Esteri
Il grande inganno
Analisi dell’operazione ucraina all’interno del territorio della federazione russa prendendo in esame l’ideazione, gli scopi dell’una e dell’altra parte ma non in questa parte, del suo sviluppo sul territorio che al momento appare già fermo, almeno da oggi.
Di Stefano Orsi
Kiev
È partita una nuova operazione ucraina.
Questa volta a differenza del passato, si tratta di una operazione condotta in territorio tradizionalmente riconosciuto come russo da tutti i Paesi e non è condotto da sedicenti formazioni irregolari, come in passato, ma da reparti dell’esercito ucraino, con reparti irregolari e molti mercenari stranieri.
Utilizzano mezzi e armi fornite dall’occidente durante l’offensiva.
Molte di queste armi vengono regolarmente usate per colpire i civili a Kursk e nei villaggi oggetto dell’attacco.
In che consiste l’operazione
Nella notte tra domenica e lunedì alcuni reparti ucraini hanno superato il confine tra Russia e Ucraina nella regione di Sumy, nella settimana precedente un’inusuale attività di droni aveva colpito le strutture di telecomunicazione ed energetiche proprio di quel settore.
Le truppe inizialmente coinvolte erano in numero ridotto, circa mille.
Il loro impiego tattico era legato alla veloce penetrazione nel territorio nemico e nel superare le normali e ridotte difese di frontiera presenti.
Poche truppe delle guardie di frontiera e alcuni reparti di soldati di leva, numeri estremamente ridotti.
La penetrazione è proseguita nei giorni e dato l’iniziale successo gli Ucraini, i comandi, hanno fatto affluire via via altri reparti, aumentando il numero dei soldati inseriti in territorio russo fino a dai 3 ai 5 mila militari.
Tra questi indichiamo come reparti di appartenenza individuati: Brigate 22a mecc, 32a mecc., 88a mecc. , 103a Dif. Terr., 49a Art., il 54° batt. Ric., 115° batt. Dif. Terr., 83a Brigata aviotrasportata, vari gruppi droni tra cui Project M2, Legione Georgiana, 61a Brig. Mecc., Unità droni Nightingale (con tanto di simbologia nazista che si rifà al battaglione Nachtigall dei reparti nazisti ( https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglione_Nachtigall ) leggere per conoscere…
Dalla visione di diversi video diffusi a partire dal terzo giorno da fonte ucraina, si evince la presenza di mercenari, si spera, occidentali nelle file ucraine, probabilmente polacchi e anglofoni.
Presente anche la 88a Brigata meccanizzata, anche qui un chiaro richiamo nel numero utilizzato.
Segnalata presenza delle truppe di Budanov, il gruppo Alpha dell’SBU.
Si è unita loro anche l’80a Brig. Di assalto aereo.
Naturalmente non si parla di brigate complete, ma di unità o battaglioni ad esse appartenenti.
Il numero totale ad oggi è stimato attorno alle 10.000 unità totali.
Le contromosse russe
Passati i primi tre giorni senza che vi fossero segni di vita da parte dei comandi, sono iniziati i dispiegamenti russi, progressivamente più vicini alle zone di combattimento.
Ad oggi la posizione ucraina più lontana segnalata è stata a 25 Km dal confine, si trattava di unità composta da alcuni mezzi in ricognizione avanzata.
Il Presidente Putin ha convocato naturalmente il consiglio di sicurezza nazionale dove il gen. Gerasimov riferiva che le truppe ucraine fossero state fermate,, e di certo non era ancora vero.
Al momento i reparti russi sembrano accumularsi attorno a tre posizioni strategiche, Korenevo, Kromskye Biki, Belitsa.
Da qui si allargheranno verso la zona di contatto in modo da chiudere le vie di allargamento per le truppe di Kiev.
Si formerà un saliente all’interno del quale l’aviazione e l’artiglieria lavoreranno le posizioni ucraine, i droni si occuperanno dei mezzi e così via nel consueto scenario.
Segnalo che in questi giorni, l’impiego massiccio di droni da parte russa ha causato una notevole perdita di mezzi da parte ucraina, che sta alacremente lavorando per recuperarne una parte e portarli ai centri di riparazione.
Questo a riprova della scarsità di mezzi disponibili.
Sono segnalati in posizione anche reparti Akhmat ceceni e un contingente piuttosto numeroso della Wagner sotto il comando di Ratibor.
Valutazioni
Ho sentito diverse motivazioni sul perchè di questa azione da parte di Kiev, chi ha parlato di una centrale elettrica nucleare, chi di gasdotti, c’è una centrale di ripompaggio proprio nel settore occupato.
In verità ritengo che queste motivazioni non reggano, la centrale nucleare è lontana circa 60 chilometri e senza via diretta per raggiungerla.
Se si voleva interrompere il gas, che comunque è già stata annunciata la sospensione dei transiti a fine anno, e l’oleodotto è stato chiuso dall’Ucraina il mese scorso, non era necessario invadere la Russia, sarebbe bastato chiudere un rubinetto in territorio ucraino.
Le intenzioni ucraine non sono state subito chiare, pareva una ricognizione in forze, ma non un attacco in profondità.
In seguito con l’aumento delle truppe impiegate è apparso nel suo quadro di concepimento.
Si affonda il coltello dove il nemico è più debole e non dove è più forte.
Gli Ucraini tentano di causare una reazione nei Russi, provano a spingerli a spostare le forze impiegate sui fronti del Donbass.
Ricalcano quindi in prima lettura, la medesima strategia tentata con successo da Mosca.
Non pare gli stia andando bene, nessuno, dei reparti allocati in risposta dai comandi russi, sembrerebbe provenire da zone di offensiva della OMS.
In seconda lettura, le truppe ucraine, seguendo una strategia di più ampio respiro, in ispirazione anglosassone, potrebbero spingere Mosca a dichiarare guerra all’Ucraina, o almeno a indire una grande mobilitazione per coprire le frontiere e mobilitare quindi 2-3 milioni di soldati, con grave danno all’economia del Paese e di immagine, nel suo insieme, da parte del governo.
La Russia da parte sua come ha seguito la vicenda?
In molti hanno ipotizzato che sia stata colta di sorpresa e che non fosse pronta a rispondere.
In verità i tempi di risposta sono stati del tutto rapidi.
Mi spiego meglio.
Vi sono differenti filosofie di controllo dei confini, o dei fronti, si può trincerare tutto il confine, creare enormi strutture di difesa su più livelli, opere imponenti di difesa come la Maginot francese, o, avendo molto territorio in profondità strategica come la Russia, posizionare fuori tiro del nemico contingenti e reparti pronti e una volta individuato un invasore, muovere da quelle posizioni e creare una sacca in cui chiuderli, ed è ciò che stanno facendo in una sola settimana.
Lungo il confine, secondo questa strategia, vengono lasciate poche truppe, con piccoli posti di controllo e zone punti fortificati e trincerati, pochi mezzi, in genere qualche blindato, si tratta di unità stazionarie e non mobili.
Il loro compito è quello di impegnare e rallentare le truppe entranti nel mentre che viene approntata la risposta nel minore tempo possibile.
Siccome sono stati notati anche da noi i bombardamenti nell’area, è difficile credere che non lo fossero stati dai Russi e che non si siano accorti della preparazione delle unità entranti.
Più verosimilmente è credibile che i Russia avessero preparato un piano in caso di invasione e le relative contromosse da adottare, compreso il significato da dare all’operazione.
Importante notare come il Presidente Putin abbia parlato di “Provocazione” e non di invasione, il significato non è casuale, una provocazione è un atto che intende causare una reazione nell’avversario, in genere non favorevole a questo.
Parlando di provocazione e non di invasione, inoltre, si esclude la possibilità di dichiarare guerra e/o di mobilitare milioni di riservisti disponibili, salvaguardando quindi l’economia del Paese.
Nel mentre, gli Ucraini, che hanno ricorso alle stesse unità usate su altri fronti, stanno usando enormi quantità di risorse aggiuntive in un fronte nuovo che, volenti o nolenti, ora dovranno mantenere, sottraendo preziose risorse dai fronti già attivi e in cui sono in evidenti difficoltà e continuano ad arretrare.
Il calcolo fatto dai Russi potrebbe essere stato di creare una opportunità per gli Ucraini, lasciarli entrare fingendo sorpresa per far si che fossero loro a creare un ulteriore nuovo fronte in cui concentrare le forze e permettere ad aviazione e artiglierie russe di colpirli con maggiore efficacia.
Inoltre da sempre il popolo russo si compatta dietro la guida una volta attaccato e riscopre sempre gli alti valori del patriota autentico.
Questo calcolo è indubbiamente cinico, mettendo in conto anche la perdita di propri cittadini per mano del nemico, ma nella storia è avvenuto e molte volte, anche in tempi relativamente molto vicini.
Questa possibilità, che solo il tempo ci chiarirà, si configurerebbe proprio come un grande inganno messo in atto dalla Russia ai danni dei suoi nemici.