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Serena Mollicone, perché potrebbe esserci un nuovo processo ma nessuna verità
Continueremo a cercare e raccontare. Possiamo farlo anzi dobbiamo. Senza condizionamenti da parte di qualsivoglia “schieramento” vincolati solo alla Legge e alla nostra coscienza.
Perché noi non “sappiamo chi è stato” e vogliamo invece saperlo.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Martedì 11 marzo potrebbe arrivare la parola fine sul processo per l’omicidio di Serena Mollicone.
Si esprimerà infatti la Corte di Cassazione sul ricorso del Procura Generale contro l’assoluzione della famiglia Mottola.
La Procura non ha impugnato le assoluzioni di Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale. Divenute definitive.
Ovviamente ci si chiede quale sarà la decisione della Cassazione.
Considerato che parliamo di una doppia conforme di assoluzione soggetta, per l’impugnazione, ai limiti stabiliti ex art 608 comma 1bis cpp l’esito in Cassazione dovrebbe essere scontato. Aggiungendo che la Cassazione è corte di legittimità non di merito.
Questo in teoria perché la pratica è diversa. La Cassazione può indirettamente “entrare” nel merito. Ad esempio giudicando la corretta applicazione del 192 cpp.
Se la Cassazione ritiene necessario un nuovo processo saprà trovare le giuste motivazioni. Magari stabilendo che non si tratta di doppia conforme.
Ipotesi ovviamente. Certamente la Cassazione potrebbe essere il grado di giudizio più insidioso per gli imputati. Acer in fundo?
Quindi potrebbe esserci un nuovo processo. Ma sarebbe utile?
No, perché sarebbe la riedizione dei due precedenti processi. Testimonianze deboli ed elementi scientifici che non portano certezze.
La Corte d’Assise di Cassino ha impiegato oltre un anno per analizzare tutti gli elementi. La Corte d’Assise d’appello ha riaperto il dibattimento con oltre 20 udienze.
Un nuovo processo sarebbe “figlio” più di considerazioni di forma che di sostanza. “Giusto per toglierci lo scrupolo”.
Mancano troppi elementi per superare il ragionevole dubbio. Questo, mettendo da parte la “tifoseria”, è palese.
Da questo punto di vista, quello della Verità oltre ogni ragionevole dubbio, la decisione della Cassazione rischia di essere ininfluente.
Bisogna dire che il processo mediatico accusatorio, criticato nella sentenza d’appello, e il “processo in piazza” del 15 luglio 2022 potrebbero pesare sulla decisione della Cassazione. Eloquenti le parole del Procuratore Generale presso la Cassazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Con amarezza bisogna ammettere che un nuovo processo d’appello servirebbe solo ad alimentare nuovamente il processo mediatico con scarse o nulle possibilità di individuare e punire tutti i responsabili.
Bisognerà fare i conti prima o poi con i tanti errori in ben 24 anni di indagini praticamente ininterrotte.
Inoltre i Mottola sono indagati/imputati da ben 14 anni. Non è un dato che può essere considerato accettabile in un paese civile.
Anche una eventuale assoluzione definitiva rischia di cambiare poco dal punto di vista mediatico per gli imputati.
Facile prevedere attacchi già pochi minuti dopo l’eventuale assoluzione: “noi sappiamo comunque chi è stato, non cambia nulla”; “chiediamo una commissione d’inchiesta parlamentare sull’omicidio di Serena Mollicone per rimediare al fallimento della magistratura”; “non è una sentenza in mio nome, vergogna”, “ci affidiamo alla giustizia divina” ecc.
Ci saranno i soliti articoli e servizi televisivi “furbi” che dopo aver velocemente e poco convintamente accennato all’eventuale sentenza di assoluzione, con il pretesto di ricostruire la vicenda elencherà gli elementi a carico degli odierni imputati.
La realtà è che Serena Mollicone non ha avuto giustizia e rischia di non averla mai. Con il pericolo della prescrizione per eventuali processi a carico di nuovi indagati.
Eppure il suo caso non sarà archiviato.
Continueremo a cercare e raccontare. Possiamo farlo anzi dobbiamo. Senza condizionamenti da parte di qualsivoglia “schieramento” vincolati solo alla Legge e alla nostra coscienza.
Perché noi non “sappiamo chi è stato” e vogliamo invece saperlo.
Lo dobbiamo a Serena, che voleva solo far vivere i propri sogni.
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