Esteri
La Trappola della “Fede Solida”: Come la Destra Cattolica Usa l’Anglicanesimo per Fuggire dalle Donne

Di Maddalena Celano
Il presente articolo non è confessionale. Esso nasce dalla constatazione di una misoginia strutturale e simbolica che permea le istituzioni cattoliche, percepita fin dall’infanzia. Non essendo cattolica e non avendo alcuna intenzione di ritornare in contesti religiosi caratterizzati da discriminazioni sistemiche, propongo un’analisi sociologica, storica e culturale, volta a smascherare i meccanismi attraverso i quali la Chiesa cattolica conserva strutture di potere patriarcale, sacrificando il genio femminile e marginalizzando le donne.
Le interpretazioni faziose pubblicate da Il Timone, che celebrano l’esodo di chierici anglicani verso Roma come trionfo della “fede solida”, ignorano completamente il contesto storico e culturale. Nel Nord Europa e nel Nord America, infatti, il calo di adesioni religiose non è dovuto a riforme progressiste o a fallimenti dottrinali, ma a un processo avanzato di secolarizzazione e alla diffusione di spiritualità individuali e alternative (Pew Research Center, 2019; Norris & Inglehart, 2004).
Il presente articolo si propone quindi di fornire una lettura scientifica e critica dei dati, dimostrando come la misoginia cattolica non sia un’eccezione, ma un fenomeno sistemico che si riverbera nelle società cattoliche a livello politico, sociale e simbolico.
1. La distorsione dei dati: il trionfalismo menzognero de Il Timone
I picchi di adesioni di chierici anglicani verso la Chiesa Cattolica, in particolare nel 1994 subito dopo l’ordinazione femminile nella Chiesa d’Inghilterra, vengono da Il Timone presentati come prova della supremazia della “fede solida e forte”.
Questa interpretazione è scientificamente e storicamente insostenibile. Come documentato da studi accademici (Brown, 2001, The Anglican Crisis, pp. 45-67), l’esodo dei tradizionalisti era previsto e prevedibile: rappresentava la scelta di sacerdoti conservatori e vescovi di non accettare modifiche che mettevano in discussione un modello consolidato di autorità maschile. Non si trattava di un fallimento della riforma, ma di una naturale ridefinizione dei confini interni alla Chiesa anglicana.
Inoltre, i dati de Il Timone ignorano un fenomeno di portata più ampia: la secolarizzazione nel Nord Europa e nel Nord America. Studi sociologici dimostrano che il calo di partecipazione religiosa non coincide con un indebolimento della spiritualità, ma con un processo di diversificazione religiosa. L’anglicanesimo e il protestantesimo nordico, ad esempio, hanno aperto le porte a forme di neognosticismo, spiritualità alternativa e culti individuali. Questi fenomeni mostrano che le religioni non scompaiono, ma si adattano a società sempre più pluralistiche e meno vincolate a strutture dogmatiche rigide (Davie, 1994; Pew Research Center, 2019).
Presentare l’esodo dei conservatori come prova del “fallimento” della riforma femminile è dunque una distorsione ideologica: il dato storico viene strumentalizzato per legittimare un ordine patriarcale e negare la piena dignità femminile.
2. Il codice misogino della destra cattolica
Il linguaggio utilizzato dai sostenitori di questa narrativa rivela schemi ideologici profondi. Le donne che aspirano al sacerdozio vengono descritte come portatrici di “aspettative mondane” (Beyer, 2006), le riforme vengono liquidate come “aggiornamenti inutili” (Davie, 1994) e la leadership maschile viene elevata a sinonimo di “fede solida e forte”.
Questo codice discorsivo non è superficiale: esso mantiene la gerarchia patriarcale, controlla il dissenso e assegna alle donne il ruolo di supporto senza autorità reale. Secondo Norris e Inglehart (2004), la resistenza al potere femminile nelle istituzioni religiose è spesso più forte della paura della secolarizzazione stessa, dimostrando quanto profondamente radicata sia la misoginia istituzionale.
In sostanza, la destra cattolica non teme la modernità in senso ampio: teme il potere femminile, la ristrutturazione dei rapporti di autorità e la possibilità che la donna eserciti voce, responsabilità e leadership. È una misoginia strutturale e simbolica, che si ripercuote non solo nelle parrocchie, ma nella società cattolica nel suo complesso.
3. Le donne cattoliche: ingranaggi indispensabili, ma senza voce
Le donne che rimangono nella Chiesa cattolica svolgono funzioni essenziali: sostengono la vita parrocchiale, trasmettono la fede, organizzano attività educative e culturali. Esse rappresentano il cuore pulsante delle comunità religiose, senza ricevere riconoscimento o autorità proporzionale al loro contributo.
Ogni celebrazione dell’esodo anglicano come vittoria della “fede maschile” è, in realtà, un atto di delegittimazione simbolica. La donna cattolica è indispensabile, ma la sua autorità è nulla: un paradosso morale e istituzionale. Questa dinamica conferma ciò che studi sociologici e di genere hanno evidenziato da decenni: la misoginia nella Chiesa cattolica non è incidente, ma fenomeno strutturale, volto a conservare il potere maschile a costo di sacrificare il genio e la leadership femminile (Beyer, 2006).
4. Rigidità dogmatica e viltà istituzionale
Mentre l’anglicanesimo ha affrontato il dissenso subendo una scissione prevista e gestibile, la Chiesa cattolica evita il confronto interno imponendo silenzi dogmatici (Ordinatio Sacerdotalis, 1994). Questa rigidità non è virtù: è viltà. Serve a mantenere un ordine patriarcale, evitando qualsiasi ridefinizione dei ruoli di genere e ogni apertura al dissenso.
Il silenzio imposto rappresenta la preferenza per il controllo gerarchico sulla discussione etica, morale e teologica. La cosiddetta “fede solida” è in realtà un strumento di conservazione del potere maschile: chi osa sfidare questa rigidità, in particolare le donne, viene marginalizzato o delegittimato.
Conclusione: lo schiaffo morale, intellettuale e scientifico
Il mito della “fede solida” va demolito: esso è una copertura ideologica per una misoginia sistemica che sacrifica il genio femminile e mantiene strutture di potere ammuffite. Le società cattoliche continuano a marginalizzare le donne, negandone autorità, leadership e visibilità.
Questo articolo vuole essere uno schiaffo diretto e inequivocabile alla destra cattolica: morale, intellettuale e scientifico. La dignità, la vocazione e l’autorità delle donne non sono opzionali. È tempo che la Chiesa e chi la difende acriticamente se ne facciano carico.
Fonti principali
● Brown, C., The Anglican Crisis, 2001, pp. 45-67
● Davie, G., Religion in Britain: A Sociological Perspective, 1994
● Beyer, P., Women in the Church: Sociological Perspectives, 2006
● Norris, P., Inglehart, R., Sacred and Secular: Religion and Politics Worldwide, 2004
● Pew Research Center, Religion in Western Europe and North America, 2019
● Ordinatio Sacerdotalis, Apostolic Letter, 1994

