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Mountain Bike: Gaia Tormena Esacampionessa:”Ora mi riposo ma voglio iniziare a vincere in altre discipline del ciclismo”

Nel Regno della Mountain Bike c’è solo una Regina: Gaia Tormena, laureatasi per la sesta volta consecutiva Campionessa d’Europa. L’abbiamo intervistata

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Federazione Ciclistica Italiana

Al Campionato d’europa MTB XC ELIMINATOR di mountain bike da un po vige una sorta di proprietà commutativa: cambiando location di gara la vincitrice non cambia. l’anno scorso si impose in Turchia. Gaia Tormena, 22 enne è la stella più luminosa del ciclismo italiano. In questa disciplina ha praticamente vinto tutto: il Campionato Mondiale, la Coppa del Mondo, l’Europeo e il campionato italiano. Ha conquistato anche il primo posto nel campionato italiano Enduro. Questa volta la giovane valdostana si è imposta nella terra di Gibilterra, pedalando con vista mare con il faro che dominava tutto l’ambiente roccioso circostante. Per Gaia è la sesta vittoria sottolineando ancora una volta che in questa disciplina, non c’è spazio per le altre. La Sei volte Campionessa d’Europa ha cominciato subito a tamburo battente, stabilendo il miglior giro nella crono. Nessuna possibilità per le avversarie nei quarti dove ha eliminato la olandese Van Dienst. La semifinale è stata un po più equilibrata ma alla fine l’italiana ha avuto il sopravvento, qualificandosi in finale con la danese Line Mygdam, la cipriota Constantina Georgiou e la francese Madison Boissiere. Finale senza storia con Gaia al primo posto davanti alla Mygdam (ritardo di 5”12 ) e alla Georgiu (5”91).

Gaia prima di tutto complimenti. Che gara è stata quella di Gibilterra?

Grazie mille! È stata una gara abbastanza semplice rispetto ad altre disputate quest’anno. Prima della qualifica avevo un po’ d’ansia perché avevo notato l’ottimo tempo fatto segnare da una giovane ragazza della nazionale Ceca. Mi sono quindi impegnata fin da subito a cercare di prendere la testa della classifica di modo da poter poi scegliere per prima il blocco di partenza nelle batterie. Nel quarto di finale ero con due ragazze molto competitive nel mondo dell’eliminator ma sono riuscita a gestire bene le energie. In semifinale ero tranquilla, per assurdo più tranquilla che nei quarti, forse perché vedevo che il tracciato mi si addiceva abbastanza. Nell’altra batteria delle semifinali le due più forti (la tedesca e la ceca) non hanno passato il turno a causa della caduta della Fromberger e quindi mi sono trovata ad arrivare in finale con ancora più possibilità di vittoria. Il focus era sul non fare errori tecnici, guidare pulito e divertirmi. Nell’eliminator non si può sbagliare, è tutto troppo veloce per poter recuperare, una curva sbagliata o una scivolata possono costarti la vittoria.

Dopo 6 titoli consecutivi hai ancora “fame” o ti senti un po’ appagata?

La fame c’è sempre, vincere è difficile, confermarsi ancora di più. Chiaro, le emozioni sono diverse rispetto alle prime vittorie. Vincere adesso mi da motivazione a lavorare sempre di più e a continuare a sognare in grande.

Qual è stato il momento più difficile, ammesso che ce ne sia stato uno?

Dopo la stagione difficile dell’anno scorso in cui ho mentalmente toccato il fondo, quest’anno sono tornata la Gaia di prima, mi sono goduta ogni gara, ho ritrovato il sorriso e ho avuto solo momenti positivi. Ho intorno persone che mi hanno sempre sostenuta e per questo ci tengo a ringraziare la mia famiglia, gli amici, tutta la squadra del G.S. Lupi e l’Esercito che hanno continuato a credere in me e mi hanno aiutata a ritrovare la motivazione.

Alla luce delle tante vittorie qual è stata la più bella?

La più bella di quest’anno è stata sicuramente il mondiale ad Aalen, in Germania. Il circuito era spettacolare, il pubblico pazzesco, avevo la mia famiglia e tanti amici a tifarmi e condividere una vittoria così importante con loro è stato bellissimo.

Gaia il nostro obiettivo è di puntare i riflettori sugli sport meno conosciuti: ci puoi spiegare cos’è XC ELIMINATOR?

L’XCE (cross-country eliminator) è la disciplina sprint del cross-country. Si sviluppa su un tracciato naturale o cittadino lungo tra i 300 m e i 1.100 m contenente ostacoli naturali e/o artificiali (salti, paraboliche, radici, rocce, scale). La prima fase di gara consiste nelle qualifiche. Ogni partecipante compie individualmente un giro cronometrato. Alla fine ne risulta una classifica che serve a comporre gli abbinamenti per le batterie, composte da 4 riders. Si parte dagli ottavi di finale, l’atleta tra i 4 che ha fatto segnare il miglior tempo in qualifica sceglie per primo il blocco di partenza, il secondo per secondo e così via. Una volta piazzati si agganciano i pedali, si viene tenuti da un volontario che al fischio ti lascia. Nelle batterie si fa un giro se il tracciato è lungo, 2 giri se è breve. I primi due che passano il traguardo procedono ai quarti di finale, gli altri due sono eliminati (ecco perché eliminator). Via così fino alla semifinale dove i primi due al traguardo di ogni batteria vanno a comporre la finale A (o big final) dal primo al quarto posto, i secondi due la finale B (o small final) dal quinto all’ottavo.

Come si gestisce una giornata di gara perchè dalle qualifiche alla finale passano ore. Dal punto di vista atletico, della pressione e dell’alimentazione?

A livello atletico è molto importante essere atleti completi perché in batteria ti servono forza, tecnica ed esplosività ma per essere performante batteria dopo batteria è importante avere nelle gambe l’endurance necessaria a permettere il miglior recupero possibile. Passando poi alla parte mentale bisogna essere in grado di concentrarsi e deconcentrarsi in poco tempo. Sì, perché la concentrazione per la batteria deve essere massima e rimanere a quei livelli di tensione per delle ore ti porterebbe via tantissime energie. A livello di alimentazione ognuno deve trovare la sua soluzione migliore. Io mangio colazione tra le 7:30 e le 8:00, pranzo 3 ore prima della qualifica e poi mi ascolto, se mi viene fame ho delle gelatine da prendere, altrimenti mi gestisco con i gel fino a fine gara. Essendo un tipo di gara che ti manda in acido lattico è importante avere della pronta energia senza però sovraccaricare lo stomaco.

In Italia questo sport non è molto conosciuto. Com’è vissuto all’estero?

All’estero, soprattutto in Francia, viene praticato molto di più. I francesi che si specializzano nell’eliminator sono tantissimi. Da loro c’è anche un circuito nazionale di gare XCE. In Italia vedo che qualcosa si sta muovendo tra i più piccoli. Alla fine è una disciplina propedeutica a tutte le altre, completa e soprattutto è molto divertente. Speriamo prenda piede anche da noi.

Prossimo obiettivo?

L’obbiettivo imminente ora è quello di recuperare le energie e concedermi un po’ di riposo, fisico e mentale. Dopo di che strutturerò la prossima stagione. Mi piacerebbe chiaramente continuare a vincere nell’XCE ma avrò come obbiettivo anche quello di iniziare a vincere in altre discipline del ciclismo. Spero che una buona preparazione invernale mi porti a migliorare le mie prestazioni sotto tutti gli aspetti.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo