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Società

Ribelli conservatori degli anni 80

Sono stati solo le comparse di un film sulla rivoluzione che non è stato mai girato ed il cui copione non hanno mai nemmeno capito ed infondo oggi sono contenti così: nessuno di costoro infatti aveva voglia di impegnarsi a capire le battute di qualcosa che mai lo avrebbe riguardato.

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Credit foto dagospia.it

No, non sono cambiati: gli stessi gruppi di una volta, come una volta impenetrabili. Vestiti sempre di abiti di latta, staccati dal mondo nel quale hanno speso un’ intera vita. 

Ancora e sempre pronti a sorridere, con i capelli mossi dal vento, uguali a trent’anni fa, ma con la pelle più sottile (solo questo avete lasciato che il tempo vi imponesse). 

Sì, sorridete ancora, tutti liberi e felici come un tempo, quell’età dell’oro che è valsa solo per voi, tutti ancora “spettinati ma spettinati bene”, sempre su un palcoscenico a fingere di voler fare le rockstar, tutti in realtà desiderosi di essere ciò che siete poi diventati: sbiadite comparse di un film mai girato.

Ciononostante, voi, il cast del film, rimanete immobili, negli stessi posti, negli stessi abiti e sorridete. Eravate la giovane intellighenzia alternativa che infaticabile, si muoveva nelle notti baresi, avevate una proposta: sareste stati voi a regalarci nuovi colori con cui tinteggiare le strade, nuovi tempi che spazzassero via i noiosi pranzi delle domeniche in famiglia, nuovi modi di stare assai e di rifondare la città. 

Ma la città, Bari,a voi piaceva così com’era. 

Ed allora perché quel voler essere diversi ad ogni costo, quel definirvi comunisti o anarchici, se comunisti erano Pasolini o Berlinguer? Cosa avevate voi in comune con Pasolini o Berlinguer? 

A guardare oggi nelle vostre vite, un cambiamento rispetto a quelle di vostra madre o di vostro padre c’è ed è che non avete avuto il coraggio di fare nemmeno le scelte che loro avevano fatto: siete stati incapaci di guardare oltre la vostra individualità e di mettervi al servizio di qualcosa o di qualcuno. 

La vostra non era la generazione dell’ impegno politico alla luce di un ideale condiviso. 

Ciascuno di voi voleva essere una star, non aveva un messaggio che andasse oltre questo e nella speranza e nell’attesa che il tempo facesse di voi dei divi, non avete messo su famiglia e le vostre giornate sono rimaste scandite dagli stessi tempi, non diversi da quelli della vostra infanzia. 

Siete però ancora insieme, tutti coesi a dirvi parole che gli altri non sentono, affaccendati come nuovi nobili in riti che riguardano solo gli iniziati. 

Siete certi che ciò che siete diventati sia meglio di ciò che avete voluto spazzar via? Siete certi che la vostra proposta di dare tempi e modi nuovi alla vita, sia stata qualcosa di più di un fallimento? Cosa è andato storto nel vostro progetto? Forse, ciò che avete considerato sempre come la vostra forza e cioè l’assoluta impermeabilità e chiusura a coloro che non appartenevano alla vostra moderna eteria, ha prosciugato ogni possibile arricchimento, rendendovi tutti sterili, incapaci di generare un messaggio che avesse un qualche rilievo per altri esseri umani che non foste voi? Oppure, non sarà stato che quella lotta per sbarcare il lunario che ha portato alcuni di noi a dormire sotto i ponti, non avendovi mai nemmeno sfiorato, niente vi ha regalato ed è per questo che non c’è nulla che dia un peso alle vostre parole, rendendole più sensate di quelle della giovane donna che si occupa della pulizia del palazzo di fronte, perseguitata dalla fatica di far quadrare i conti e di non riuscire a dare alla sua famiglia ciò che vorrebbe? 

Voi eravate solo le comparse di un film sulla rivoluzione che non è stato mai girato ed il cui copione non avete mai nemmeno capito ed infondo siete contenti così: nessuno di voi aveva voglia di impegnarsi a capire le battute di qualcosa che mai lo avrebbe riguardato.

Rosamaria Fumarola 

RIPRODUZIONE RISERVATA © 

Giornalista pubblicista, scrittrice, critica jazz, autrice e conduttrice radiofonica, giurisprudente (pentita), appassionata di storia, filosofia, letteratura e sociologia, in attesa di terminare gli studi in archeologia scrivo per diverse testate, malcelando sempre uno smodato amore per tutti i linguaggi ed i segni dell'essere umano