Economia & lavoro
Dalle privatizzazioni alla privazione dei diritti.
Senza memoria non c’è storia, ma solo ignoranza e violenza.
L’ignoranza e la violenza dilagante trovano in Salvini, Meloni, Erdogan e Trump i loro più esperti e validi rappresentanti.
Credit foto pietrocolumba licenza CC BY-NC-SA 2.0
Di Micaela Quintavalle – ex autista e sindacalista ATAC, licenziata per aver rilasciato ripetutamente dichiarazioni sullo stato di inefficienza dell’azienda
Senza memoria non c’è storia, ma solo ignoranza e violenza.
L’ignoranza e la violenza dilagante trovano in Salvini, Meloni, Erdogan e Trump i loro più esperti e validi rappresentanti.
Il razzismo si diffonde come si diffonde lo sfruttamento e il depauperamento dell’Africa.
Dopo il miracolo economico degli anni ‘50, dopo i successi sindacali degli anni ‘60, dopo i successi politici e sindacali degli anni ‘70, le borghesie internazionali e il capitale, incluso il capitale finanziario, dettano le nuove norme economiche e di governo.
Con il crollo del muro di Berlino ed il fallimento del cosiddetto socialismo reale la trasformazione dei Paesi è pressoché immediata.
La globalizzazione degli anni ‘90 e il nuovo ordine mondiale definiscono i nuovi scenari.
In Italia partono le prime privatizzazioni. L’impresa (e la libertà di impresa) diventa centrale e contestualmente lo Stato esce dai mercati. Lo stato non può più essere e/o fare impresa.
Con tangentopoli spariscono i vecchi partiti. Sparisce Craxi e il PCI e nascono i partiti azienda. Con i partiti azienda nasce anche il nuovo sistema elettorale: il maggioritario.
Grandi trasformazioni per grandi bugie.
Ci viene detto che dove c’è “ PUBBLICO “ c’è fallimento.
Dove c’è pubblico c’è non curanza.
Viene detto che dove c’è pubblico non c’è diligenza.
Ci viene raccontato che il lavoro flessibile è bello .
Ma non ci viene detto che flessibilità è precarietà.
Così la favola di un pubblico inefficiente e perverso crea nuovi Paperoni cinici e famelici pronti a destrutturare memorie storiche, diritti economici e normativi. Pronti addirittura ad “ inventarsi “ una “nuova storia “. Quella che dice che comunismo e fascismo sono uguali. Cominciano così le grandi FAKE NEWS che distruggono quanto di buono si era costruito intorno agli anni ‘60 e ‘70.
Le OOSS maggiormente rappresentative dal 1980 in poi si sottomettono alla logica delle imprese e dei mercati.
Inizia la rivoluzione liberista globalizzante ed il sindacato sparisce. Sparisce fino al punto, e siamo all’assurdo, che un lavoratore OGGI per essere assunto in un posto di lavoro deve firmare preventivamente la tessera al sindacato colluso col datore di lavoro stesso.
Il concetto di egualitarismo sparisce e viene soppiantato dal concetto di merito.
E la meritocrazia come noi sappiamo privilegia e arricchisce lacchè e spie e penalizza e licenzia lavoratori onesti e antagonisti.
Il concetto di merito ha avuto come unico scopo la creazione,da un lato, di lavoratori dipendenti assuefatti e sottomessi al padrone e dall’altro di quelli che venivano, come la sottoscritta, inseriti nelle black list.
Il merito non viene inteso nella sua accezione oggettiva e sana: si viene licenziati nonostante l’onestà ed una storia personale lavorativa ineccepibile.
Con il concetto di meritocrazia tutti diventano spie e ovunque vige il terrore. Se non sei nelle grazie del padrone automaticamente vieni inserito nella lista nera.
Se sei un ribelle sei nella lista nera.
Dare nome alle cose. Utilizzano termini come flessibilità, globalizzazione, interdipendenza, sistema maggioritario, ma l’involuzione è alle porte.
È da tutte queste vicende che nascono il contratto a tutele crescenti e il job’s act.
È da tutte queste vicende che nascono i vaucher e i contratti a progetto e a chiamata.
È da tutte queste vicende che nascono nuovo schiavismo e caporalato.
È da tutte queste vicende che la paura ed il terrore di perdere il proprio posto di lavoro, ancorché minimamente garantito, fanno silenzio, sottomissione e mutismo.
Rivolta e ribellione diventano parole vuote. Non hanno senso.
Il degrado materiale, culturale ed economico dei lavoratori è inversamente proporzionale all’arricchimento dei cinici e famelici imprenditori pubblici e privati.
Ingordigia ed arricchimento indebito che arrivano persino nella sanità e nelle strutture ospedaliere che diventano esse stesse aziende con tanto di profitti e passività.
La sanità è il caso più eclatante, ma ci è facile immaginare cosa accade in altri settori che sono diventati delle lobbies vere e proprie.
Pensiamo ai rifiuti, ai trasporti, alla istruzione.
Senza memoria, senza storia, senza conoscenza-sapienza non c’è futuro.
C’è il falso e la falsificazione del falso che ci riportano al Medio Evo.
Mentre noi aneliamo, come una nave al porto, ad una società diversa ed alternativa che contempla ideali di giustizia e sanità.
Non lo schiacciamento totale di qualsiasi forma di umanità.