Inchiesta
Il mistero di via Rossano, l’omicidio irrisolto di Anna Maria Brogna Mazzocchi
Passando per via Rossano, sulla collina di Portici, si può sentire ancora il flebile racconto di una storia lontana ma che mette angoscia e paura.
La storia di Anna Maria Brogna Mazzocchi. Nata in provincia di Salerno, ultima di quattro figli, viene adottata da genitori abruzzesi dopo la morte dei genitori.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Napoli è città di luce. Che si specchia nel mare, tra meraviglie uniche e miserie. Una città vivace, con le persone che scorrono per le vie di Napoli come il sangue nelle vene. Rendendo vivo ogni angolo.
Eppure, con il buio, anche Napoli mostra il suo volto misterioso. Il volto di Caino.
Buio inteso non solo in senso letterale a causa delle tenebre della notte. Anche il buio dell’animo che partorisce assassini e atroci delitti.
Le strade di Napoli raccontano storie antiche e moderne di sangue versato. Di delitti senza giustizia.
Passando per via Rossano 3, sulla collina di Portici, si può sentire ancora il flebile racconto di una storia lontana ma che mette angoscia e paura.
La storia di Anna Maria Brogna Mazzocchi. Nata in provincia di Salerno, ultima di quattro figli, viene adottata da genitori abruzzesi dopo la morte dei genitori biologici.
Che le garantiscono benessere economico e amore unito ad una certa severità.
Nel 1955 Anna Maria si laurea in Scienze. Inizia ad insegnare con passione e con severità. Come componente della commissione per gli esami di maturità ad Aversa, fece “strage” di candidati. Venne anche minacciata da uno studente.
Dopo aver insegnato presso una scuola privata religiosa, nel 1960 inizia ed insegnare presso il liceo Scotti di Ischia. Dove ha lezione il lunedì, martedì e sabato. Una notte a settimana, in una casa affittata con delle sue colleghe, si ferma a dormire ad Ischia.
Dopo la morte dei genitori adottivi rimane sola nella casa di via Rossano. Unica erede di un discreto patrimonio ma sola.
Poche amicizie. Scarsi rapporti con i suoi fratelli. Nessun “vizio”. Nessun legame sentimentale.
Anna Maria nonostante la giovane età viveva “all’antica”. Abiti dalla foggia castigata. Non si truccava. Non fumava e non beveva alcolici. Ascoltava musica classica.
Faceva entrare in casa solo le poche persone di cui si fidava.
La solitudine, però, iniziava a pesarle. Il 3 maggio 1962 decide di comprare un televisore. Il pomeriggio del 7 maggio i tecnici del negozio di televisori si recano a casa di Anna Maria. Che, per non rimanere, sola con estranei chiede al figlio di un vicino di farle compagnia.
I tecnici vanno via e Anna Maria Brogna Mazzocchi rimane sola. Come sempre. Per l’ultima volta.
Intorno alle 20.45 i vicini di casa sentono forti rumori provenire dall’appartamento della giovane insegnante. La chiamano a gran voce ma non ricevono risposta.
I quattro condomini iniziano ad essere veramente preoccupati. Decidono di entrare usando la chiave che una di loro aveva per le emergenze. Entrano nell’appartamento.
Le luci sono spente ma il televisore è acceso con l’audio abbassato al minimo. Accendono la luce.
Anna Maria è a terra.
Una delle vicine le presta soccorso. Dalla cucina, però, iniziano a sparare. Con una calibro 6,35.
L’ignoto ferisce tre persone in maniera non mortale e riesce a scappare tenendo le scarpe in mano.
Lascia lo stabile è si avvia verso la stazione della Vesuviana.
I testimoni lo descrivono come bruno e con età non superiore ai trent’anni.
Anna Maria viene soffocata. La vittima cerca di difendersi. L’appartamento viene messo a soqquadro ma non viene rubato nulla. Non riesce o è un depistaggio?
Certamente l’assassino era determinato ad uccidere. Lo aveva pianificato. Toglie le scarpe per non fare rumore. Dimostrando una certa esperienza criminale.
Cercava qualcosa nell’appartamento? Cercava qualche documento o fotografia? Anna Maria non sembrava tipo da nascondere segreti. Eppure sembra qualcosa di diverso da una normale rapina.
Gli investigatori accertano che nell’ultimo periodo la vittima telefonava spesso.
Sicuramente l’assassino aveva la fiducia di Anna Maria. Non gli avrebbe mai aperto e non sarebbe rimasta da sola con lui. Un parente? Vengono subito interrogati e prosciolti da ogni sospetto.
Allora dove può aver conosciuto il suo assassino? La sua vita era casa e scuola. Napoli e Ischia. Probabilmente in questo spazio ristretto è presente l’assassino.
Che ha vissuto, e probabilmente morto, da uomo libero ma macchiato da una terribile colpa.
Il sole torna ad illuminare Napoli e via Rossano. Le ombre fuggono via. Tornano negli angoli bui dove si nascondono le storie più brutte.
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