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Decathlon: Lorenzo Naidon fa la storia e continua a sognare Parigi
Intervistiamo l’atleta trentino che ai Campionati italiani assoluti di Molfetta compie una straordinaria prova nel decathlon e diventa il quarto italiano nella storia a superare gli 8000 punti e più precisamente è il terzo di sempre. Ora Parigi non è più un’utopia.
DI FABRIZIO RESTA
Credit foto: per gentile concessione di Lorenzo Naidon
Nella città pugliese c’è stata la definitiva consacrazione dell’atleta trentino nella disciplina del Decathlon (100 metri, salto in lungo, 400 metri, salto con l’asta, lancio del peso, salto in alto, 110 ostacoli,1.500 metri, lancio del disco e lancio del giavellotto). Il suo punteggio, superando gli 8000 punti, lo proietta al terzo posto di sempre tra gli atleti italiani più forti di sempre. Certo, il punteggio non è ancora sufficiente per qualificarlo per i Mondiali ma Lorenzo Naidon ha ancora 24 anni ed è in crescita costante: sognare si può. Nel frattempo il trentino si gode il titolo di campione italiano e ci ha resi partecipi della sua gioia con questa intervista.
Lorenzo prima di tutto complimenti. Che cosa provi ad essere in compagnia di persone come Beniamino Poserina, Dario Dester e Paolo Casarsa?
Grazie mille! Sono davvero felice di aver raggiunto questo traguardo: sono molto emozionato e orgoglioso di far parte del “club degli 8000” con atleti di questo calibro, sia a livello sportivo che personale, come il mio amico Dario Dester che è stato tra i primi a complimentarsi con me dopo le gare.
A Molfetta hai stabilito addirittura cinque record personali: 54.34 nel lancio del giavellotto, 10.69 nei 100 metri, 5.20 nel salto con l’asta ,7.45 nel salto in lungo lungo, 49.25 nei 400.
Sicuramente quelli di Molfetta sono stati risultati importanti per il mio cammino: in alcuni confidavo molto, mentre altri mi hanno stupito come ad esempio i 5.20 m nel salto con l’asta; misura che sapevo di poter valere, ma che non mi aspettavo di portare a casa in questo decathlon, soprattutto al primo tentativo.
Hai fatto 8056 punti. Purtroppo per i Mondiali siamo ancora distanti. Il punteggio minimo infatti è 8460.
Così come la gara, anche la preparazione di un decathlon è molto lunga, ed è durante questa che con i miei allenatori, Alberto Faifer e Luca Giordani, abbiamo deciso i nostri obbiettivi. Sin dall’inizio sapevamo che il mondiale di Budapest sarebbe stato molto difficile da raggiungere, soprattutto in ragione di un minimo così alto. Per questo motivo ci siamo concentrati su un’altra meta altrettanto significative: gli 8000 punti. Questo mio nuovo punteggio di 8090 punti non mi farà volare in Ungheria, ma mi aiuterà moltissimo per le prossime tappe del mio cammino, sia nazionale che, soprattutto, internazionale.
Perché c’è un divario così elevato tra atleti italiani e quelli degli altri paesi? Cosa ci manca per essere competitivi?
Sicuramente in Italia manca la cultura delle prove multiple che è invece molto radicata e diffusa sia in Germania che in Francia, per rimanere in Europa, dove le prove multiple dell’atletica sono fortemente incentivate già in età scolastica. Tuttavia, Dario negli ultimi anni ha partecipato a importantissime manifestazioni internazionali come gli ultimi due campionati europei e ha dimostrato come il movimento delle multiple anche in Italia stia crescendo e sia pronto per confrontarsi con i migliori al mondo. Con questo mio primo passo oltre gli 8000 penso di poter contribuire ad aumentare l’attenzione di questa disciplina anche in Italia e l’ho percepito fortemente a Molfetta dalla partecipazione e dal calore del pubblico.
Il decathlon è una specialità molto complessa e quindi di non facile accesso per la necessità di strutture adeguate e per la disponibilità di tecnici preparati. Ad esempio il salto con l’asta, oltre ad avere delle complessità tecniche, richiedono individuali (e costosi) attrezzi ed impianti idonei. Com’è la situazione in Italia?
Il decathlon è senza dubbio una disciplina complessa, ma probabilmente la spesa maggiore è in termini di tempo: allenare 10 specialità differenti richiede impegno e costanza. Per quanto mi riguarda sono stato molto fortunato perché mi alleno allo Stadio Quercia di Rovereto, ottimamente fornito di tutti gli attrezzi di cui ho bisogno, supportato dalla mia società US Quercia e dai miei allenatori Alberto Faifer e Luca Giordani che sono degli ottimi tecnici. Senza dubbio ogni luogo d’Italia deve fare i conti con delle difficoltà e nel mio caso sono le temperature rigide che rendono più complicate le preparazioni invernali. Probabilmente grazie all’attenzione che negli ultimi anni sta ricevendo l’atletica molte strutture in tutta Italia vengono migliorate o addirittura costruire da zero come sta avvenendo a Rovereto che, dopo aver rifatto interamente la pista un paio di anni fa, ora si sta dotando di un nuovo impianto indoor i cui lavori sono partiti proprio in questi giorni.
Kevin Mayer è arrivato a fare 9126 punti, prestazioni sovrumane. La domanda che molte persone si pongono: tutti questi continui sforzi, alla lunga non logorano il fisico?
Le prove multiple per la verità non sono una disciplina così traumatica come possono esserlo altri sport. Sicuramente aiutano ad avere uno stile di vita molto sano e a mantenersi in salute. Il decathlon è indubbiamente una disciplina faticosa ma le emozioni che regala sono indescrivibili e sono proprio queste che mi hanno fatto innamorare di questo sport.
Comunque tu sei giovane e sei in continua crescita. Parigi 2024: sogno possibile?
Fino ad una settimana fa avrei risposto dicendo che era solo un sogno. Questo risultato non mi fa sicuramente illudere di avere la qualificazione olimpica in tasca, anzi, ma mi da’ una base solida e concreta da cui partire per lavorare con ancora più impegno e determinazione per trasformare giorno dopo giorno questo sogno in un obbiettivo.
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