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Inchiesta

La scomparsa di Erika Ansermin

Il giorno di Pasqua del 2003 Erika Ansermin esce da casa dei genitori ad Aosta. Deve raggiungere Courmayer per pranzare con il fidanzato Christian Valentini e la futura suocera.
Non arriverà mai a Courmayer.
La sua Fiat Panda viene trovata parcheggiata a pochi metri dal centro abitato di Avise e a poca distanza da un ponte sul fiume Dora Baltea. Avise si trova a poca distanza dalla strada statale che da Aosta porta a Courmayer.

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credit foto www.chilhavisto.it

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Qual è il nostro vero io? La persona che vediamo riflessa nello specchio o l’immagine che hanno di noi le persone?

Abbiamo più paura di deludere noi stessi o di deludere le persone care?

Domande da testi di filosofia o da divano dello psicoanalista.

Domande che trovano posto anche nella cronaca nera.

Ad esempio quando scompare una brillante donna di 27 anni.

Il giorno di Pasqua del 2003 Erika Ansermin esce da casa dei genitori ad Aosta. Deve raggiungere Courmayer per pranzare con il fidanzato Christian Valentini e la futura suocera.

Non arriverà mai a Courmayer.

La sua Fiat Panda viene trovata parcheggiata a pochi metri dal centro abitato di Avise e a poca distanza da un ponte sul fiume Dora Baltea. Avise si trova a poca distanza dalla strada statale che da Aosta porta a Courmayer.

La vettura era chiusa. Sul sedile anteriore del passeggero la giacca e la borsetta. Che conteneva il cellulare spento, i documenti e il bancomat.

Stranamente la Panda aveva la parte anteriore rivolta verso il ponte e non verso il centro abitato di Avise come era naturale provenendo dalla statale.

Dopo l’allarme lanciato dal fidanzato partono le ricerche. Partono le indagini.

Prima ipotesi suicidio. La ragazza si è lanciata dal ponte.

Il corpo però non si trova dopo accurate ricerche. Inoltre Erika non aveva motivazioni per suicidarsi a detta della famiglia.

Ma chi era Erika Ansermin?

Nata in Corea del Sud nel 1976, viene adottata da papà Piero e mamma Carla che in quel periodo vivono ad Hong Kong insieme all’altra figlia adottiva Elisa.

Successivamente la famiglia Ansermin ritorna ad Aosta.

Una famiglia serena. Erika studia presso il Liceo linguistico di Courmayer.

Diploma nel 1995 e poi iscrizione alla facoltà di Giurisprudenza.

La sua strada però non sarà quella di Cicerone. Erika Ansermin si laurea in lingue presso l’università di Chambry in Francia.

Poi esperienze di studio in Germania e Inghilterra.

Nel febbraio 2003 trova lavoro presso l’agenzia di moda International Fashion a Milano.

Nella città meneghina vive con il fidanzato in un appartamento in via delle Orchidee 14.

Christian Valentini è un praticante presso un studio legale milanese. Anche lui valdostano.

Coppia affiatata. Il 25 aprile era anche previsto un trasloco. Ad aspettare Erika e Christian un nuovo appartamento nel centro di Milano.

Tutto perfetto allora. Non proprio. Negli ultimi tempi Erika ha qualche preoccupazione.

Si sottopone ad un esame medico per accertare se era affetta da HIV.

L’esame darà esito negativo ma Erika non leggerà mai il referto.

Perché Erika aveva una simile preoccupazione? Temeva di esser stata infettata dal fidanzato? O la possibile minaccia veniva dal passato?

Comunque il giorno di Pasqua del 2003 Erika Ansermin appare serena. Sia quando riceve a casa un amico di famiglia sia quando riconsegna al Blockbuster di Aosta il dvd del film «Bloody Sunday» noleggiato il giorno prima. Poi parte verso Courmayer,

Eppure qualcosa di strano c’è. Erika lascia a casa le chiavi di casa dei genitori e il prezioso orologio che portava sempre con se.

Tante le ipotesi negli anni. Omicidio. Suicidio. Scomparsa volontaria. Vittima di Danilo Restivo che aveva già ucciso Elisa Claps in Italia e Heather Barnett in Inghilterra. Sospettato anche di aver ucciso nel 2002 in Inghilterra la studentessa sudcoreana Jong-Ok Shin che per strana coincidenza era nata lo stesso anno di Erika.

Sospetti anche sul fidanzato Christian Valentini. Che muore di tumore nel 2007.

Tante piste ma nessun indizio.

Forse la scomparsa di Erika è legata al test per l’HIV. Forse lascia le chiavi e l’orologio a casa per mandare un duplice messaggio. Un modo per dire che rimarrà sempre con le persone care e che allo stesso tempo non si sentiva «degna» di rimanere con loro. Forse è un messaggio anche la scelta del film.

Decide di cambiare vita magari partendo dalla stazione ferroviaria di Avise? Viene uccisa perché dietro quel test per l’HIV c’era un segreto da difendere ad ogni costo? Si toglie la vita non buttandosi dal ponte ma sulle montagne che sovrastano Avise?

La risposta può ancora essere trovata. Una cosa la sappiamo già però.

Che può succedere di sentirsi soli anche quando si è circondati dall’amore.

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