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Esteri

Trump sfugge miracolosamente ad un attentato

le informazioni e alcune valutazioni relative all’attentato subito dal candidato alla presidenza USA ed ex presidente Donald Trump. Nei video anche valutazioni sulle elezioni in Francia e sul 75mo aaniversario della NATO, il suo documento ufficiale e la situazione in Ucraina.

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la dinamica dell'attentato

Aree di crisi nel mondo n. 207 del 14-7-24

Il clima di violenza verbale e minacce creato dall’amministrazione dem uscente contro il candidato presidente Trump, ricordiamo come l’attuale presidente lo ha apostrofato durante il recente confronto: “felon” ovvero criminale, bandito, e latteggiamento altrettanto violento di Trump nei confronti dei dem, non ha fatto altro che aizzare le tante persone armate che hanno in odio l’ex presidente repubblicano, o un altro candidato, arrivando a compiere un atto di estrema violenza, un attentato contro un ex Presidente forse futuro presidente degli USA.

L’aspetto della violenza verbale e dell’odio indotto non sono affatto secondari, invocare gravi rischi per la democrazia nel paese se vincesse il proprio avversario, sempre parole di Biden, compongono il puzzle della demonizzazione del proprio avversario, in una società estremizzata ed estremamente violenta come quella USA, non si poteva non immaginare che si sarebbe giunti ad un simile episodio.

Trovo ridicolo che personaggi come Biden o Obama che della violenza hanno fatto il cardine dell’azione politica USA all’estero, oggi affermino che nella società “americana” non vi possa essere spazio per la violenza.

Ridicoli forse è anche poco.

Lo stesso Trump ha ordinato l’assassinio del generale Soleimani, e delle persone che lo accompagnavano e scortavano in Iraq, nel gennaio del 2020, non dimentichiamolo.

Il male si annida da molto tempo ormai nella politica di Washington.

Nell’Unione Europea non siamo da meno, la campagna volta a denigrare e condannare coloro che tentano di operare per la pace anziché favorire un conflitto, sempre più esteso e rischioso per tutti noi, ha portato all’attentato contro Robert Fico, il Primo Ministro Slovacco. A tentare di ucciderlo, esplodendo diversi colpi di pistola contro di lui, è stato un attivista estremista filoucraino, chiaramente mosso dal voler rimuovere ogni ostacolo contro gli invii degli aiuti militari a Kiev.

Trump pare muoversi verso una linea volta a mediare tra le parti e individuare quelle condizioni di pace stabile in Europa che possano garantire la cessazione del conflitto, prima che evolva drammaticamente in un conflitto mondiale.

È da osservare come l’attentato sia stato eseguito proprio dopo i colloqui tra lo stesso Trump e il Primo Ministro ungherese Orban, Presidente di turno dell’Unione Europea e latore dell’esito di una serie di incontri faccia a faccia prima con Zelensky, poi con Putin, con Xi Jinping ed infine Biden.

Al termine del preoccupante vertice per i 75 anni, e speriamo ultimi, della NATO, Orban si è recato alla residenza in Florida dell’ex Presidente Trump probabilmente per relazionarlo degli incontri avuti.

È stata la rivista italiana di settore Analisi Difesa nell’articolo del suo direttore Gianandrea Gaiani a ipotizzare per prima che Orban stesse muovendosi in accordo proprio con Trump.

La visita alla sua residenza sembrerebbe proprio confermare questa deduzione.

Il PM Orban da tempo denuncia la volontà di molti governanti europei di scontro diretto con la Russia.

Orban si è più volte detto molto preoccupato.

Anche il suo omologo slovacco Fico ha espresso forti preoccupazioni per la strada imboccata negli ambienti NATO che ci portano verso un conflitto diretto con Mosca e i suoi alleati.

Fico, rimessosi dalle gravi ferite subite, ha già espresso la sua contrarietà all’ingresso dell’Ucraina in seno all’Alleanza Atlantica.

Tornando all’attentato contro Trump, è stato addirittura immortalato uno dei proiettili che sono stati esplosi dall’attentatore,proprio quello che sfiorando la testa dell’ex Presidente ne ferisce l’orecchia destra, prosegue poi la sua corsa arrivando a ferire o uccidere una persona intervenuta all’evento.

Sembra ci sia anche un secondo spettatore ferito.

L’attentatore ha esploso i colpi dal tetto di un edificio ad alcune centinaia di metri dal bersaglio prima di essere freddato dai tiratori scelti appostati.

Esaminando i fotogrammi del momento in cui Donald Trump viene colpito dal proiettile di striscio all’orecchio destro, si comprende in tutta la sua drammaticità, quanto sia andato vicino a morire.

Nel momento in cui l’attentatore spara, infatti, il presidente muove il capo, sposta leggermente in avanti il busto, pochi centimetri, ruota lo sguardo ancora più a destra e viene colpito, questione di attimi, pochissimi cm di spostamento che tramutano una ferita sicuramente gravissima al capo in un graffio all’orecchio.

Spero vivamente che di fronte ad una simile meccanica di eventi, a nessuno venga in mente di parlare di sceneggiata o cose simili, perchè di fronte a quanto accaduto, si può dire senza tema di smentita, che Trump sia vivo per un caso, che qualcuno definirebbe miracolo!

Non un momento memorabile per i servizi segreti preposti alla sicurezza di presidenti ed ex presidenti.

L’attentatore è stato identificato, si tratta di un ventenne di Betthel Park in Penyilvania, si chiamava Thomas Metthew Crooks.

Si era posizionato per il tiro sul tetto di un edificio a circa 400 piedi (122 metri) dal bersaglio, distanza che dovrebbe essere ampiamente coperta dagli agenti di sicurezza.

Il fucile utilizzato era un AR-15 in calibro 223, non il massimo per tiri di precisione a lunga distanza.

Al momento non sono note ulteriori informazioni sulle motivazioni del gesto da parte dell’attentatore, sono in corso gli accertamenti.

L’immagine iconica diffusa su tutto il globo del Presidente Trump che alza il pugno in segno di lotta e sfida contro i suoi nemici, trascinato a forza dagli agenti della sicurezza, sotto una significativa bandiera degli USA capovolta, segno di pericolo e richiesta di aiuto per un Paese, varranno al soggetto ritratto la quasi certa rielezione, alla fotografa che l’ha scattata, credo sia dell’agenzia Getty, sicuramente qualche premio.

Al di la della matrice dell’attentatore, la presenza di spirito che “the Donald” ha dimostrato, confrontata con il passo insicuro e l’infermità mentale di un Biden ormai avviato al reparto geriatrico, credo che garantirà da sola altre percentuali di votanti a suo favore, allungando sugli avversari, attuali, Biden e potenziali, dalla vice Kamala Harris, a lungo tenuta lontana dai riflettori dall’entourage di Biden, ai vari governatori che punterebbero alla candidatura e tutti dati più indietro rispetto alla stessa Harris.

Le possibili scelte per i democratici, pertanto, si vanno riducendo sempre più e con un possibile esito che appare via via sempre più inevitabile.