Musica & Spettacolo
“Santa Maria al bagno”, è la fotografia in musica del Salento di Carmine Tundo
“Santa Maria al bagno” è una poesia in musica del giovane autore salentino, Carmine Tundo, dedicata alla sua terra e al suo amore profondo per le proprie radici.
“Santa Maria al bagno” è la fotografia in musica di Carmine Tundo, del musicista salentino, frontman della band “La Municipàl”, divenuta nel tempo una delle realtà musicali più amate dalle giovani generazioni in tutta Italia.
È un brano che sta riscuotendo successo agli amanti della buona musica d’ autore nel quale ogni persona può riconoscersi tra gli amori, le storie che raccontano il Sud, quel mare che dona sogni e speranze a chi lo ammira e lo attraversa, a noi e alla nostra terra.
Il merito di Carmine è di saper scrivere mediante la sua brillante penna testi che raccontano le storie dei giovani e del nostro tempo incerto, momenti di vita quotidiana e del Salento, a cui l’ artista è profondamente legato. Nei testi di Carmine si nota il suo orgoglio per la sua terra , non nasconde il suo amore e la passione per il profondo Sud della Puglia, nonostante le contraddizioni di un pezzo del Mezzogiorno e la precarietà a cui molti giovani sono costretti a confrontarsi, spesso emigrano in terre lontane come i loro nonni per cercare fortuna e per realizzare i propri sogni.
In “Santa Maria al bagno” emerge lo stato d’ animo dell’ artista, dominato da un rapporto di amore-odio con la propria terra.
Un pezzo di Sud Italia intriso di arte, di cultura, di tradizioni e di poeti immensi come i grandi protagonisti della Storia salentina: Vittorio Bodini, Carmelo Bene, don Tonino Bello, Rina Durante, Tito Schipa e tanti altri.
Il musicista decanta la bellezza di questa terra magica che attrae turisti di tutto il mondo durante le vacanze estive come si nota in “Santa Maria al bagno” per poi vivere la solitudine nell’ inverno gelido quando vanno via.
Una terra meravigliosa che offre ancora poco ai giovani soprattutto nella stagione invernale quando i turisti lasciano questi luoghi magici verso Ottobre per tornare a lavorare al Nord e all’ estero. Carmine racconta e descrive le realtà pugliesi e salentine, le quali vivono e hanno successo d’ estate che accolgono turisti come una madre accoglie i suoi figli e li coccola con il buon cibo, il mare caraibico e la buona musica salentina tra pizziche e tarantelle.
Ma appena termina la stagione estiva lasciano un vuoto, una malinconia in cui cittadini che restano si inventano mille lavori, creano progetti e opportunità per poter dar luce a questa terra coltivando sogni mediante la poesia e la musica come fa da tempo Carmine con coraggio e con resilienza.
Il nuovo progetto musicale dell’ artista salentino si presenta con il nome di Diego Rivera ed è disponibile su Spotify. Il brano è caratterizzato da sonorità latine e da una buona conoscenza e influenza del cantautore italiano.
É un ponte culturale tra il Salento e il SudAmerica, due realtà che rappresentano i Sud del mondo si incrociano mediante suoni e parole per dar vita all’ incontro tra linguaggi differenti ma che hanno un’ unica matrice, la passione per la bellezza di questo Sud magico che accoglie e integra, il calore della gente sempre ospitale che canta e danza con un buon calice di vino questa vita che nonostante tutto, qui al Sud, resta meravigliosa.
Terra incantevole baciata da Dio che ispira ogni giorno da sempre poeti e artisti anche negli inverni freddi e nei tempi bui che stiamo vivendo, ognuno può ritrovare la propria libertà e felicità nei Sud più profondi e autentici perché proprio qui, a de finibus terrae c’ è
l’ incontro tra i due mari, simbolo di una terra che guarda all’ Oriente e si lascia contaminare da altre storie, altre culture, altri popoli e nel corso dei secoli ha da sempre assaporato come amava definire il vescovo salentino, don Tonino Bello, “La convivialità delle differenze”, in cui si sperimenta l’ incontro con l’ altro di una terra senza confini.
“Sognavamo di andar via
Via da quеsto litorale
Che arriva fino a Finisterrе
Lì dove finisce il mondo
Così credeva il mio bisnonno
E ci perdiamo tra le onde
E tra gli sguardi della gente
Tra gli schiamazzi dei turisti
Stregati dalle tarantelle”.
La foto è del Locus Festival.
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Maria del Rosso