Inchiesta
Cassino e il mistero di Mino Pecorelli
Mino Pecorelli, la sua morte è un mistero. La sua vita è legata ai più intrigati misteri italiani. Il rapimento e la morte di Aldo Moro; Gladio; le tangenti; i legami tra politica e malavita; le trame eversive; il traffico di armi e petrolio con la Libia.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Mino Pecorelli, la sua morte è un mistero. La sua vita è legata ai più intrigati misteri italiani. Il rapimento e la morte di Aldo Moro; Gladio; le tangenti; i legami tra politica e malavita; le trame eversive; il traffico di armi e petrolio con la Libia.
Pecorelli aveva accesso ad importanti informazioni in ambienti dei servizi segreti; dell’economia; della politica, che poi pubblicava su O.P. La sua creatura. La vita professionale di Mino Pecorelli, è legata a due grandi personaggi della politica italiana. Aldo Moro e Giulio Andreotti.
Pecorelli anticipa il rapimento di Aldo Moro, rivela particolari sconvolgenti sulla dinamica del rapimento e dell’omicidio del Presidente della DC. E altre rivelazioni aveva intenzione di fare. Come altre rivelazioni su Giulio Andreotti. Il bersaglio preferito di Pecorelli. I famosi assegni del Presidente ad esempio.
Mino Pecorelli non riuscirà a fare altre rivelazioni perché nel marzo 1979 viene ucciso. Proprio le indagini sulla sua morte portano a Cassino. Perché nella Città Martire viene letteralmente scritta una delle pagine del mistero Pecorelli.
Tra Cassino e Villa Santa Lucia aveva il suo impero editoriale e tipografico Giuseppe Ciarrapico. Le simpatie di Ciarrapico per il Movimento Sociale Italiano erano note, come i suoi rapporti con Giorgio Almirante. Ma Ciarrapico aveva rapporti stretti anche con la Democrazia Cristiana o meglio con l’area di Giulio Andreotti. Giuseppe Ciarrapico aveva a Cassino la sua azienda tipografica.
Dove stampava i manifesti per l’ Msi, ma anche libri di storia con evidente intento revisionista. Ciarrapico sarà presidente della Roma e delle terme di Fiuggi. Ma è la sua tipografia di Cassino che ora ci interessa.
Alla fine del 1978, Mino Pecorelli ha necessità di trovare una nuova tipografia per stampare il suo settimanale O.P. Tramite Franco Evangelisti, il braccio destro di Andreotti, Pecorelli ottiene di poter stampare, ad un prezzo favorevole, il settimanale presso la tipografia di Ciarrapico a Villa Santa Lucia.
La stampa sarebbe iniziata sul finire del marzo 1979. Proprio quando Pecorelli aveva promesso di pubblicare rivelazioni clamorose sul rapimento Moro e su Giulio Andreotti. Può sembrare strano che avendo simili intenzioni, Pecorelli scelga la tipografia di Ciarrapico molto vicino ad Andreotti e alla destra. In realtà Pecorelli non riesce a stampare nulla a Villa Santa Lucia, viene ucciso prima.
Dopo la morte di Pecorelli gli investigatori si interessano anche della tipografia di Ciarrapico a Villa Santa Lucia. Scoprono che uno dei collaboratori della tipografia di Ciarrapico era, dal 1981, Guido Giannettini. Giornalista e agente dei nostri servizi segreti, molto vicino ad ambienti di destra.
Giannettini aveva fatto parte della rete di sostegno del Oas francese. Nel maggio 1965 era stato relatore del Convegno dell’Hotel Parco dei Principi di Roma dove venne elaborato il profilo teorico della strategia della tensione. Venne processato per la strage di Piazza Fontana, con assoluzione definitiva dopo una prima condanna.
Nel 1990 Giannettini passa alle dipendenze di Ciociaria Oggi, giornale di proprietà di Giuseppe Ciarrapico.
Nella tranquilla Cassino passa quindi uno dei misteri d’Italia. Documenti esplosivi sono passati nella tipografia di Villa Santa Lucia per poi sparire? A Cassino è stata scritto qualche piano della strategia della tensione? Forse. L’Italia rimane il paese dalle tante domande e dalle poche risposte. Risposte che forse non arriveranno mai ma è doveroso continuare a fare domande.
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