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Editoriale

L’incubo di un condannato al Quirinale

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di Lavinia Orlando

La vera notizia di queste ultime settimane è una e solo una – Covid a parte: Silvio Berlusconi è tra i possibili candidati al Quirinale.

Se solo qualche mese fa qualcuno avesse anche semplicemente pronunciato le iniziali del Cavaliere da Arcore quale futuribile Presidente della Repubblica, nessuno gli avrebbe creduto e sarebbero partite risate a crepapelle o improperi di una volgarità irripetibile.

Da un po’ di tempo, al contrario, il nome di Berlusconi si sta facendo strada come aspirante successore di Mattarella, soprattutto da quando colui che pareva essere l’unico candidato possibile, ossia Mario Draghi, non sembra più potersi smuovere dallo scranno della Presidenza del Consiglio, pena l’apocalisse e che dunque ci si sta divertendo ad immaginare i nomi alternativi.

Che nella mente di Berlusconi e dei suoi seguaci il sogno della Presidenza del Consiglio sia sempre stato presente è circostanza nota, almeno quanto la sua megalomania.

È fatto chiaro che il fondatore e Presidente di Forza Italia stia facendo di tutto per acquisire, più o meno lecitamente, consensi e voti parlamentari. Basti pensare all’atteggiamento rigoroso che il partito di Berlusconi continua a tenere rispetto alla pandemia, alla necessità di non allargare troppo le maglie e di non strizzare l’occhio all’universo “no vax, no pass, no covid”, per non parlare del recente giudizio di favore rispetto al Reddito di Cittadinanza. È davvero difficile pensare che tali sortite non vogliano anche – o soprattutto – compiacere centrosinistra e Movimento Cinque Stelle nell’ottica del futuro voto per il Quirinale. 

La vicinanza del Cavaliere a Matteo Renzi, invece, non suscita più alcuna sorpresa – e non solo nell’ottica quirinalizia. Dal primo rendez-vous tra il giovane Sindaco di Firenze e l’allora Premier, passando per il Patto del Nazareno, giungendo fino ai giorni attuali, il processo di avvicinamento tra Italia Viva e Forza Italia è un inconfutabile dato di fatto: si pensi all’asse Forza Italia, Lega ed Italia Viva che, da ultimo ha rigettato la proposta di un contributo di solidarietà sui redditi superiori ai 75 mila euro di modo da mitigare parzialmente gli effetti dei rincari sulle bollette.   

Come, tuttavia, sia possibile dimenticare ciò che Berlusconi ha rappresentato e che continua, tuttora, a rappresentare? Come non rendersi conto dell’assurdità connessa anche al semplice pensiero che al Quirinale possa giungere un soggetto condannato per frode fiscale, prescritto (del reato di corruzione, ad esempio) svariate volte, circondato da stretti collaboratori condannati per gravissimi reati, tra cui l’associazione a delinquere di stampo mafioso, affiliato alla loggia massonica P2, campione di leggi ad personam e di cacciate di giornalisti scomodi?

Pensavamo di averne viste e sentite di tutti i colori ed invece la nostra politica continua a riservarci novità di rilievo. Che questo sia il frutto delle larghe intese è circostanza abbastanza scontata: più della predetta vicinanza di Matteo Renzi, la cui reale natura è oramai chiara a tutti, fa specie l’atteggiamento del Movimento Cinque Stelle che, per bocca del suo leader Conte, dice di no a Berlusconi senza esplicitare le ragioni che sarebbe stato plausibile attendersi dai grillini e che avrebbero riguardato tematiche quali l’onestà e la giustizia.

In qualsivoglia Paese normale, la candidatura di una personalità con siffatto profilo non sarebbe solo impossibile, ma del tutto inimmaginabile, pena l’imperitura ignominia a livello mondiale per il nostro Paese che, tra l‘altro, aveva già abbondantemente toccato il fondo in occasione dell’affaire “bunga – bunga” e che, nel caso in cui una siffatta eventualità si concretizzasse, perderebbe totalmente anche quel poco di credito che continua a mantenere.

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