Cronaca
Il colonnello Fabio Cagnazzo, l’imbarazzo dei “tribunali mediatici” e il “caldo” autunno del 2019
In attesa delle sentenze dei tribunali, le uniche che contano, non possiamo non riflettere sul ruolo della cronaca nera e giudiziaria. Ruolo molto delicato vista la diffusione capillare del web e dei social.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Nei giorni scorsi è stato arrestato il colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo. Nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo. Sindaco di Pollica.
Avevamo già scritto su questa vicenda https://ilsud-est.it/attualita/2022/08/01/omicidio-vassallo-e-il-col-cagnazzo-la-costituzione-sia-garanzia-per-tutti/
Arresto che ha sconcertato i tanti che conoscono il colonnello Cagnazzo. Figlio e fratello di carabinieri.
Investigatore di grandissime capacità. Che ha arrestato oltre un centinaio di latitanti di camorra. Un simbolo di legalità in una terra assetata di legalità.
Dal 2017 al 2020 ha legato il suo nome all’indagine sull’omicidio di Serena Mollicone.
Nella sua carriera aveva già avuto qualche problema e qualche accusa. Uscendone sempre pulito.
Ora si tratta di accuse gravissime. Come dobbiamo comportarci davanti ad una simile vicenda?
In realtà la risposta è semplice. Per quanto riguarda l’Arma niente può sporcarne l’immagine. Perché l’Arma dei Carabinieri non è solo un corpo di polizia. È leggenda. Leggenda alimentata dal secolare e quotidiano sacrificio delle donne e uomini con gli alamari cuciti sulla pelle. Per molti di noi l’Arma è una comunità con forti valori e legami. Comunità in cui la famiglia Cagnazzo ha sempre avuto un posto di rilievo.
Per quanto riguarda il colonnello Fabio Cagnazzo la cosa è ancora più semplice. Non è colpevole. Lo dice l’art 27 della Costituzione.
Cagnazzo deve essere considerato innocente. Sarà colpevole solo con una sentenza definitiva.
La questione è semplice ma l’imbarazzo di alcuni “tribunali mediatici” è palese. Perché concedere la presunzione di non colpevolezza a Fabio Cagnazzo significa sconfessare lo stile di narrazione usato per anni e basato sulla presunzione di colpevolezza. Unito al timore di sconfessare le indagini degli inquirenti. Il rispetto della presunzione di non colpevolezza, però, non è una critica alle indagini ma un basilare presidio di democrazia.
Saranno i giudici a decidere se le azioni del colonnello Cagnazzo sono stati atti investigativi fatti non rispettando le procedure e con una certa esuberanza investigativa ma in assoluta buona fede o sono invece configurabili come complicità in omicidio. Lasciamo ai giudici questo gravoso compito.
Tanto più che l’impianto accusatorio contro il colonnello Cagnazzo sembra, dalla lettura del materiale disponibile, presentare molte lacune. Non dimentichiamo anche che Fabio Cagnazzo ha una figlia che deve affrontare una così dura prova e che non merita di assistere a sommari processi mediatici.
Noi possiamo fare solo una notazione.
Sono “Le Iene” nell’ottobre 2019 a puntare nuovamente l’attenzione sull’omicidio Vassallo e sul possibile ruolo del colonnello Cagnazzo https://www.iene.mediaset.it/2019/news/omicidio-vassallo-ruolo-carabinieri_543871.shtml. Nel novembre 2019 sempre le Iene diffondono una lettera anonima che fornisce nuovi elementi sul presunto ruolo di Cagnazzo https://www.iene.mediaset.it/2019/news/omicidio-vassallo-lettera-anonima_599917.shtml. Lettera anonima ma probabilmente scritta da un carabiniere e con allegati documenti interni.
Nel luglio 2019 si chiude l’inchiesta per l’omicidio di Serena Mollicone e la Procura di Cassino chiede il rinvio a giudizio per i cinque imputati tra cui due carabinieri e un ex carabiniere.
La prima udienza davanti al GUP è fissata per il 13 novembre 2019.
I mezzi di informazione di massa danno molto spazio al ruolo avuto nell’indagine dal colonnello Cagnazzo.
Il 1° novembre 2019 accade un qualcosa di strano. Sull’autostrada A1 poco dopo il casello di Cassino viene lasciata una minaccia di morte per uno dei carabinieri che faceva parte della squadra che indagava sull’omicidio di Serena Mollicone https://www.frosinonetoday.it/cronaca/omicidio-mollicone-minacce-carabiniere-risolto-caso.html. Squadra guidata da Cagnazzo.
Poi arriva la famosa lettera anonima alle “Iene”.
Uno sgambetto per fermare Cagnazzo che aveva guadagnato visibilità e apprezzamento con il caso Mollicone? Quasi sicuramente sono solo coincidenze e suggestioni ma saranno sempre i giudici a rispondere. Resta, però, la domanda, perché l’anonima arriva proprio nell’autunno 2019?
In attesa delle sentenze dei tribunali, le uniche che contano, non possiamo non riflettere sul ruolo della cronaca nera e giudiziaria. Ruolo molto delicato vista la diffusione capillare del web e dei social.
Ruolo che oggi più che mai non può prescindere dall’art 27 della nostra Costituzione.
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