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Cultura

La compagnia delle oche

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Di Maddalena Celano

La Casa Russa a Roma, situata nella suggestiva cornice del Palazzo Santa Croce e la sua Direttrice Daria Pushkova, lo scorso Venerdì 15 novembre 2024, alle ore 18:30, hanno dato vita al Salotto Letterario Musicale del mese di novembre, ideato e condotto da Elena Sotnikova, un evento speciale nell’ambito della rassegna La Poesia nell’Eden Perduto. Protagonista della serata è stata Natalia A. Stepanova con la sua silloge poetica La Compagnia delle Oche, pubblicata da Ensemble Edizioni. L’evento ha saputo intrecciare poesia, musica e riflessioni filosofiche, catturando l’attenzione del pubblico presente. Gli interventi di Flaminia Cruciani, Antonella A. Rizzo e Matteo Chiavarone hanno illuminato l’opera della Stepanova da prospettive critiche diverse, enfatizzando il valore simbolico dell’oca, animale centrale nella silloge. Elisaveta Smirnova e Giuseppe Rossi hanno arricchito l’incontro con un’esibizione musicale intensa ed emozionante, mentre l’attrice Natalia Simonova ha dato voce ai versi dell’autrice con letture appassionate. Natalia A. Stepanova, originaria di Saratov e residente a Roma dal 1972, si distingue per una poetica che intreccia la sensibilità russa alle esperienze italiane. Durante l’evento, ha condiviso il suo percorso creativo e il significato profondo della sua nuova raccolta, descrivendo l’oca come metafora del poeta: un essere libero, capace di vedere oltre le convenzioni e di sfidare le limitazioni imposte dalla società moderna. Particolare rilievo ha avuto l’esplorazione simbolica dell’oca nelle diverse culture, dall’Egitto antico alla tradizione russa ortodossa, fino alle leggende indiane e ai miti greco-romani. L’oca emerge come un simbolo universale di vigilanza, purezza e libertà, ma anche di connessione spirituale e di ribellione contro l’omologazione. Questo filo conduttore, evidente nei versi della Stepanova, si riflette in una critica alle dinamiche contemporanee che soffocano l’individualità e la bellezza autentica. La silloge La Compagnia delle Oche è stata descritta come un grido contro l’alienazione e la disumanizzazione, un inno alla bellezza e alla libertà spirituale. I versi, ricchi di immagini evocative, invitano il lettore a riscoprire il legame perduto con la natura e con sé stessi. Le oche, simbolo di resistenza e autenticità, si ergono contro l’aridità delle metropoli e il conformismo imposto da una società sempre più meccanizzata. L’evento si è concluso con un caloroso applauso e un invito alla riflessione: siamo ancora capaci di ascoltare la voce poetica dentro di noi, o abbiamo ceduto al silenzio imposto dal mondo moderno? La serata alla Casa Russa ha dimostrato che l’arte, come le oche della Stepanova, può ancora spiccare il volo, guidandoci verso orizzonti di bellezza e consapevolezza.

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