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04 Agosto 2025

Quando viaggiare diventa una colpa politica: l’arbitrio delle sanzioni extraterritoriali USA

Non ci sarà giustizia internazionale finché sarà consentito a una sola potenza di decidere chi può salire su un aereo, chi può commerciare, chi può parlare.

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Credit foto https://www.visitusaita.org/partire-gli-stati-uniti/coronavirus-situazione-oggi/

Di Maddalena Celano

Il 16 luglio 2025, all’aeroporto internazionale di Toronto, ho vissuto sulla mia pelle ciò che accade sempre più spesso a cittadini e cittadine che, senza aver commesso alcun reato, si trovano improvvisamente ostaggio di un regime sanzionatorio globale e illegittimo, guidato dagli Stati Uniti e subìto, in silenzio, da molti Paesi formalmente “sovrani”. Il mio crimine? Aver viaggiato, mesi prima, a Cuba.

Un’improvvisa negazione del diritto alla mobilità

In possesso di un regolare biglietto della compagnia Avianca per la tratta Toronto–Bogotá–Managua (volo AV625), con documenti in regola e nessuna segnalazione di rischio, mi è stato impedito l’imbarco senza alcuna spiegazione formale. Il personale ha fatto riferimento, in modo evasivo, a “restrizioni governative”. Sollecitati, hanno ammesso informalmente che il problema era legato a “un precedente viaggio a Cuba”, presumibilmente incrociato nel sistema elettronico ESTA o nei database doganali canadesi, in ossequio a ordini statunitensi.

Inutile è stato far notare che:

  • non sono cittadina statunitense;
  • non stavo viaggiando verso Cuba;
  • non esistono sanzioni ONU che giustifichino tale misura.

Mi è stato negato l’imbarco, il rimborso immediato, la possibilità di prenotare una tratta alternativa. La compagnia aerea ha assunto un atteggiamento passivo e deresponsabilizzante. Sono stata trattata da “soggetto indesiderato” solo per aver esercitato la mia libertà di movimento e il mio diritto di visitare un Paese “non allineato”.

Le sanzioni unilaterali: una rete imperiale fuori controllo

Questo episodio non è isolato. Si inquadra nella lunga storia delle sanzioni unilaterali statunitensi contro Cuba, in vigore dal 1962, e oggi estese in forma extraterritoriale anche a cittadini e imprese di Paesi terzi. Il blocco, rafforzato durante le presidenze Trump e Biden, colpisce:

  • aziende che commerciano con Cuba;
  • navi che attraccano ai suoi porti;
  • piattaforme digitali, carte di pagamento, software;
  • perfino viaggiatori occasionali che osano sfidare la retorica bellica.

Si tratta di un sistema di punizione globale non approvato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e quindi illegale secondo il diritto internazionale. Le cosiddette “sanzioni secondarie” o “misure coercitive unilaterali” non hanno base giuridica e violano i principi fondanti delle relazioni tra Stati:

  • Art. 2(7) della Carta ONU: divieto di ingerenza negli affari interni di altri Stati;
  • Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (art. 13): diritto alla libera circolazione;
  • Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati (artt. 41-42): rispetto della sovranità e della buona fede tra le Parti.

La denuncia delle Nazioni Unite

Numerosi relatori speciali delle Nazioni Unite hanno condannato queste pratiche. Alena Douhan, relatrice speciale ONU sulle sanzioni unilaterali (2020–2023), ha dichiarato che:

“Le misure coercitive unilaterali causano sofferenze umane, ostacolano lo sviluppo e violano i diritti fondamentali dei cittadini nei Paesi colpiti e anche in quelli terzi.”
(Relazione all’Assemblea Generale ONU, A/75/163)

Nel caso specifico del blocco a Cuba, l’Assemblea Generale ONU ha votato 31 volte per chiederne la fine immediata: nel 2023, 187 Paesi su 193 si sono espressi contro l’embargo. Solo Stati Uniti e Israele hanno votato a favore della sua prosecuzione. Eppure, nulla cambia.

L’Europa e il Canada complici silenziosi

L’Unione Europea ha approvato nel 1996 il Regolamento (CE) n. 2271/96 (“Blocking Statute”), che vieta alle imprese europee di adeguarsi alle sanzioni extraterritoriali USA. Ma questo regolamento è sistematicamente ignorato, con la complicità dei governi e la debolezza delle istituzioni comunitarie.

Anche il Canada, Paese che si proclama difensore dei diritti umani, ha una propria legislazione anti-boicottaggio. Tuttavia, nei fatti, le autorità canadesi collaborano attivamente con gli USA nel bloccare individui e beni che abbiano avuto rapporti con Cuba, Iran, Venezuela, Palestina o Siria.

Nel mio caso, l’arbitrio è stato assoluto: nessuna spiegazione scritta, nessun diritto di appello, nessuna protezione diplomatica.

Quando la solidarietà è criminalizzata

Viaggiare in Paesi “non allineati”, manifestare vicinanza ai popoli oppressi, esercitare una scelta consapevole e antimperialista nel turismo è oggi percepito come atto sospetto. La libertà personale è subordinata alla geopolitica. Non serve violare la legge: basta infrangere la narrazione dominante.

Mi domando: dove finisce il diritto di viaggiare e dove inizia l’asservimento geopolitico? Fino a che punto accetteremo che i nostri movimenti, affetti, interessi culturali siano regolati dal Dipartimento di Stato di Washington?

Proposte e appelli

Oggi, come cittadina italiana, come intellettuale e come viaggiatrice cosciente, denuncio pubblicamente:

  1. la violazione del mio diritto alla mobilità e alla libera circolazione;
  2. la complicità della compagnia Avianca nel non fornire spiegazioni né alternative;
  3. la complicità passiva delle autorità canadesi con un sistema di sanzioni che viola il diritto internazionale;
  4. l’assenza di tutele per i cittadini europei sottoposti a misure arbitrarie per ragioni puramente politiche.

Chiedo che:

  • il Governo Italiano e l’Unione Europea prendano posizione per tutelare i propri cittadini all’estero;
  • si applichi concretamente il Regolamento UE anti-sanzioni;
  • si avvii una campagna transnazionale per l’abolizione delle sanzioni extraterritoriali, nel rispetto dei principi del multilateralismo, della legalità internazionale e dei diritti umani.

Perché viaggiare non deve mai diventare un crimine.
Non ci sarà giustizia internazionale finché sarà consentito a una sola potenza di decidere chi può salire su un aereo, chi può commerciare, chi può parlare.

Riferimenti utili

  • United Nations General Assembly, A/75/163
  • UN Human Rights Council Res. 34/13
  • EU Blocking Statute, Council Regulation (EC) No 2271/96
  • Charter of the United Nations
  • Universal Declaration of Human Rights
  • Vienna Convention on the Law of Treaties
  • Alena Douhan, End of mission statements (Iran, Venezuela, Cuba)