Inchiesta
Appello dei giuristi contro l’isolamento di Abdullah Öcalan
Rete Kurdistan Italia
Ocalan ha ricevuto l’ultima visita dei suoi difensori quasi otto anni fa, con privazione del diritto alla difesa, e – dall’interruzione dei colloqui tra il PKK ed il governo turco – si trova in condizione di isolamento totale. Dopo l’ultima visita di familiari avvenuta nel settembre del 2016, per la prima volta il 12 gennaio di quest’anno ha avuto un colloquio di un quarto d’ora con il fratello, nonostante il fatto che per la legislazione turca il detenuto ha diritto di ricevere regolarmente visite dei suoi familiari.
Secondo la legislazione vigente Ocalan ha diritto di fare telefonate ai suoi familiari, e di inviare e ricevere lettere e telefax, di incontrare gli altri detenuti presenti sull’isola. Questi diritti non possono essere sospesi. Né può essere negato o limitato il diritto di guardare la televisione, ascoltare la radio, ricevere giornali, riviste e i libri che desidera, e di essere visitato da medici di fiducia.
Dal 7 novembre 2018 la deputata al parlamento turco Leyla Güven è in sciopero della fame e chiede che cessino le condizioni di isolamento cui Ocalan è costretto, in modo che egli –leader riconosciuto del suo popolo – possa contribuire, quale attore indispensabile, ad una soluzione politica della questione kurda, necessaria per una prospettiva di pace e di democrazia nell’intera area del Medio Oriente. Allo sciopero della fame finora si sono unite migliaia di persone dentro e fuori dalle carceri turche, in Kurdistan, in Turchia, in Iraq e in diversi Paesi europei tra i quali l’Italia. Quindici detenuti nelle carceri turche hanno dato inizio allo sciopero della fame nella forma più estrema. Dal 20 marzo, in occasione della festività del Newroz (capodanno curdo), il giovane rifugiato politico curdo Erol Aydemir è entrato in sciopero della fame.
Finora nessun governo e nessuna istituzione europea sono intervenuti in modo diretto ed efficace per far cessare la situazione denunziata dagli scioperanti.
Noi, giuristi e persone che operano per la tutela dei diritti umani chiediamo ai governi nazionali, agli organismi dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa, ed in particolare al Comitato per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Inumani del Consiglio d’Europa, che ha la possibilità di accedere sull’isola-carcere di Imrali, di intervenire subito e con decisone nei confronti della Repubblica della Turchia affinché riprendano subito i colloqui del detenuto con i suoi difensori e familiari e cessi lo stato di isolamento al quale, senza alcuna giustificazione ed illegittimamente, è sottoposto Abdullah Ocalan.
Mauro Volpi, Professore di Diritto Costituzionale Università di Perugia
Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale
Domenico Gallo, Presidente di Sezione Corte di Cassazione
Luigi Saraceni, difensore di Ocalan in Italia, già magistrato e parlamentare
Leonardo Arnau, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Padova
Mario Antonio Angelelli, presidente di Progetto Diritti onlus
Arturo Salerni, presidente del Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos
Roberto Lamacchia, presidente Giuristi Democratici
Lorenzo Trucco, presidente dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione
Emilio Robotti, avvocato – Genova
Gianluca Vitale, avvocato – Torino
Gaetano Pasqualino, avvocato – Palermo
Franco Russo – Forum Diritti Lavoro
Luca Santini, avvocato – Roma
Cesare Antetomaso, Coordinatore Giuristi Democratici di Roma
Maria Rosaria Damizia, avvocata – Roma
Vincenzo Vita, Presidente dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Claudio Giangiacomo, avvocato – Roma
Alfonso Gianni, già Sottosegretario allo Sviluppo Economico
Alfiero Grandi, già Sottosegretario all’Economia
Susanna Marietti – Coordinatrice nazionale di Antigone
Elena Fiorini, avvocato Genova
Giovanni Russo Spena, già parlamentare
Fanio Giannetto, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Roma
Giampiero Filotico, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Roma
Nino Caccioppo, avvocato – Palermo
Francesco Paolo De Arcangelis, associazione Articolo 24