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Valentina Petrillo: “Avvantaggiati? attacchi gratuiti e ingiustificati. Nessuna trans a parte me ha mai vinto nulla”.

Le medaglie di Valentina Petrillo, prima atleta transgender italiana, riaccendono le polemiche sulla partecipazione delle atlete transgender alle competizioni femminili. Sono realmente avvantaggiate? Per ora la scienza non si esprime. I social si e lo fanno nel solito metodo: gli insulti. Abbiamo intervistato la Petrillo per capire cosa significa essere un’atleta transgender oggi

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Augusto Bizzi -FISPES

La napoletana è stata la prima atleta transgender a partecipare a una competizione paralimpica femminile in Italia. Valentina Petrillo ha vinto recentemente il bronzo nella categoria T112 dei 400  e 200 metri alle  Paraolimpiadi in corso a Parigi. Affetta dalla malattia di Stargardt che l’ha resa ipovedente, l’azzurra non è riuscita neanche a godersi la sua prestazione, dato che subito dopo la gara, sui social si è aperta una gara a chi la criticava di più. Oggetto delle polemiche il suo essere transgender la cui colpa è sottrarre spazio alle donne. L’associazione anti-abortista di ispirazione ultra cattolica ProVita parla apertamente di discriminazione verso le donne.

Prima di tutto complimenti per le 2 medaglie. Soddisfatta dei 2 bronzi oppure potevi dare di più?

La finale dei 400 metri potevo correrla meglio. Ho sbagliato la strategia, mi ha sicuramente penalizzata il fatto di essere nella corsia esterna e di avere la mia diretta competitor in prima corsia la quale, essendo accompagnata, ha potuto gestirmi fino all’ultima curva nel momento in cui mi ha superata. Io mi sono accorta in ritardo e lei era lì. Ho pagato un po’ di presunzione, ho dato per scontato che fossi davanti, non me ne sono resa conto. Nello stadio non si sentiva nulla: troppa confusione.

L’Italia paralimpica ha concluso i mondiali con 5 ori, 3 argenti, 4 bronzi e 10 pass validi per i Giochi del 2024. E’ un movimento in costante crescita

Sì è un movimento in crescita ed è molto importante per il suo significato ed il messaggio che porta con sé . È molto importante che si sappia che anche se si può essere sfortunati, la vita ci riserva tante sorprese e lo sport è sicuramente un veicolo di inclusione molto potente.

Sei riuscita comunque a goderti questo risultato oppure le polemiche hanno tolto tutta la magia del momento?

Appena sono tornata in Italia ho iniziato a prendere coscienza di quello che era successo, del grandissimo risultato raggiunto e qualche mese fa insperato. Sto imparando ad andare oltre tutte le polemiche che mi riguardano e sicuramente il risultato sportivo di Parigi mi ha dato molta sicurezza.

VALENTINA PETRILLO ITALIA 400 BATTERIE

“ti piace vincere facile?? A ridicolo” , ” Vai Valentino“, “che cesso! Manco primo tra le donne APPROFITTANDOSI della costituzione di un uomo!” sono alcuni esempi di quello che ti hanno scritto. Come ti fanno sentire?

Qualche mese fa avrei reagito diversamente, magari mettendomi a rispondere a tutti, cercando di convincere che quello che faccio sia giusto. Oggi guardo con molto distacco tutti questi commenti come se si riferissero ad una persona che non sono io. Mi sto rendendo conto di aver fatto qualcosa di importante, di essere stata artefice di una rivoluzione, di un cambiamento epocale e credo che tutto ciò, purtroppo, mi debba toccare direttamente. Purtroppo sono un bersaglio facile da colpire, in quanto la mia figura è piena di pregiudizi e di stereotipi. Nello sport sono il primo caso, qui in Italia ed in generale, sono la prima atleta che nell’atletica leggera ha vinto una medaglia, sia come disabile che come normodotata. Pertanto questa è la storia e io ci sono dentro e dunque devo anche subire questi attacchi. D’altronde anche Jacobs recentemente è stato attaccato e allora bisogna fare l’abitudine. Quello che più mi scoccia è che tutto ciò non ha a che fare nulla con lo sport e sono attacchi gratuiti e ingiustificati.

Al netto degli insulti, che (lo ricordiamo) non hanno alcuna valenza scientifica perché attualmente ci sono poche ricerche sul tema e i casi sono ancora rari per avere risposte complete, tu senti di essere avvantaggiata per la tua costituzione di uomo?

Ci sono pochi casi perché forse in tanti non lo sanno che c’era questa possibilità ( In pratica nell’atletica leggera non si può più fare, a meno che tu non sia paralimpica). In secondo luogo bisogna dire che chi fa una terapia ormonale femminilizzante ha un corpo notevolmente depotenziato e dunque diventa molto pesante fare sport. In terzo luogo bisogna aggiungere che in realtà esistono tante altre trans nel mondo dello Sport, che con i documenti rettificati al femminile e con un passing non vengono identificate come ex uomini. Ciò a riprova che sia un ossimoro sbagliato definire un ex uomo più forte di una qualsiasi donna. Sono stati portati avanti studi da Joan Harper, l’ultimo finanziato dall’università di Londra, che aveva lo scopo di dimostrare questo presunto vantaggio. Dopo quattro anni di studi Joanna Harper non è stata in grado di dimostrare questo vantaggio e pertanto lo studio non è stato pubblicato per ovvi motivi. Qualsiasi teoria che non trova una dimostrazione scientifica è una teoria falsa. I dati dimostrano come sia solo una congettura immaginare che le donne trans siano più forte delle donne cis . Nessuna donna trans nella storia ha mai vinto nulla. Valentina è l’unica che ha vinto due bronzi ai mondiali.

Non è la prima volta che sei nell’occhio del ciclone. Addirittura ad Ancona 30 atlete hanno inviato una diffida alla FIDAL  per non farti entrare negli spogliatoi femminili, mentre in Polonia hai addirittura dovuto rinunciare ai Master di atletica. Ti va di raccontare come le hai vissute?

Purtroppo nel mondo, cosiddetto “senza disabilità”, gli episodi di discriminazione sono stati evidenti sin dalla prima volta…. a marzo abbiamo raggiunto il picco della cattiveria invitandomi di andarmene dal bagno delle donne e accusandomi di falsità prima di una competizione. . Per me tutto questo non ha nulla a che fare con lo sport… sono stata in procinto di lasciare lo sport ma poi la solidarietà delle persone che incontravo e la mia famiglia paralimpica mi hanno dato la forza di reagire.

Paris2023 World Championship Para Atheltic nella foto: Valentina Petrillo Foto Augusto Bizzi

Il rapporto tra sport e transgender: un rapporto difficile. La World athletics, la federazione mondiale di atletica leggera, per bocca del presidente Sebastian Coe ha stabilito di lasciare la porta aperta per quelle atlete che hanno cominciato la transizione in età infantile (prima dei 12 anni)ma con la contemporanea azione di una commissione il cui compito è comprendere se effettivamente la pubertà maschile conferisca vantaggi oggettivi alle atlete trans. L’Ipc (Comitato paralimpico internazionale) è rimasto al valore massimo di 10 nanomoli (livello testosterone, ndr). Per te quale sarebbe la soluzione più giusta e rispettosa?

Quella di World Athletics è di fatto una esclusione, in quanto è praticamente impossibile accedere ai bloccanti della pubertà a cui fanno riferimento loro. Ci sono pochi centri in Italia, solo due e viene fornito il farmaco bloccante solo in determinati casi molto particolari e se i genitori non sono d’accordo, non si può erogare. Mettiamoci nei panni di un ragazzino di 11 anni che deve decidere per il suo futuro: è impossibile e tra l’altro è una cosa scorretta pedagogicamente oltre che al limite della legalità per istigazione alla soppressione di organo funzionante che è un reato in Italia. Invocano la scienza che dovrebbe giustificare il fatto che un uomo sia più forte di una donna ma questo non lo potranno mai trovare perché non è vero in maniera assoluta, altrimenti avremmo sempre maschi più forti delle donne e questo non è assolutamente vero. Presunti vantaggi biologici esistono in tutte le categorie di persone e anche tra le varie razze . Gli unici studi finora condotti sul tema sono stati quelli di Joanna Harper la quale non è riuscita, nonostante i tanti soldi investiti da Londra, a dimostrare che ci sia un reale vantaggio dell’ uomo rispetto alla donna. Quello che si può fare è interpretare i dati a nostra disposizione e cioè il calo delle performance che, ad esempio, ho avuto io ma purtroppo di ciò nessuno ne parla. Io credo che non sia giusto doversi sottoporre ad una terapia ormonale, laddove una persona si senta in un genere diverso dal proprio. Le regole del CEO del 2022 eliminano il concetto del testosterone. D’altronde abbiamo già verificato come sia solo nella testa delle persone il concetto di superiorità dell’uomo rispetto alla donna. .. sebbene già dal 2015 si sia paventato un’invasione degli uomini nella categoria femminile, ciò non è mai avvenuto e soltanto 4/5 persone trans, tra cui io, ci siamo distinte in otto anni; questo deve lasciar riflettere e nessuna ha mai vinto nulla. Pertanto questo è solo pregiudizio e discriminazione e preconcetti sbagliati

VALENTINA PETRILLO ITALIA 400 BATTERIE

Purtroppo la tua categoria è riconosciuta da troppo poco tempo ma non è tanto una questione sportiva: l’Italia è uno degli ultimi paesi d’Europa per ciò che riguarda i diritti e la qualità delle persone transgender. Al di fuori dello sport, nella tua vita quotidiana ti senti discriminata?

Fortunatamente quando ho iniziato la transizione avevo già realizzato tutto nella mia vita, quindi avevo una posizione sociale accettabile, un buon lavoro . Devo però riportare il fatto che l’accesso al mondo del lavoro da persona transgender è molto difficoltoso. Viviamo ancora nel pregiudizio ed in generale, ogni cosa della mia vita io devo conquistarmela partendo da un handicap, che non è quello della vista ma è quella del pregiudizio.

Tu sei la prima persona transgender ad avere avuto l’autorizzazione a gareggiare nella categoria femminile. Tu hai già fatto la storia ma il tuo più grande sogno qual è?

Il mio più grande sogno è partecipare alle Paralimpiadi. Lo sogno da quando aveva 7 anni, quando vidi Pietro Mennea vincere le Olimpiadi di Mosca del 1980. Li nasce la mia passione per l’atletica, lì nasce il mio sogno Olimpico.

C’è documentario su di te: “5 nanomoli – Il sogno olimpico di una donna trans” di Elisa Meneghetti dove esprimi il tuo grande d’amore per l’atletica

Il film è stata un’esperienza bellissima, in cui si sono susseguiti tre anni e mezzo avvincenti e spesso in attesa. Quando abbiamo iniziato a girare nessuno sapeva come poi sarebbe finita. Resta l’amaro in bocca perché alla fine svanisce il sogno di Tokyo però nella vita ci sono altri sogni e io continuò a sognare.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo