Inchiesta
Aree di crisi nel mondo n. 9 del 28-6-2019
di STEFANO ORSI
Innanzitutto vi propongo il video commento ai fatti salienti registrato questa settimana da me e da Sascha di Saker Italia, buona visione.
https://www.youtube.com/watch?v=_wz_lDfIorA
Iran
Facciamo il punto dopo l’abbattimento del drone.
Le notizie diffuse in seguito all’abbattimento del Drone USA Global Hawk, ci raccontano dei retroscena anche divertenti.
Innanzitutto il siparietto della immediata reazione USA al”attacco” subito, con la flotta schierata e il Presidente che all’ultimo si preoccupa di qualche vittima civile e annulla il tutto… come se di tutti gli altri morti causati nel mondo invece si fossero preoccupati vero?
Chiaro su questo punto, che gli USA siano stati combattuti se rispondere o meno a questo attacco e la linea prudente abbia prevalso, Trump non pare un guerrafondaio, al contrario di tutto lo stato maggiore del suo staff e del Deep State americano.
Chiaramente sono state le stime sulle possibili perdite USA a frenare il presidente dal rispondere, le difese aeree iraniane avevano appena dimostrato la loro efficacia anche di fronte ad un nemico preparato con contromisure di assoluta modernità, e qui arriviamo al secondo punto.
L’Iran cala la scopa e spazza la mano di carte, il comandante delle forze aerospaziali delle Guardie della Rivoluzione, il gen. Amirali Hajizadeh , ha svelato come loro stessero monitorando anche un secondo aereo che seguiva da vicino, affiancato, il Global Hawk, un aereo con a bordo almeno 35 persone tra tecnici ed equipaggio, un P8 aereo spia USA usato su molti fronti tra cui la Siria.
Le difese iraniane hanno deliberatamente evitato di colpire l’aereo con i passeggeri volendo infatti lanciare un messaggio chiaro di fermezza, preparazione, decisione, ma al tempo stesso non ostile.
Terso fattore emerso.
La disinformazione si mise immediatamente all’opera, il giorno dopo l’abbattimento tutte le servili testate di stampa italiana e i proni telegiornali diffusero, senza conferme, la notizia che un violento attacco informatico avesse colpito le difese aeree iraniane, notizia mai confermata da fonti terze, ma diffusa ad hoc da fonti americane o accoliti, attacco che era non solo improbabile ma anche inutile e controproducente. Il tutto, alla fine, si profila come una solita boutade in salsa NATO, da dare in pasto ai quotidiani per alleviare il sentore di “tigre di carta” che sta attanagliando gli USA dopo le sconfitte in Medio Oriente.
Un altro calcio sui denti all’immagine di credibilità made in USA è stata la notizia del recupero dei resti del drone in acque internazionali che era in corso a sentire loro, poco dopo l’abbattimento.
Peccato che il giorno successivo siano stati invece gli Iraniani a mostrarne i resti recuperati numerosi dalle acque.
Davvero brutte figure inanellate in fila.
Naturalmente, dopo gli annunciati attacchi informatici, nessuno ne ha più parlato, perchè non avrebbero avuto nulla da dire, almeno di vero.
Venezuela
L’infinita saga di Guaidò e la camera dei segreti si arricchisce ancora.
E l’Italia ne entra a far parte, infatti il sottosegretario agli esteri, tale Ricardo Merlo, italiano residente ed eletto all’estero, avrebbe fatto inserire il nome di Juan Planchart, agli arresti per corruzione e sottrazione di fondi in Venezuela, scandalo legato alla Petroleos de Venezuela e agli aiuti Petro-Caribe, nell’elenco di fantomatici prigionieri politici consegnata dalla commissaria per i diritti umani, Michelle Bachelet al governo Venezuelano, se tutti i nomi contenuti indicati come prigionieri politici, sono davvero con il profilo di Planchart siamo messi davvero bene, considerare persone corrotte e spregiudicate come prigionieri politici è il colmo.
La posizione espressa dal governo per bocca del sottosegretario è anche più preoccupante, auspicando infatti nuove e credibili elezioni presidenziali, che si sono tenute giusto un anno fa, davvero ridicoli.
Parlando di Diritti Umani, torna a farsi sentire il criminale Elliot Abram, che venne graziato da un presidente USA quando stava per essere condannato per crimini contro l’Umanità, ed oggi è incaricato USA per il Venezuela, persona di cui fidarsi, se serve ammazzare molta popolazione, è l’uomo giusto.
E un uomo della sua levatura si circonda sempre di suoi simili, infatti ha incontrato esponenti dell’opposizione vicini a Lopez e Guaidò, giusto per rassicurarli che il loro impegno verrà premiato e gli USA sono sempre concentrati su questo fronte.
Un organizzatore di golpe un po’ arrugginito però.
Il Governo venezuelano ha infatti rivelato di aver fermato un tentativo di Golpe in via di preparazione e aver arrestato tutti i partecipanti ed organizzatori.
Nella conferenza stampa è stato interessante un dato, organizzato da militari in servizio ed in pensione, pochi a dire il vero, erano monitorati grazie a militari fedeli alla Costituzione ed al popolo venezuelano che si sono prestati a fare da infiltrati per i servizi segreti militari che al momento giusto hanno fatto piazza pulita.
Elliott Abrams è davvero arrugginito.
Il premio di comicità involontaria lo assegniamo però all’ammiraglio USA Craig Faller che ha inviato via social questa missiva, indirizzata, ipoteticamente, ai militari venezuelani:
“Scrivo questa lettera ai militari venezuelani mentre celebri una vittoria decisiva come falsari della libertà e la via dell’indipendenza iniziata a Carabobo 198 anni fa.
Il tuo esercito ha svolto un ruolo essenziale nella ricca storia del Venezuela e ha un ruolo essenziale nel futuro del Venezuela e restituendo speranza e conforto al tuo popolo. Il tuo paese e i tuoi cittadini hanno bisogno delle tue capacità future per affrontare e sconfiggere le sfide che deve affrontare; in quel futuro il ruolo dell’esercito è cruciale per la stabilità, la legge e l’ordine e il progresso.
So che attualmente molte divisioni ci dividono, ma abbiamo qualcosa in comune che trascende il linguaggio, l’ideologia e l’origine. Siamo membri di una professione specializzata, incrollabili difensori delle nostre nazioni e protettori del nostro popolo.
Spero che arrivi presto il giorno in cui possiamo darti il benvenuto nella fratellanza professionale dei nostri emisferi. Attendiamo con impazienza il ritorno del Venezuela alla famiglia delle democrazie in questo emisfero, quando potremo ancora una volta collaborare con la vostra istituzione sulle sfide emisferiche che affrontiamo insieme.”
Questi ancora sperano in una sollevazione dell’esercito popolare e bolivariano, per gettare un Paese pacifico nella guerra civile, e perseguono questo loro piano con ogni mezzo lecito, pochi, e non lecito, moltissimi.
Tentano di affamare un popolo e poi fingono di preoccuparsi della loro sorte, lascio a voi ogni giudizio su persone siffatte.
Russia e resto del mondo: G20
Domani, venerdì 28 giugno, avrà luogo il G20 presso Osaka, il Presidente Vladimir Vladimirovic Putin avrà modo, ormai pare ufficiale, di parlare con il presidente USA Trump, e anche molti altri capi di stato nuovi, vecchi e decaduti come la May.
Immaginiamo che il Presidente americano possa portare con se le prove richieste a gran voce dal Giappone, e mai presentate, a carico dell’Iran per l’attacco alla petroliera nipponica Kokuka Courageous, centrata da due missili in volo per l’equipaggio, mentre per i ciarlatani dell’amministrazione USA da due siluri saltellanti o da due mine volanti…
I giapponesi in genere sono persone ospitali ed educate, per come me li hanno sempre raccontati, ma non credo che amino che li si prenda per il … in giro.
Ucraina
Le grandi manovre propagandistiche del regime neonazista e golpista ucraino vacillano, in diversi comuni eliminano le intitolazioni ai criminali nazisti della seconda guerra mondiale, come il famigerato Stephan Bandera, e li ripristinano con gli originali intestatari, come nel caso del Maresciallo Zhukov, del generale Vatutin o dei boulevard Moskovsky.
È incoraggiante anche leggere che il ricorso dei neonazisti nazionalisti ucraini sia stato respinto da un tribunale di Kiev, la cosa fa ben sperare.
Cuba
L’arrivo nelle acque de L’Avana della Admiral Gorshkov, fregata lanciamissili, con altre due unità al seguito, crea non poca preoccupazione agli USA.
Se ricordate la crisi dei missili a Cuba dell’ottobre del 1962, capirete come mai sia molto preoccupante la presenza di queste unità nel porto de L’Avana.
I missili ipersonici a bordo della unità navale russa possono raggiungere in meno di 7 minuti i loro obbiettivi negli States, pertanto è bene che moderino i loro toni e atti criminali almeno fintanto che resta in queste acque.
È possibile comunque che la presenza militare russa sull’Isola assuma un carattere permanente, visto che gli Usa si sono ritirati unilateralmente da molti trattati con la Russia, forse non tutto ciò che fanno o commettono è ben ponderato.
https://it.wikipedia.org/wiki/Classe_Admiral_Gorshkov
Visto su un’ottica di maggiore respiro, è possibile, e probabile, che Cuba assuma un ruolo di primaria importanza per gli interessi russi nel centro America, guardando al Venezuela ma non solo.