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Mauro Nespoli:”l’esperienza e la maturità agonistica saranno la mia forza”

Intervista a Mauro Nespoli, arciere d’argento a squadre ad Antalya

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: per gentile concessione di Mauro Nespoli

Buongiorno Mauro, grazie per aver accettato la nostra intervista.

Grazie a Voi, è davvero un piacere

Prima di tutto compimenti per l’argento nella finale ad Antalya, prima tappa della coppa del mondo. Soddisfatto o hai qualche rimpianto?

Sono abbastanza soddisfatto della prestazione ad Antalya. Quando scendo sulla linea di tiro l’obiettivo è dare il massimo e qualche errore avrei effettivamente potuto evitarlo. Il risultato finale sia nella competizione individuale sia nella competizione a squadre però conferma che posso e possiamo giocarcela con tutti.

Taipei era davvero così imbattibile?

Non era imbattile in termini assoluti ma oggettivamente ci hanno lasciato pochissimo spazio di manovra. Sono stati quasi impeccabili e gli errori sulle nostre primissime frecce hanno sicuramente dato al match una piega a loro favorevole.

Non c’erano le tante temute Corea del Sud, Cina e Malesya. Soprattutto con la Corea, cosa ci manca per essere come loro o meglio cosa hanno più di noi?

Lo sapessi starei già lavorando per recuperare il gap e superarli pure. Sarcasmo a parte, hanno una struttura a livello scolare giovanile decisamente ben organizzata e questo non può che produrre atleti di altissimo livello, raggiunta la maturità.

Nel torneo misto sconfitta di misura con gli Usa per 19-18 ai quarti. Un po di sfortuna o troppa tensione?

Gli spareggi sono così, si può vincere come perdere e tutto si decide nell’ordine del millimetro. Credo che sfortuna e tensione abbiano concorso in egual misura. Abbiamo ancora tempo prima dei Giochi di Parigi ma è imperativo alzare ulteriormente il nostro livello.

Se a livello di squadra siamo andati bene, a livello individuale non siete riusciti a giocarvi una medaglia. Tu sei arrivato ad un passo dalla semifinale ma la sconfitta con Brady Ellison ha vanificato i tuoi sforzi. Cos’è mancato?

Sono contento del punteggio medio tenuto durante tutti i match che ho disputato ad Antalya. È un segnale importante circa il lavoro svolto durante la preparazione invernale, soprattutto considerando che siamo ancora all’inizio della stagione outdoor 2022. Brady Ellison si è rivelato nuovamente una spina nel fianco ma inizia a sudarsi il passaggio di turno. Sono quasi pronto per lo scacco matto.

È molto differente gareggiare a squadre dal farlo individualmente?

Mi piace ripetermi la frase di Marco Galiazzo “il bersaglio è sempre lo stesso, la distanza anche”. Qualche differenza a livello emotivo c’è. Nella competizione a squadre hai maggiore responsabilità nei confronti dei tuoi compagni, le tue frecce condizionano anche la loro prestazione ma se il gruppo è affiatato non necessariamente si tratta di un peso.

Qual è stata la gara che ti ricordi più piacevolmente e quella che invece ti ha lasciato un po’ l’amaro in bocca?

Dire i Giochi di Tokyo sarebbe un po’ banale quindi rispondo la Finale di Coppa del Mondo 2019 a Mosca, con mia sorella nel box tecnico. Sembravamo due pesci fuori dall’acqua eppure sono arrivato a un passo dalla vittoria. È stata una esperienza molto divertente. Tra le competizioni amare due sono abbastanza recenti, i campionati del mondo dopo le Olimpiadi a batterie totalmente esaurite e il torneo di qualificazione a squadre per Tokyo; la prima avrei fatto meglio a saltarla, la seconda invece avrebbe potuto e dovuto avere risultato completamente diverso.

Tu sei un atleta di grande esperienza: Classe 87, hai partecipato alle olimpiadi di Londra, Pechino, Tokyo e sei sempre andato a medaglia (2 argenti e un oro) e tantissime gare di coppa del mondo e non. Quanto è cambiato nel corso di tanti anni sia l’arco in sé ma soprattutto la preparazione?

In questi anni l’attrezzatura non ha subito variazioni significative. Il grosso salto di qualità è stato fatto nella preparazione. L’arciere non si considera più come lo “sfigatello che non riusciva in altre discipline” e viene inquadrato come Atleta a tutti gli effetti. Oltre all’allenamento con l’arco curiamo preparazione fisica, mentale e alimentazione.

Come hai vissuto tu la pandemia e quanto ha influito sulla tua preparazione per la coppa del mondo? Soprattutto come ti sei allenato?

La pandemia ha scombussolato completamente la vita di tutti e la mia non è stata da meno. Ho cercato di mantenere un briciolo di normalità continuando ad allenarmi come se nulla fosse cambiato, mantenendo pure le stesse date per simulare le competizioni cancellate durante l’emergenza covid. Fisicamente ho risposto molto bene ma è stato molto pesante dal punto di vista mentale il clima di insicurezza e incertezza in cui abbiamo dovuto lavorare e vivere. Iniziamo a uscirne ora ma sarà ancora lunga prima che spariscano le cicatrici.

La concentrazione è tutto nel vostro sport. Come la allenate?

Lavoro da anni con vari psicologi dello sport. Sono parecchie le tecniche e le strategie utilizzate. Il mantra resta sempre quello di riuscire a fare cose più complicate di quelle che mi troverò ad affrontare in gara.

Prossimo turno nella tanto temuta Corea del Sud dal 16 al 22 maggio, con un occhio a Parigi 2024. L’età non conta?

La prossima tappa in Corea del Sud sarà estremamente importante. Avremo modo di ritrovare i top team e capire meglio quale sia la reale situazione internazionale. Un occhio è già puntato a Parigi ma l’altro guarda pure verso Los Angeles 2028, sicuramente l’energia gioca a favore dei 20enni ma l’esperienza e la maturità agonistica saranno la mia forza.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo