Editoriale
LA PICCOLA SIRIANA LOUJIN DI 4 ANNI
Di Mario Gianfrate
Per Loujin
Assassini! Perché questo si è quando si lasciano morire in maniera consapevole, deliberatamente come scrive Nello Scavo su l’Avvenire, bambini. Come Loujin, piccola siriana di quattro anni appena. Morta su di un barcone alla deriva nel Mediterraneo su cui viaggiavano stipati come sardine una sessantina di persone, una sessantina di esseri umani. Morta di fame e di sete, ustionata dal cocente sole in mezzo al mare: sarebbe bastata qualche bottiglia d’acqua e quella bambina sarebbe ancora viva, a coltivare l’illusione che la civiltà non avrebbe chiuso gli occhi e non sarebbe arretrata di fronte al male che ormai serpeggia incontrastato tra noi. Nessuno, nessuno si è fatto avanti, nessuno ha mosso un dito per andare in loro soccorso e i predicatori del male, che non perdono occasione per ostentare rosari e crocifissi con ipocrita e criminale retorica, hanno in cuor loro – ammesso che ne abbiano uno – gioito.
Stessa sorte, stessa atrocità, nei giorni successivi: due bimbi di uno e due anni e uno un po’ più grande di dodici, insieme a tre donne l’hanno seguita nel tragico destino. Morti anch’essi di sete nei paraggi di Malta. Anche in questo caso, nessun soccorso.
Assassini! Niente di più, niente di meno. La piccola Loujin ha chiesto dell’acqua alla madre in pena, solo un po’ d’acqua. Poi ha reclinato il capo ed è spirata. E noi tutti, qui, a parlare della Regina, adusa agli usi e ai lussi di Corte, a osannarla, a piangere per lei vissuta tra gli agi e lontana dalle sofferenze degli uomini e dai loro bisogni, a mantenere in vita una istituzione fuori dalla storia e che si è sempre – in ogni parte del mondo – macchiata di crimini e di connivenze con i tiranni del secolo.
Assassini! Per la piccola Loujin, fuggita dalla fame e dalla miseria più cupa, e per gli altri bimbi solo qualche rigo sparso perché, scriverne, significa ammettere la propria colpevolezza, perché Loujin e tutti gli altri bambini lasciati morire senza pietà alcuna rendono visibile la nostra cattiva coscienza.
Però la regina è morta: per quanto possa sembrare strano, io piango e, non mi vergogno per Loujun, bambina siriana, povera, di appena quattro anni, morta di sete mentre fuggiva dalla fame. E per gli altri bambini verso i quali, provenendo dall’Africa, c’è meno comprensione, meno solidarietà, più disumanità.
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