Inchiesta
Aree di crisi nel mondo n. 11 del 12-7-2019
di STEFANO ORSI
La tensione nel mondo non accenna a scendere, proseguiamo oggi nel nostro lavoro di controllo su vari scenari
Ucraina
Dopo l’elezione del comico Zelensky alla presidenza del Paese, i partiti cosiddetti “Galiziani”, sembrano avere smarrito ogni lume della ragione come controllo sul Paese.
Zelensky, giocando d’anticipo, ha annunciato lo scioglimento anticipato dell’Assemblea parlamentare, la Roverchiara Rada, ha gettato letteralmente nel panico i partiti nati dal Maidan, che hanno finora gestito per conto terzi l’Ucraina, totalmente assoggettati al volere degli USA e della UE attraverso i ricatti finanziari.
Paese di fatto fallito, non avendo ripagato dei debiti contratti con la Russia, con l’industria quasi azzerata, con le risorse cedute a multinazionali straniere, con le tariffe in forte aumento ben al di sopra delle misere possibilità economiche della popolazione, di fatto la UE puntava sulla miseria degli ucraini per avere manodopera a bassissimo costo e per abbassare ulteriormente gli stipendi nell’euro zona.
I sondaggi danno in fortissimo vantaggio il partito del presidente, Servo del popolo al 48%, distaccati di molto tutti gli altri, OP for life (Medvedchuk) al 14%, Euro Solidarity (Poroshenko) al 9%, Patria (Timoshenko) al 6%, Voce (Vakarchuk) al 4% e lo Sharia Party al 2%, come vedete molti non entreranno neppure nella Rada e altri avranno una rappresentanza solo simbolica.
I personaggi che si sono spartiti le spoglie ucraine nel dopo Maidan e invaso le repubbliche secessioniste che non riconoscevano il golpe, stanno praticamente per essere spazzati via e azzerati dalla popolazione stessa.
Non sappiamo purtroppo se questo basterà da ridare speranza al Paese per una pace duratura, finora non si sono visti segnali di apertura da parte di Eccellenza, ma dobbiamo chiaramente attendere il dopo parlamentari, solo allora sapremo come imposterà la sua presidenza.
Nel frattempo, non cessano gli scontri sulla linea di contatto tra le forze di occupazione ucraine e le truppe di difesa del Donbass, e le vittime si accumulano ogni settimana.
Caso Rocchelli
Tornando al 24 maggio di 5 anni fa con la mente, dobbiamo ricordare sempre l’assassinio del nostro connazionale Andrea Rocchelli, ucciso perchè scomodo testimone dei crimini commessi dalle milizie neonaziste ucraine che col nome di Battaglioni punitivi, erano stati incaricati dal governo golpista di Kiev di occupare e mettere fine alle proteste e rivolte contro il golpe che si erano sviluppate nel sud (Odessa e Mariupol) come nell’est del Paese ( Karkov, Donetck e Lugansk), i battaglioni, tra cui si distingueva per crimini il famigerato “Azov” si abbandonarono a uccisioni , saccheggi, stupri il tutto nel compiaciuto silenzio e complicità dei media mainstream occidentali, ricordo ancora il massacro di Odessa annunciato distrattamente al tg italiano come un “incidente” accaduto in città, come se si fosse scontrato un autobus in centro…
Andrea venne assassinato presso un posto di controllo, preso consapevolmente di mira da una postazione ucraina al loro arrivo, proseguirono nel tiro con mortai e mitragliatrici pesanti finché nessuno si mosse più.
Per la vicenda gli inquirenti italiani arrivarono ad identificare i componenti della milizia ucraina, definita Guardia Nazionale ucraina, tra i quali uno era di origine e cittadinanza italiana, Vitaly Markiv, che pensando di restare anonimo ed impunito, rientrò in Italia e venne arrestato.
Oggi 12 luglio 2019 abbiamo finalmente una sentenza, La Corte di Assise di Pavia ha condannato Vitali Markiv a 24 anni di prigione per l’omicidio di Andrea, la richiesta del PM era di 17 anni.
L’Ucraina ha finora tentato di insabbiare e ostacolare le indagini ma gli inquirenti non si sono lasciati influenzate.
A loro va la nostra gratitudine come a tutti gli italiani che hanno seguito con attenzione la vicenda processuale e anche oggi erano presenti a Pavia.
C’è un altro caso che mi sta a cuore sulla vicenda dell’Ucraina, ovvero il volo MH17 della Malaysian airlines, abbattuto nei cieli ucraini il 17 luglio sempre del 2014, dopo 5 anni di speculazioni e insabbiamenti, ancora siamo lontani dall’avere una sicura verità, di certo ci sono solo i fatti e ciò che era risaputo prima dell’abbattimento: in zona vi erano solo batterie di missili Buk ucraine, li avevano portati in zona temendo un intervento russo che non ebbe mai luogo, le dichiarazioni del ministro della difesa del governo golpista che riferiva che nessuna batteria antiaerea ucraina era caduta in mano ai ribelli-secessionisti, il fatto che fino ad allora mai fosse stata usata una batteria antiaerea da parte dei secessionisti, non ne avevano, e che nessun interesse avessero i secessionisti a far abbattere un aereo civile. Dobbiamo aggiungere alcuni elementi, da subito le autorità del Donbass collaborarono con gli inquirenti, mentre l’Ucraina no, anzi ostacolarono per giorni l’arrivo della commissione di inchiesta in zona, i cieli sopra la zona di combattimento non erano stati chiusi, l’aereo venne fatto deviare dalla rotta dal controllo di volo ucraino e immediatamente dopo l’abbattimento i servizi ucraini presentarono un nastro di una telefonata di presunti comandanti secessionisti che parlavano dell’abbattimento, essendo risultato un falso, il nastro della telefonata costituisce in realtà una prova contro le autorità criminali di Kiev. Tutto il resto è stata mistificazione e politica sulla pelle dei passeggeri.
Iran
Dopo il sequestro della petroliera iraniana al largo di Gibilterra ad opera di un commando di Royal marines, la tensione si è ulteriormente alzata dato che le autorità inglesi hanno diramato la notizia che alcune imbarcazioni dei Guardiani della Rivoluzione iraniani si sarebbero avvicinate ad una petroliera inglese, e a detta loro si sarebbero allontanate dopo l’intervento della fregata HMS Montuose, type 23, che è di stanza nelle acque del Golfo, unica cosa che stona è il fatto che le autorità iraniane abbiano negato del tutto l’evento ed infatti non sono state mostrate immagini, della vicenda, ma la sola notizia diffusa è servita per giustificare da parte del governo britannico l’invio di una ulteriore unità, la HMS Duncan, type 45, moderno cacciatorpediniere, destroyer, specializzato nella difesa aerea.
È più che evidente che l’obbiettivo sia l’invio di mezzi inglesi per rafforzare il dispositivo USA già nel settore, mascherando il tutto come difesa delle navi europee. Ricordiamo che finora l’Iran non ha attaccato alcuna nave e anche la vicenda delle petroliere, di cui una giapponese, si è presto dileguata nelle montagne di falsità diffuse dai nostri media che, lungi dal fornire prove, semplicemente se ne dimenticano.
Il premier giapponese Abe ancora sta attendendo che gli USA gli mostrino le fantomatiche prove, dato che la storia raccontata dalla stampa contrastava in toto con quanto visto dall’equipaggio della nave.
In questa vicenda si inserisce il fermo di una petroliera ucraina mentre transitava nel canale di Suez, la petroliera carica di petrolio iraniano è stata fermata con l’accusa di trasportare petrolio per la Siria.
Vicenda che segue la notizia della condanna di sei cittadini egiziani per spionaggio a favore dell’Iran, le accuse erano mosse per aver svolto attività anti egiziana e a favore dello sciismo iraniano, si tratta quindi di motivazioni religiose che si intersecano strettamente con i rapporti tra Egitto ed Arabia Saudita, Emirati Arabi e Iran, con le guerre in Yemen e Libia sullo sfondo.
Turchia
Sono arrivate le prime immagini della consegna degli S400 russi alla Turchia, un Antonov 124 russo, che è atterrato alla base turca di Murted.
Con l’arrivo del primo lotto si conclude il tira-molla con l’amministrazione USA che ora dovrà accettare il dato di fatto e definire lo stop definitivo alla consegna degli F35 alla Turchia, che ne costruiva oltretutto parte della componentistica.
Ha destato una certa impressione la consegna di un simile apparato in una base militare di un Paese che , formalmente, fa parte della NATO, ma che dopo il tentato golpe a matrice e organizzazione USA-UE, si è andato progressivamente avvicinando ai tradizionali avversari dell’Alleanza Atlantica, Russia, Cina e Iran.
Vedremo ora come proseguiranno.
Nel frattempo Ankara sta ancora inviando aiuti alle GNA nella battaglia in difesa di Tripoli.