Esteri
Qualcosa in più sull’attualità cubana
Uno spaccato sulla situazione sociale e politica cubana, nell’articolo di Fabián Escalante Font, tratto da “La Pupila Insomne”
“Cuba Malecon”, foto di @Doug88888, licenza CC BY-NC-SA 2.0
di Fabián Escalante Font, da La Pupila Insomne, 23 settembre 2021
La controrivoluzione interna riorganizza le sue forze per passare all’offensiva. Per prima cosa chiamando a uno “sciopero nazionale” l’11 ottobre, dicendo che è per ottenere la “liberazione dei prigionieri politici”. Poi – secondo alcuni social network – un gruppo di “attivisti”, evidentemente controrivoluzionari, hanno fatto visita alla sede del Consiglio Amministrativo della capitale, per chiedere l’autorizzazione a tenere una marcia pacifica contro la “violenza” a novembre, naturalmente dopo l’apertura del Paese al turismo internazionale prevista dalle autorità competenti.
Secondo un giornalucolo di Miami, la marcia è “contro la violenza, per esigere il rispetto dei diritti di tutti i cubani, per la liberazione dei prigionieri politici e la risoluzione delle differenze attraverso mezzi democratici e pacifici”. Inoltre “chiedono protezione alle autorità e i normali servizi delle telecomunicazioni”.
Uno dei suoi partecipanti, ha precisato ai media a lui affini, da intendersi media controrivoluzionari, che auspicano che manifestazioni simili siano replicate in tutto il paese. A questo scopo, i leader protestatari brandiscono i diritti concessi dalla Costituzione cubana, che stabilisce la protesta pubblica come un diritto del popolo.
In breve, il piano – senza dubbio messo in piedi dalla CIA e dai suoi associati, generosi finanziatori di questi “leader” – consiste nell’organizzare una massiccia attività controrivoluzionaria, proprio nei giorni in cui Cuba riapre le porte al turismo internazionale.
Nel frattempo, i bombardamenti di bugie e mezze verità pullulano sui social network contro i principali leader del governo, in particolare il presidente Díaz Canel, deturpando le azioni concrete che il governo rivoluzionario sta portando avanti – prendendo risorse da dove non ce ne sono – per migliorare le condizioni di vita dei quartieri svantaggiati e vulnerabili.
A Miami, un settore della comunità cubana, manipolato dai membri fondamentalisti del Congresso Marco Rubio, María Elvira Salazar assieme a i loro accoliti, prepara le proprie armi, coordina e finanzia le loro pedine locali affinché, in stretto contatto con i loro pari dell’Isola, possano contribuire a creare un clima di destabilizzazione sociale.
Senza dubbio questa è la STRATEGIA EVERSIVA.
In circostanze come quelle attuali – pandemia, inasprimento del blocco, carenze, ecc. – non possiamo sottovalutare il nemico e se vogliono alzare il tiro (come si diceva dalle mie parti), dobbiamo accettare la sfida, con PIÙ RIVOLUZIONE come ci ha insegnato Fidel.
Azioni di massa, per mostrare la nostra forza, mobilitazioni politiche e patriottiche locali, sembrano essere la cosa giusta da fare, approfittando di ogni opportunità. Bisogna dare al nemico il suo stesso sciroppo, vuole dare una dimostrazione di forza, quindi facciamo quello che sappiamo fare, cioè mobilitare il popolo.
Inoltre, insisto su questo, rafforzare le basi delle nostre organizzazioni con “idee nuove”, ma con maggiore urgenza, con concetti che vadano oltre il ripetuto “cambiamento di stile e di metodi di lavoro”, poiché nulla di tutto ciò è stato realizzato nonostante il tempo speso per cercare di attuarlo.
I comunisti, che militano ai vertici della struttura, devono scendere – per quanto possibile – nelle organizzazioni di base, nei nuclei di zona, affinché da lì alla testa del resto delle forze rivoluzionarie, oltre a dialogare e ad ascoltare i conflitti e le necessità locali, si possa passare alla controffensiva.
Il nemico dell’Umanità, il governo degli Stati Uniti e le sue agenzie sovversive si preparano a dare il colpo finale alla Rivoluzione, finché pensano che siamo deboli, questo è ciò che vogliono, questo è probabilmente ciò a cui mirano Biden e la sua amministrazione come premio di consolazione per le sconfitte internazionali e locali che hanno subito. Quindi, agiamo come sappiamo fare, con il popolo in prima linea. E anche se ad alcuni non piace: Le strade appartengono ai rivoluzionari, come ha avvertito Díaz Canel. Quindi, ALLA BATTAGLIA!
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