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Cultura

Angelo Tartarella: in uscita il suo terzo libro “Il peso delle nuvole parlanti”

Un’analisi profonda e interessante di quello che è stato, è e promette di essere il ruolo storico dei fumetti nell’età contemporanea, partendo dalla fine del 1800, quando sono nati, per arrivare ai giorni nostri.
Un viaggio nella storia al fianco di personaggi come Captain America, Wonder Woman, Tex Willer, Lupo Alberto e tanti, tanti altri da tutti gli angoli del mondo delle nuvole parlanti

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ANGELO TARTARELLA

A CURA DI FABIA TONAZZI

PHOTO: Pressoffice

I fumetti, i comic books inglesi e americani e i manga sono sul mercato da circa un secolo e sono diventati semi di una sottocultura sempre più forte, dando origine a fenomeni culturali, universi cinematografici e tanto altro. Cosa caratterizza più nello specifico questo tipo di opere? Quali effetti hanno avuto, hanno e potranno avere nella nostra storia? Su quanti e quali livelli si è registrato, nel corso dell’età contemporanea, un ruolo storico effettivo dei fumetti? In questo saggio si parla proprio di questo, esplorando l’argomento prima a volo d’uccello, arrivando ad analizzare più minuziosamente quelle opere e quei personaggi del mondo delle nuvole parlanti che hanno avuto e hanno un ruolo più evidente e importante.”

“Un’analisi profonda e interessante di quello che è stato, è e promette di essere il ruolo storico dei fumetti nell’età contemporanea, partendo dalla fine del 1800, quando sono nati, per arrivare ai giorni nostri.
Un viaggio nella storia al fianco di personaggi come Captain America, Wonder Woman, Tex Willer, Lupo Alberto e tanti, tanti altri da tutti gli angoli del mondo delle nuvole parlanti.”

angelo tartaglia

Qualcosa su di te, Angelo e di cosa ti occupi, come mai hai realizzato proprio questo saggio storico?

Io sono uno scrittore, lo sono diventato innamorandomi delle storie in tutte le loro forme, cominciando ovviamente dai libri e arrivano, più avanti, anche ai fumetti. Ho voluto scrivere questo saggio, “Il peso delle nuvole parlanti”, riguardante il ruolo storico che i fumetti hanno avuto e hanno nell’età contemporanea perché ho notato come questo tipo di pubblicazione non riceve l’attenzione che libri, quotidiani e altri media, come cinema e televisione ricevono a livello storico, soprattutto in Italia.

Io ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia e con degli amici che, in un modo o nell’altro, erano grandi lettori di fumetti. Ciò mi ha permesso di scoprirli, e questo, unito alla mia passione per la materia storica, mi ha reso più facile inquadrarli su tale piano. Mi sono reso conto che, però, nonostante sia qualcosa che si fa per libri, film, opere teatrali e serie tv, non è qualcosa che si fa per i fumetti. Questo mio saggio è il mio personale tentativo di cominciare un percorso così importante.

Come è la tua giornata tipo?

Sono una persona tranquilla, ma che detesta la noia. Quindi comincio svegliandomi abbastanza presto e facendo colazione, per poi dedicarmi subito a qualcosa. Che sia scrivere, leggere, ricercare, guardare qualcosa o altro. Stare con le mani in mano non è assolutamente il mio forte. A volte quando quello che sto facendo mi appassiona, salto anche i pasti o mangio a ore non proprio canoniche, per così dire. La sera, se non esco con gli amici, la dedico a un film o a concludere qualche lettura particolarmente interessante.

Trovi il tempo per rilassarti?

Assolutamente. Qui si ritorna a parlare delle mie passioni che mi rilassano sempre, loro insieme al mio cane, Sirio, che riesce sempre a farmi stare bene.

Cosa sognavi da piccolo? C’è qualcosa che ti accomuna ai tuoi personaggi?

Da piccolo ho sempre voluto fare lo scrittore. Nel mio primo romanzo, “Il segreto del re”, c’era molto di questo in almeno tre o quattro personaggi, e la storia si svolge a Hollywood, che è uno dei grandi regni fantastici per chi, come me, scrive.

Nel secondo, “Amore Contemporaneo”, si ritrova la mia voglia di avere relazioni sincere e di scoprire quanto più possibile di me stesso e del modo, come delle persone, attorno a me. Ne “Il peso delle nuvole parlanti” analizzo i personaggi dei fumetti che non ho creato io, quelli a cui mi sento più vicino… direi che dovrei nominarne due: Pippo e Captain America, il primo scrittore appassionato e persona energica ma a volte impulsiva, mente la parte di me che rivedo in Cap è quello che è cresciuto leggendo di grandi ideali e prova a metterli in pratica nel modo reale.

Cosa ti piace di più del lavoro che fai?

La cosa che mi piace di più è che la scrittura ti permette di costruire interi universi e realtà e ogni nuova storia può essere completamente diversa dall’altra, ogni opera può non avere niente a che fare con la precedente o la successiva, dipende tutto da chi scrive e basta.

Qual è il tuo mantra quotidiano?

Il mio mantra è “Cerchiamo di fare qualcosa di utile, oggi” perché se da una parte è vero che non mi piace annoiarmi, dall’altra non sono nemmeno un fan del perdere tempo, che è l’unica materia prima che non si può riciclare né acquistare sul mercato.

Ti identifichi con un personaggio in particolare del tuo libro o no?

Direi che dei due romanzi che ho scritto, “Il segreto del re e Amore Contemporaneo”, mi rivedo in tutti i miei personaggi. Sceglierne uno sembra quasi restrittivo e non riuscirei davvero a farlo.

Credi che ci sia spazio nella società attuale per i tuoi protagonisti o si troverebbero spiazzati?

Credo che alcuni di lor si ritroverebbero subito a loro agio e altri dovrebbero adattarsi, ma alla fine credo sia così per tutti anche nella vita reale quotidiana.

La cultura e i libri…

Hai un riferimento in politica o nella società attuale che ti ispira fiducia?

I riferimenti politici li trovo all’estero, con personaggi come Malala e Greta Tumberg, che si sono messe in prima linea per affrontare problemi reali e urgenti, a volte anche a costo della loro salute e della loro immagine personale.

Credi che si potrebbe fare di più in merito alla sensibilizzazione dei giovani nei confronti di eventi culturali o sei soddisfatto come scrittore?

Sono assolutamente convinto che si possa fare di più. Molte volte mi è capitato di vedere eventi ignorati dai giovani perché promossi solamente verso i più adulti. Non credo che sia fatto volontariamente, almeno nella maggior parte dei casi, ma penso sia fondamentale reinventare il linguaggio comunicativo e promozionale, soprattutto se si vuole coinvolgere e incoraggiare i più giovani.

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