Esteri
Le esercitazioni cinesi sono un segnale di allarme
Aree di crisi nel mondo n. 201 del 26-5-24
Di Stefano Orsi
Provincia cinese di Taiwan
Le esercitazioni iniziate dalla Marina PLA si stanno svolgendo come da programma.
Il dispiegamento di forze avvolge l’isola ribelle.
Il segnale è chiaro e diretto, la Marina di Pechino è in grado di effettuare un blocco navale attorno all’isola e fermare ogni nave in arrivo o in partenza dalla sua provincia ribelle.
La mancanza di collegamenti via terra impediranno agli USA di garantire afflussi di aiuti militari a meno che non vogliano entrare direttamente in conflitto con Pechino.
Non ritengo che l’inizio di queste esercitazioni siano disgiunte dalla recente visita del Presidente Putin che ha mostrato un grande e profondo legame di amicizia con il suo pari Xi Jinping.
Il continuo invio da parte USA di armamenti destinati a Taiwan spinge inevitabilmente Pechino all’azione.
Tramontata la speranza di arrivare ad una soluzione politica sperando nella vittoria elettorale del Partito Nazionalista Cinese, il Kuomintang, dopo l’insediamento del filo-statunitense Lai Ching te, il Kuomintang di Ko Wen-je è invece arrivato primo tra i partiti politici, risultato comunque non sufficiente ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi.
Il Kuomintang era possibilista nei confronti di una possibile trattativa politica per arrivare ad una unificazione politica con la Cina continentale, soluzione avversata in ogni modo dagli USA.
Dopo il varo della terza portaerei cinese, la moderna Tipo 003 Fujian, non a caso il nome è quello della regione prospiciente l’isola di Taiwan.
La Cina si appresta a terminare i lavori della superportaerei nucleare Tipo 004 che garantirà una capacità di proiezione globale e oceanica alla Marina cinese.
Taiwan ha spostato i missili navali supersonici vicino alle coste in posizione di lancio, mossa seguita anche dal Giappone che ne ha schierati nella regione di Okinawa.
Ieri l’esercitazione è arrivata al suo termine, possiamo dire che si sia trattato di una presa di posizione nei confronti del nuovo Presidente taiwanese.
Pechino ha inteso ribadire di NON escludere l’impiego della forza per ripristinare la sua sovranità sull’isola, minata dalle velleità indipendentiste di Lai.
Esaminando il nome stesso dell’esercitazione, Spada Congiunta 2024a, starebbe ad indicare che non sarà l’ultima dell’anno, ma che altre seguiranno.
In ultima analisi possiamo dire che se la Cina dovesse effettuare una azione militare contro Taiwan, questa potrebbe non consistere in uno sbarco di forze anfibie, ma in un pesante e totale blocco aereo e navale dell’isola martellando nel contempo le difese militari.
Utilizzando queste sole forme di isolamento e di attacco, la Cina potrebbe protrarre per un tempo indefinito il blocco causando danni enormi all’economia del mondo occidentale che molto, troppo, dipende dai microchip prodotti nell’Isola.
In ogni caso credo che Pechino a breve raggiungerà il livello di potenza navale sufficiente da poter affrontare la Marina congiunta delle forze AUKUS e mettere in atto le misure necessarie a ripristinare la propria sovranità sul completo territorio cinese.
Georgia
Le gravissime intimidazioni subite dal Premier georgiano Irakli Kobakhidze che durante una conversazione telefonica, si è sentito minacciare dal commissario UE Varhelyi il quale dopo aver elencato tutta un lungo elenco di misure che la UE potrebbe prendere contro i parlamentari che votassero il superamento del veto presidenziale contro la legge georgiana volta a contrastare le ingerenze straniere nella politica interna, ha aggiunto di guardare a quanto era capitato al Primo Ministro slovacco Fico.
Varhelyi non ha affatto smentito, si è scusato e ha aggiunto che le sue dichiarazioni fossero state riprese fuori dal contesto, il che però, non giustifica affatto l’ingerenza del commissario negli affari interni della Georgia.
Ormai l’Unione Europea si è ridotta a questo, il livello etico e morale dei suoi membri e dirigenti è al livello dei boss mafiosi in stile Padrino di Francis Ford Coppola con le “offerte che non si possono rifiutare”.
È il triste segno del decadimento dell’Unione che pare ormai inarrestabile.
Ucraina
Le difese ucraine sono sempre più concentrate su Karkov, dove molte brigate di rinforzo sono state inviate per fermare la presunta manovra russa per raggiungere la città.
Il punto è che le possibili motivazioni russe fossero almeno tre, formare una fascia di territorio interno all’Ucraina che allontanasse le scorribande di milizie naziste all’interno del territorio russo, la seconda che volessero arrivare fino a Karkov per conquistare la seconda città ucraina, e infine che stessero creando un espediente per attirare molte unità da altri fronti e costringere i comandi di Kiev a sguarnire i fronti in altri settori e permettere così alle truppe russe di avanzare più speditamente e con meno perdite.
Siccome dopo la fase iniziale possiamo confermare che le truppe impiegate da Mosca non siano mai uscite dalla forma di Ricognizione in forze, del tutto insufficienti per prendere Karkov e che la distanza dal fronte sia poca, resta in piedi la sola scelta di spostare truppe ucraine in modo da sguarnire altri fronti.
Zelensky sembra fiero di come sia riuscito a rafforzare il settore.
Molte brigate e battaglioni sono stati spostati qui, altre 7 brigate di mobilitati sembra abbiano ricevuto ordine di portarsi a ridosso del fronte, ma sono munite di pochi mezzi.
Il piano russo quindi pare essere riuscito, le perdite ucraine, in uomini e mezzi, sono ingenti, sottoposti a pesante e superiore fuoco di artiglieria, schiacciati dal continuo lancio di missili TOS, termobarici e da FAB, bombe guidate che arrivano alle devastanti 1500 che stanno eliminando i comandi nelle retrovie, sebbene tengano in parte la linea, si stanno velocemente degradando nella capacità operativa.
Se quindi questa era l’intenzione russa, il loro piano è riuscito in pieno.
La situazione sugli altri fronti.
Perchè si possa affermare il successo del piano russo su Karkov, allora dobbiamo iniziare ad osservare progressi su altri fronti attivi da parte russa.
Il fronte tra Kupyansk e Kremennaya
Si osservano diversi progressi delle truppe di Mosca, che dopo aver conquistato Kislovka, Kotlyarovka e Tabaevka, hanno conquistato Krokmalne e proprio ieri anche Ivanovka e Berestovo.
Premono ora su Miasozharovka e Makeevka.
Fronte di Siversk
Bilogorovka è stata conquistata secondo alcune fonti, ma ancora non è stata ufficializzata la sua presa da parte del ministero della difesa russo.
Anche dal lato del fronte di Sacco e Vanzetti la situazione vede le forze russe premere verso nord, sia lungo la ferrovia che verso i villaggi di Fedorovka e Rozdolovka.
Fronte di Artemovsk
Settimana di intensi combattimenti, se nella scorse settimane sembrava silente, ora si è svegliato del tutto.
I combattimenti sono ad elevatissima intensità.
Le forze russe hanno liberato Kiskeevka e Amdreevka.
Le truppe ucraine si stanno ritirando verso il canale Donbass.
Più a nord sono penetrate dentro il quartiere est di Chasov Yar, le forze ucraine hanno lanciato un contrattacco con un battaglione della Legione Internazionale, che però è fallito.
Da ieri sera pare sia addirittura in corso un arretramento delle forze ucraine che potrebbe divenire un vero ritiro dalla parte est della città.
Anche più a nord ancora le truppe russe sono avanzate dentro Kalinina, verso il secondo passaggio terrestre dove il canale è tombato.
Fronte di Avdeevka
Settore nord, Novoalexandrovka è stata ormai raggiunta dal fronte, gli ultimi capisaldi ucraini eliminati da Archangelske.
Più a sud, dopo la completa conquista di Umanske, ora è Yasnobrodovka ad essere stata raggiunta dal fronte, questo è l’ultimo caposaldo nel settore a nord di Pervomaiske.
A ovest di Pervomaiske è stata completata la conquista di Netailovo e ora avanzano a sud del lago.
Krasnogorovka
Dopo la conquista del centro industriale, la fabbrica di refrattari, le truppe russe sono avanzate sul fianco sinistro raggiungendo la periferia ovest, dopodiché sono avanzate sul centro cittadino conquistando il Municipio.
Stanno spingendo le truppe ucraine fuori dall’abitato.
Novomikailovka
È stata completata la conquista di Paraskoveevka, da sud hanno raggiunto una volta la periferia di Kostantinovka, la cui conquista partirà a breve.
Fronte di Velika Novosolka
Con l’apertura del fronte di Karkov, è ripresa la campagna di terra russa verso Velika Novosolka.
Stanno combattendo in Staromajorske, quasi del tutto conquistata in pochi giorni e anche in Urozaine, dove sono entrati.
Rabotino
Il villaggio è stato conquistato completamente, ora sembra siano in corso preparativi per avanzare su una direttrice differente e credo lungo la linea da est verso ovest, magari usando la strada verso Novodanilovka.
Proprio da ieri sono iniziati preparativi sulle linee difensive ucraine, artiglieria e droni, sul fronte che è silente da molti mesi, quello di Stepovo e Kamyanske, qui i primi obiettivi saranno Kamyanske stessa e i villaggi di Pyatikatki e Lobkovo.
Conclusioni
La manovra su Karkov sembra avere indebolito effettivamente le linee ucraine su altri fronti.
Al momento le truppe di Mosca non sembrano risentire logisticamente dall’apertura di un ulteriore fronte, fugando per ora, le mie perplessità.
I guadagni arrivano su diversi fronti, in particolare quelli di Avdeevka e soprattutto Artemovsk sembrano dare i maggiori frutti.
Il prossimo ritiro oltre il canale da parte ucraina, a sud di Artemovsk, segnerebbe un deciso progresso del fronte e un possibile inizio per la marcia verso Kostantinovka, in quanto darebbe modo di oltrepassare Chasov Yar a sud e puntare direttamente al centro più importante.
In questo momento sembrerebbe pertanto che la manovra su Karkov abbia ottenuto già i primi concreti risultati.