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Editoriale

Morti bianche

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Credit foto https://colibrimagazine.it/attualita/lavoro-si-muore-italia-aumentano-le-morti-bianche/

di Lavinia Orlando

Siamo solo al 17 febbraio ed il nostro Paese conta già 170 morti bianche. Ciò significa una media di tre decessi al giorno, la medesima dello scorso anno, quando a morire furono più di mille lavoratori, chi direttamente sul posto di lavoro e chi lungo il tragitto per guadagnarsi da vivere o per tornare a casa.

Sia solo questo sufficiente per comprendere quanto le problematiche del mondo del lavoro, nell’Italia di questi anni, siano scarsamente rilevanti. E, se è vero che le statistiche mostrano una netta riduzione nel corso dei decenni dei decessi sul lavoro, è anche vero che negli ultimi anni i numeri si sono stabilizzati, a dimostrazione che l’attenzione, nonostante le tante parole, non è assolutamente adeguata.

L’ultimo episodio accaduto a Firenze, nello specifico, ha riacceso i riflettori sulla tematica dei c.d. subappalti a cascata, per cui l’esecuzione dell’opera può passare da imprenditore ad imprenditore, così generando una serie di pericolose conseguenze, a partire dalla quasi totale assenza dei controlli da parte del primo imprenditore per arrivare al risparmio sui costi che si traduce nella necessità per le imprese subappaltanti di trovare qualsiasi escamotage pur di ridurre tanto la qualità delle opere quanto il costo del lavoro.

La tragedia di Firenze, indipendentemente da quelle che saranno le risultanze giudiziarie, ha, quindi, un chiaro movente culturale: il raggiungimento, ad ogni costo, del massimo profitto. E tale considerazione vale anche per tanti altri episodi già verificatisi e per quelli che accadranno già a partire dai prossimi giorni – circostanza di cui v’è certezza, pur in assenza di particolari poteri premonitori.

Basti, difatti, considerare le scelte di chi avrebbe il potere di modificare lo stato dei fatti – i nostri decisori politici – che non lasciano dubbio alcuno. Nonostante le criticità del subappalto a cascata siano ben note, il vigente codice dei contratti pubblici, frutto delle scelte dell’attuale maggioranza di governo, ha reintrodotto questa possibilità, a fronte della precedente previsione che lo vietava in assoluto.

Ed è proprio per questo che i nostri politici avrebbero dovuto optare per il silenzio ed evitare qualsivoglia commento ipocrita inerente alle morti sul lavoro di Firenze. È vero che il preesistente divieto di subappalto a cascata si poneva in contrasto con l’ordinamento europeo ed è anche vero che il nuovo codice riguarda le sole commesse pubbliche, non toccando il mondo privatistico, ma è altresì vero che il governo targato Meloni avrebbe potuto fare la voce grossa in Europa al fine di tutelare maggiormente le parti deboli delle modifiche legislative appena viste: i lavoratori.

La circostanza che, a seconda dei casi, i diktat europei possano o meno contestarsi unita alle invettive lanciate contro l’Europa matrigna e cattiva dalla nostra Presidente del Consiglio in campagna elettorale rendono la situazione ancora più grave, poiché forniscono la chiara rappresentazione del nulla che gravita attorno alla problematica. Ed in ogni caso, al di là dell’attuale governo, tutte le maggioranze che si sono susseguite nel corso degli ultimi decenni devono essere considerate responsabili ed i sindacati, sin troppo silenti, quanto meno complici.

Quante altre morti dovremo ancora accettare prima che qualcosa si muova?   

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