Inchiesta
Gli attentati di Fiumicino
Ora siamo confusi, scossi. Divisi in fazioni. Confusi e scossi erano anche i nostri padri, le nostre madri. La nostra paura è stata la loro paura. Eppure sono riusciti ad andare avanti, a progredire, ad amare. Con tolleranza, senza pericolose derive populiste ed estremiste.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Potrebbe sembrare decisamente poco opportuno parlare di atti di terrorismo in questo periodo. Periodo in cui la guerra in Ucraina ha portato paura. Periodo funestato dal timore di una guerra nucleare.
Proprio per questo bisogna parlarne. La Storia è il miglior vaccino contro il virus della paura. La Storia ci ricorda che l’Italia è stata, per anni, teatro di tremendi atti di terrorismo. Dalla fine degli anni 60 alla metà degli anni 80. Decine e decine di morti. Città blindate. Il terrore nel camminare per strada. L’Italia ha saputo vincere la paura, affrontare la minaccia. Con pochi mezzi, e mille difficoltà. Voglio raccontare due storie simbolo di quel periodo. Che mostrano cosa l’Italia ha saputo affrontare. L’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino è stato teatro di due sanguinosi attentati.
Il 17/12/1973 un commando di “settembre nero “ entra nell’aeroporto. Si confondono tra le centinaia di turisti. Mancano pochi giorni a Natale.
Improvvisamente tirano fuori le armi. Iniziano a sparare. Prendono di sorpresa gli uomini della sicurezza. Riescono infatti a disarmare e prendere in ostaggio sei agenti. Il gruppo di terroristi si divide. Alcuni vanno verso un aereo Lufthansa, pronto a partire per Monaco. I terroristi salgono a bordo. Servirà per la fuga. Altri terroristi si avviano verso un aereo della PAN AM.
L’aereo doveva essere già partito ma è in ritardo. La sorte ha deciso diversa destinazione per il volo PAN AM. I passeggeri sono a bordo e le scale mobili sono attaccate alle porte dell’aereo. I terroristi aprono i portelli. Gettano all’interno 3 bombe incendiarie, al fosforo. In pochi secondi 28 persone vengono carbonizzate.
I terroristi si sono riuniti. Ora vogliono salire sull’aereo Lufthansa e fuggire. Prima uccidono il finanziere Antonio Zara. Caricano sull’aereo i sei agenti e un addetto di terra. Ostaggi per garantirsi la fuga. L’aereo si dirige prima in Grecia, poi in Siria. Muore anche Domenico Ippoliti, l’addetto di terra. L’aereo arriva in Kuwait. I terroristi si arrendono e liberano gli ostaggi. Non pagheranno mai per i loro crimini.
Il 27 dicembre 1985 vengono attaccati contemporaneamente gli aeroporti di Vienna e Fiumicino. L’attacco è condotto da uomini di Abu Nidal. A Fiumicino quattro terroristi lanciano bombe a mano e sparano contro gli sportelli delle compagnie aeree EL AL e TWA. Vengono uccise dieci persone. Le forze di sicurezza uccidono tre terroristi e catturano il quarto.
Solo trentotto anni sono passati dal 1985, eppure sono fatti che abbiamo dimenticato. Anche questo alimenta la nostra sensazione di paura. L’Italia non è stata un’oasi felice per ciò che riguarda il terrorismo. I nostri apparati di sicurezza hanno maturato esperienza e dolorose lezioni. La nostra politica estera, in passato, è stata sempre orientata ad evitare attentati e assicurare la risoluzione dei conflitti con la mediazione.
Ora siamo confusi, scossi. Divisi in fazioni. Confusi e scossi erano anche i nostri padri, le nostre madri. La nostra paura è stata la loro paura. Eppure sono riusciti ad andare avanti, a progredire, ad amare. Con tolleranza, senza pericolose derive populiste ed estremiste. Gli eventi storici non sono scritti sulla sabbia. Rimangono come monito ed insegnamento. Ovviamente la speranza è che non ci siano attentati, l’imperativo è il ritorno della Pace. Nei momenti di paura guardiamo a Bologna. Una città devastata il 2 agosto 1980. Una città che ha saputo rialzarsi. Non possiamo conoscere le sfide e le minacce che ci riserva il futuro ma dal passato possiamo avere certezza della nostra forza.
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