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Salvini out, lo spread va giù
di SIMONE DEL ROSSO
Nella settimana decisiva per la risoluzione della crisi di governo, con l’incremento delle quotazioni a favore di un governo M5S-Pd e, contestualmente, con il
tramonto della possibilità del voto in autunno auspicato dalla Lega, i buoni del tesoro poliennali (Btp) hanno raggiunto i livelli di rendimento più bassi della loro storia, e lo spread, ovvero il differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i corrispettivi titoli tedeschi (Bund) è crollato di oltre 70 punti base.
I Btp sono obbligazioni emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze a nome dello Stato italiano al fine di raccogliere capitali da allocare al rimborso periodico degli interessi sul nostro debito pubblico. Lo spread, invece, ci aiuta a capire quanto gli investitori richiedono in termini di rendimento (il tasso di interesse) per sopportare il maggior rischio. È un numero che ci indica se e quanto il nostro debito pubblico è considerato dagli investitori più rischioso rispetto al debito pubblico tedesco.
Più rischioso è valutato lo stato di salute delle finanze italiane, più alto sarà il rendimento dei titoli governativi emessi, più alto il prezzo per coloro che vorranno investire sul nostro Paese, di conseguenza, più alto sarà lo spread. Inoltre, lo spread incide in via indiretta sui tassi di interesse dei mutui e dei prestiti erogati dalle banche a famiglie e imprese in quanto, al momento ci sono circa 400 miliardi di Btp nei bilanci delle banche italiane e ciò comporta, in caso di aumento dello spread, un aumento dei tassi di interesse a cui le banche si prestano denaro, che viene a sua volta prestato a cittadini e imprese; negli ultimi giorni lo spread è crollato di oltre 70 punti base, ciò vuol dire che la differenza di rischio tra Italia e Germania si è ridotta.
Le ragioni che hanno condizionato questa dinamica sono molteplici, ma in primo luogo, c’è da considerare la caduta del governo Conte I e il materializzarsi del possibile accordo tra M5S e Pd, con inevitabile esclusione di Matteo Salvini dal governo.
Questo scenario ha generato significative ripercussioni sull’indirizzo politico del governo agli occhi degli investitori sui mercati finanziari.
Infatti, gli analisti indicano che la probabilità dell’Italexit sta vertiginosamente diminuendo per diverse ragioni. Innanzitutto, perché con la formazione di un governo di legislatura, si eviterebbero le elezioni anticipate, che vedrebbero, stando ai sondaggi e all’attuale legge elettorale, possibile vincitrice la “mini coalizione” di destra Lega-Fratelli d’Italia, entrambi movimenti marcatamente euroscettici. La Lega in particolare vanta tra le sue fila un folto gruppo di economisti no-euro, Claudio Borghi e Alberto Bagnai in primis, che più volte in questi mesi hanno avanzato dichiarazioni irresponsabili in merito alla possibile denominazione del debito pubblico in una nuova valuta (la nuova lira), l’introduzione dei minibot come moneta alternativa all’euro nelle transazioni fiscali, la violazione tout court dei vincoli europei sul deficit/PIL e sul debito pubblico/PIL, la monetizzazione del deficit facendo ricorso alle riserve auree della Banca d’Italia. Queste dichiarazioni hanno spesso avuto ricadute negative sui mercati, con conseguente aumento dei rendimenti dei Btp e dello spread.
Durante l’anno di governo giallo-verde lo spread ha registrato forti oscillazioni. Già il 16 maggio 2018, due settimane prima dell’insediamento del governo Conte I, la scellerata pubblicazione del contratto di governo sull’Huffington Post fece salire lo spread di 30 punti base. Ma una delle più significative impennate degli ultimi anni, si è verificata con la pubblicazione del cosiddetto Piano B per l’uscita dall’euro del futuro presidente Consob Paolo Savona: lo spread ha toccato i 303 punti il 29 maggio. Il momento più caldo si è toccato poi fra ottobre e novembre, con il braccio di ferro fra il governo e la Commissione europea per l’approvazione della manovra finanziaria. Il 20 novembre, alla vigilia della bocciatura di Bruxelles della manovra, lo spread ha raggiunto i 326 punti base. Nel 2019, lo spread è salito a 290 punti base e 285 punti base rispettivamente a metà maggio quando Salvini ha dichiarato di voler sforare il 3% del deficit/PIL e a fine maggio, quando la Camera ha approvato all’unanimità una mozione non vincolante in merito alla possibilità di pagare in minibot i debiti commerciali della pubblica amministrazione.
In queste settimane le ipotesi di elezioni anticipate e la conseguente formazione di una maggioranza parlamentare di destra-centro preoccupano gli investitori.
Infatti, il Parlamento nei prossimi anni sarà chiamato a nominare i vertici di importati aziende pubbliche, ma soprattutto ad eleggere il successore di Mattarella nel 2022. Le ipotesi che il nuovo Presidente della Repubblica possa essere eletto da una maggioranza antieuro, ed essendoci i numeri sufficienti, che venga attuata una modifica della Costituzione al fine di modificare i rapporti con l’Unione Europea, minano la fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia.
Infatti, nella fase precedente alla crisi di governo lo spread si aggirava intorno ai 200 punti base. Il 9 agosto, giorno in cui la Lega ha presentato la mozione di sfiducia al premier Conte lo spread è salito di 41 punti, per via del rischio di elezioni anticipate e per la situazione di incertezza che si è venuta a creare. Ma nelle settimane calde della crisi, tra Ferragosto e il primo giro di consultazioni al Quirinale lo spread ha ripiegato sui 200 punti base. Il 27 agosto le quotazioni del governo giallo-rosso si sono stabilizzate e lo spread è sceso a poco più di 180 punti base. Nella giornata di giovedì 29, lo spread è sceso ancora, arrivando a toccare i 165 punti base.
Tuttavia, analizzando l’andamento dello spread nel 2019, si registra un calo lento ma costante.
La causa principale di tale dinamica risiede nell’annuncio del presidente della BCE Mario Draghi di voler avviare il nuovo programma di acquisto titoli, il . Inoltre, la BCE, dopo la fine del QE, ha mantenuto un atteggiamento espansivo, tenendo bassi i tassi di interesse, al punto da aver messo gli investitori alla ricerca di rendimenti sopra lo zero.
Essendo i bund tedeschi a rendimento negativo, cioè molto sicuri, investitori tedeschi, inglesi, americani e asiatici hanno puntato e stanno puntando sull’Italia.
Intanto, la Borsa di Milano è arrivata a guadagnare il 2% dopo che Giuseppe Conte ha accettato con riserva l’incarico per formare un nuovo Governo targato Pd-Movimento 5 Stelle. È stata la migliore in Europa, facendo meglio delle altre piazze europee. In Italia gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo dato che sembra per il momento scongiurato il rischio di elezioni anticipate e ora attendono dettagli ufficiali sul programma di Governo.
Molto dipenderà dalla prossima legge di bilancio, che, stando alle dichiarazioni dei leader dei partiti della nuova maggioranza, sarà finalizzata a disinnescare l’aumento dell’IVA (ma è più probabile un congelamento per decreto fino ad aprile) e a sostenere la crescita economica, ancora ferma a zero, attraverso investimenti, taglio del cuneo fiscale, salario minimo e sostegno alle famiglie, puntando sulla flessibilità e un accordo con la Commissione Europea.
I margini per la costruzione di una manovra convincente ci sono, per via dei conti lasciati in ordine dal Ministro Tria, che è stato in grado di evitare la procedura di infrazione per deficit eccessivo a luglio, grazie ai risparmi finali di quota cento e reddito di cittadinanza e alle maggiori entrate fiscali; inoltre, se lo spread continuerà a scendere, la spesa per interessi a servizio del debito pubblico continuerà a diminuire. E i miliardi risparmiati potranno essere allocati a sostegno della spesa pubblica. Infine, se il nuovo governo riuscisse a ristabilire un dialogo costruttivo e sereno con l’UE, i margini di flessibilità ottenibili potrebbero essere significativi: dai 10 ai 12 miliardi.
La prossima settimana Conte si presenterà dal presidente Sergio Mattarella per sciogliere la riserva, con l’obiettivo di fare giurare i ministri e presentarsi per la fiducia alle Camere entro il 7 settembre.