel tranello di Trump, che si chiamerà fuori, non fornirà altri armamenti a Kiev, sottolineo che dal 20 gennaio nulla sia stato deliberato come forniture militari dal governo Trump, sospenderà anche gli aiuti di intelligence e lascerà che la UE venga sconfitta per averla poi ulteriormente indebolita se non addirittura disfatta, ed il dominio USA su di noi sarà un fatto evidente anche al più ottuso e stupido filo americano.
Trump conduce una battaglia per riallacciare i rapporti commerciali con la Russia, finora ha parlato con loro solo di quello, e per indebolire ulteriormente gli Europei, al fine di favorire il travaso di industrie sul territorio statunitense.
In settimana ha anche annunciato i forti dazi su tutti i prodotti europei pari al 25%, una scure che si abbatte sulla nostra competitività già messa alla corda dal tremendo rincaro dei costi energetici causati dalle sanzioni e dalla distruzione del North Stream 2 da parte degli USA.
Unica speranza di vedere abbassare il prezzo del gas è che Kiev riapra immediatamente il gasdotto dalla Russia, ma quest’ultima ha già detto che per quest’anno, dato il mancato rinnovo da parte di Kiev, non se ne parlerà.
In poche parole siamo tra un incudine, la Russia, ed un martello gli USA.
Il Conflitto prosegue
Nel frattempo il conflitto non solo non si ferma o rallenta, ma procede assai violento. I combattimenti sono serrati nel settore di Kursk, nei settori di Kupyansk, Terny, Chasov Yar, Dverzinsk dove gli ucraini tentano di riconquistare alcuni quartieri, e poi Pokrovsk, Mirnogrod, Kostantinopol e Velika Novosolka, tutti settori dove gli Ucraini perdono villaggio dopo villaggio nonostante tentino sempre di opporre resistenza e contrattaccare.
