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Politica

Miracoli di una notte di mezza estate nel Mezzogiorno

Secondo l’ultima stima dell’andamento del Pil del Sud Italia pubblicata dalla Cgia di Mestre, il Pil del Mezzogiorno sarebbe aumentato principalmente grazie al “comparto costruzioni”. Bastava investire un po’ di più, eppure la politica del Governo impone ulteriori tagli, a cominciare dalla “rimodulazione” del Pnrr a causa della quale sono già stati cancellati 1500 progetti per un totale di 897 milioni di euro.

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Wikimedia Commons, dominio pubblico

di Alessandro Andrea Argeri

Nella stima dell’andamento del Pil del Sud Italia pubblicata dalla Cgia di Mestre si legge incredibilmente: “Sebbene nel 2023 il Mezzogiorno sia destinato a rimanere la zona che in Italia registrerà l’aumento del Pil più contenuto (+1% circa rispetto al +1,1% nel Centro e +1,2% nel Nord), comunque supererà quello della Francia (+0,8%) e in particolar modo quello della Germania (-0,3%) che è in piena recessione tecnica. Sarebbero tre i motivi di questa crescita. Il primo riguarda l’entità degli aiuti messi in campo dagli ultimi esecutivi per fronteggiare a livello nazionale la crisi pandemica e gli effetti del caro-energia. Tra ristori, contributi a fondo perduto, cassa integrazione, bonus economici, assunzioni nella sanità, tra il 2020 e il 2022 sono stati erogati almeno 180 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti altri 91 miliardi per mitigare i rincari di luce e gas. Il secondo motivo riguarda la ripresa dei consumi delle famiglie e quella degli investimenti nelle costruzioni che, nel biennio 2021-2022, hanno interessato soprattutto il Mezzogiorno. Il terzo, infine, è riconducibile al forte aumento degli investimenti fissi lordi avvenuto nel Sud che, grazie anche alle risorse messe a disposizione dal Pnrr, ha interessato in particolar modo il comparto delle costruzioni”

Dunque, secondo la Cgia, il Pil del sud Italia è aumentato grazie ai governi precedenti. Siccome ha pesato particolarmente il “comparto costruzioni”, non si può non ricondurre il merito agli effetti del Superbonus voluto dai due governi Conte ma osteggiato in ogni modo dalla politica di Mario Draghi. L’attuale maggioranza a guida Meloni ovviamente si intesta il merito di quanto può apparire come un autentico “miracolo”, nello stesso momento in cui per mano di Salvini sono stati tagliati 2 miliardi di fondi al Sud per finanziare le infrastrutture di Liguria, Piemonte, Veneto.

Bastava investire un po’ di più. Eppure la politica dell’attuale Governo per il Mezzogiorno impone ulteriori tagli, i cui effetti saranno disastrosi. Solo in Puglia verranno eliminate 58 istituzioni scolastiche. La legge impone alle Regioni l’adozione di un piano di “razionalizzazione” della rete scolastica per il raggiungimento di uno specifico numero medio di alunni, circa 961 per istituto. I sindacati hanno annunciato di impugnare il decreto non appena sarà pubblicato, tuttavia non si prospettano grandi vittorie, in piena tendenza con i risultati non raggiunti negli ultimi anni. Inoltre la “rimodulazione” del Pnrr ha già cancellato 1500 progetti per un totale di 897 milioni di euro destinati sempre al Sud Italia. Si prevedevano interventi di messa in sicurezza del territorio, contrasto al degrado, ripartizione di immobili confiscati alle mafie, invece prima si è deciso di accentrare la gestione delle risorse per punire le amministrazioni locali, poi nella ripartizione sono stati penalizzati i territori più fragili, cioè quelli del Mezzogiorno. In particolare, la “rimodulazione” del Pnrr prevederà la cancellazione di 285 progetti per 364 milioni di euro nell’area metropolitana di Bari; 536 progetti per 171 milioni di finanziamento in provincia di Lecce; 327 progetti per 118 milioni in provincia di Foggia; 147 progetti per 94 milioni in provincia di Brindisi; 66 progetti per 79 milioni in provincia di Barletta Andria Trani; 145 progetti per 69 milioni in provincia di Taranto.

Tranquilli però! Questi problemi non sono mica importanti, altrimenti i sindacati si sarebbero già mossi! Invece sciopereranno a ottobre, forse, se sarà bello il tempo… Intanto non preoccupatevi perché questa sinistra, vera o presunta, ha già la soluzione a tutte le emergenze: piazzare un bell’asterisco in fine di parola, dichiarare guerra al vocabolario, inneggiare alla censura per difendere presunte minoranze oppresse. In questo modo gli italiani al Sud, nel mondo reale, potranno anche morire di fame, ma almeno non rischieranno di urtare la sensibilità di alcuno.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).