Esteri
I Talebani dilagano in Afghanistan
La crisi tra Iran ed Israele è sempre più vicina allo scontro. In Afghanistan i talebani conquistano tre capoluoghi di provincia.
Aree di crisi nel mondo n. 79 del 7-8-2021
di Stefano Orsi
La crisi tra Israele ed Iran peggiora
L’estate ci ha portato due nuovi governi al vertice di due importanti Stati del Medio Oriente, Israele e Iran.
In Israele, Naftali Bennet, si è insediato e ha giurato il 13 giugno, estremista di destra e guerrafondaio, guida un’ampia coalizione che ha estromesso Netanyahu da qualunque incarico di governo per la prima volta da 15 anni.
Le elezioni presidenziali nella Repubblica islamica dell’Iran hanno invece decretato la vittoria del conservatore Ebrahim Raisi, insediatosi il 3 agosto.
La tensione tra i due Paesi si sta elevando ogni giorno di più, in particolare il 30 luglio è avvenuto un incidente di cui abbiamo parlato nel numero scorso, la nave Mercer Street, gestita da una compagnia israeliana, sarebbe stata colpita con alcuni droni suicidi e sarebbero morte due persone, una di cittadinanza inglese.
Il governo israeliano ha poi accusato apertamente quello iraniano per l’incidente, ma Teheran ha smentito categoricamente ogni suo coinvolgimento.
Telaviv ha poi coinvolto i sevizi britannici, presentando loro quelle che ha definito come prove, non mostrate, del coinvolgimento iraniano e anche quello statunitense è stato contattato per mostrare le medesime prove.
Altre tre navi, nei giorni successivi, sono state coinvolte in azioni di gruppi armati che le avrebbero avvicinate con intento di dirottarle, ma appare evidente che si tratti di fenomeno di pirataggio, essendo la zona la stessa dell’attacco alla Mercer Street, gli autori potrebbero essere stati gruppi di pirati, che da sempre sono presenti sia in queste acque che in quelle della Somalia, ovvero ovunque vi sia un passaggio obbligato e molto trafficato, sulle vie marittime.
Un fenomeno, quello della pirateria, noto da molti anni, visto che oltretutto i governi occidentali hanno spesso dotato di scorte armate le navi delle rispettive flotte mercantili, come sa bene chi ricorda la vicenda dei “Marò”.
Più che altro, l’intera vicenda appare come un mero pretesto per inasprire la tensione con l’Iran da parte del governo Bennet.
Non è affatto da escludere, visto soprattutto l’esito finale, con nessuna nave sequestrata, che si trattasse di una finzione messa in atto dai governi occidentali in accordo tra loro per incolparne l’Iran.
Ulteriori elementi sono stati aggiunti in appoggio a questa tesi dal Ministro della difesa di Telaviv, Gantz, assieme al suo collega degli Esteri Lapid, i quali hanno portato il giorno 4 quelle che loro hanno definito prove, presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Dette prove avrebbero coinvolto l’Iran non solo nell’organizzazione dell’attacco alla nave Mercer, ma anche attraverso gli alleati yemeniti, alla Aramco in Arabia Saudita nel settembre scorso. L’azione non ha sortito gli effetti sperati, dato che la Russia, esaminati i dati presentati, ha potuto dichiarare che non vi fossero elementi probanti contro l’Iran.
La reazione israeliana è apparsa stizzita e Gantz si è lasciato andare ad ulteriori sparate. Il giorno 5 agosto ha dichiarato che Israele sarebbe pronta ad agire da sola contro Teheran se la comunità internazionale non si dovesse muovere. Rincarando ancora la dose, ha aggiunto che l’Iran si trovi a sole 10 settimane dal possedere sufficiente uranio arricchito da poter iniziare a produrre ordigni nucleari.
È quindi evidente l’escalation comunicativa per spingere forzatamente USA e GB oltre alla UE ad agire contro l’Iran a tutto vantaggio di Israele.
L’Iran sta effettivamente progredendo nell’arricchimento dell’uranio, se ben ricordo sarebbero giunti al 60%, lo step successivo, portarlo al 90% e oltre, richiede meno tempo, le cascate di centrifughe stanno lavorando senza sosta nonostante i continui sabotaggi tentati e falliti da Israele. Invito comunque alla riflessione sul fatto che un Paese, che dalla sua rivoluzione islamica e popolare non ha mai aggredito alcun vicino, è vittima continua di aggressioni e sanzioni pesantissime, minacce e atti intimidatori, le sue truppe e milizie, che combattono il terrorismo estremista in Siria e in Iraq, sono bombardate sovente sia dagli USA che da Israele, mentre le azioni degli USA contro l’ISIS o Al Qaeda sono sempre risultate poco efficaci e rare o, nel caso di Israele, del tutto assenti.
Ebbene credo fermamente che sia nel pieno diritto dell’Iran di potersi e anzi di dovere dotarsi di un arsenale atomico in grado di fungere efficacemente da deterrente contro eventuali attacchi, dato soprattutto che i suoi aggressori ne sono dotati.
Sulla vicenda della Mercer Street non sono mancate le prese di posizione della NATO, che ha accolto in toto la versione israeliana e accusato l’Iran, o la presa di posizione degli USA, che per bocca dello stesso Blinken hanno anche minacciato ritorsioni.
Il generale britannico Nick Carter, si proprio come il personaggio di Bonvi, comandante delle truppe britanniche, ha dichiarato che occorra colpire l’Iran per prevenire ulteriori attacchi.
Afghanistan
Prosegue in maniera serrata la battaglia per tre città in Afghanistan: Herat, Laskhar Gah e Kandahar.
Laskhar Gah in particolar modo è quasi interamente in mano talebana, abbiamo visto immagini dagli studi televisivi della TV locale, dal Municipio cittadino e altre ancora, i Talebani ormai sono dentro la cerchia urbana in maniera stabile.
Gli USA hanno compiuto diversi raid aerei su questa città per colpire le forze talebane, che hanno denunciato la violazione dell’accordo sulla fuga sicura garantita alle forze di terra statunitensi.
Mentre le città di Zarani e Sheberghan sono cadute il giorno 6 agosto, proprio ora, intanto che sto scrivendo, mi arriva la conferma della caduta di Kunduz – avevo già parlato in precedenti articoli della difficile situazione a nord e ora giunge la notizia che le milizie talebane sono in centro città e ne hanno preso il controllo.
Nuovamente il gen. britannico Nick Carter ha rilasciato una intervista alla BBC in cui ha parlato del trasferimento degli interpreti afghani, che hanno collaborato con l’esercito inglese, direttamente in GB; recentemente ha avuto il coraggio di affermare che le truppe inglesi si stavano ritirando dall’Afghanistan, ma che non erano state sconfitte.
Viene da chiedersi chi siano allora i miliziani che stavano prendendo il controllo del Paese negli ultimi tre anni.
La strategia delineata per il futuro dal capo delle forze armate britanniche consiste nel non riconoscere i talebani quando prenderanno il totale controllo del Paese e, utilizzando i tanto cari argomenti di questi mesi, ha detto di temere che Russia e Cina diano il loro riconoscimento all’attuale leader talebano, il Mullah Abdul Ghani Baradar.
Una delegazione è stata di recente ricevuta infatti a Mosca e lo stesso Ghani si è recato in Cina in missione diplomatica.
Il governo inglese è quindi nella fase di piena negazione di una realtà che la vede sconfitta pesantemente e non vuole riconoscere la vittoria dei talebani, un po’ come se facessero una petizione per rigiocare la guerra perché l’esito non è stato di loro gradimento.
Dal punto di vista militare, Nick Carter si è lasciato sfuggire una cosa molto grave, ovvero che la migliore prospettiva che concede alle forze di Kabul è quella di riuscire almeno a bloccare l’avanzata talebana sulle attuali posizioni, per intavolare una trattativa, prospettiva davvero disperata se ritenuta la migliore.
Notizia di questa sera, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno chiesto a tutti i loro cittadini di lasciare immediatamente il Paese.
India
Varata, nei giorni scorsi, la seconda portaerei indiana, la Vikrant, prima della sua classe e interamente progettata e realizzata in India nei cantieri CSL Cochin Shipyard Limited.
Portaerei di tipo Stobar a propulsione convenzionale.
Potrà portare a bordo fino a 40 velivoli.
Confine tra Lituania e Bielorussia
Le guardie di frontiera lituane hanno iniziato a respingere con l’uso di armi da fuoco i migranti che cercano di entrare nella UE attraverso i loro confini. Alcuni, di un gruppo, sono stati feriti con armi da fuoco, alcuni avevano vistosi morsi di cane sul corpo, altri presentavano segni di pesanti percosse, uno di loro è deceduto in ospedale, sono stati soccorsi dalle guardie di frontiera bielorusse attirate dai rumori degli spari.
Nel gruppo c’erano anche bambini molto piccoli in braccio ai genitori.
Il tutto accolto nel silenzio delle istituzioni della UE, che ben si guarda dal criticare o condannare i crimini lituani, alleato prezioso in chiave di strategia di pressione su Russia e Bielorussia.