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Cronaca

Omicidio nella persona di Graziella Franchini in arte Lolita

 Graziella cantava “ La mia vita non avrà un domani “. Che almeno la sua morte abbia giustizia.

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Credit foto https://www.lacnews24.it/cronaca/ammazzata-brutalmente-lamezia-terme-lolita-attende-giustizia_117425/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Il titolo ha lo scopo di trasmettere il senso di un articolo. Volutamente , quindi, abbiamo preso in prestito ( riferito al libro Omicidio nella persona di Pasolini Pier Paolo ) un titolo  “solenne”. Per dare solennità e importanza ad una tragica vicenda dimenticata troppo presto.

 Viene ricordato spesso l’anniversario della tragica morte di Tenco. La sua è una vicenda molto conosciuta.

Non è molto conosciuta la tragica vicenda di Graziella Franchini in arte Lolita. Anche lei cantante e anche la sua vita legata a Sanremo. Graziella ha la passione per la musica e la canzone già in tenera età. Nel 1965, a soli 15 anni, è già sotto contratto con una casa discografica e vince il Festival di Pesaro.

Successo che le apre la porta della televisione e della notorietà. Appare in molte trasmissioni televisive, il suo volto diventa noto anche grazie a Carosello. Nel 1967 vince il Festival di Zurigo con la canzone “ La mia vita non ha domani “. Più che una canzone è una profezia.

 Nel 1969 viene ammessa alla finale del Festival di Napoli . Sempre nel 1969 ottiene altri successi che le permettono di partecipare alla trasmissione Settevoci, condotta da Pippo Baudo. Gira con Renato Rascel uno scheck per Carosello.

 Il successo di Graziella continua. Nel 1973 arriva la grande, grandissima , occasione. Partecipa al Festival di Sanremo. Questa può essere la consacrazione definitiva. Graziella ha tutto per avere successo: è brava, bella, giovane. Ha tutto, tranne la fortuna.

La sua canzone viene bocciata dalla giuria. Esattamente come era successo sei anni prima a Tenco. Ed esattamente come era successo con Tenco, la bocciatura ha effetti devastanti sulla vita di Graziella. Sparisce il successo. La sua vita torna nell’anonimato.

Passa anni difficile Graziella ma ha forza. A metà anni 80 si trasferisce in Calabria, a Lamezia Terme. Dove va ad abitare nel residence La Marinella. Ricomincia a cantare, è l’anima musicale delle feste organizzate in varie località calabresi. Certo non sarà come vincere Sanremo ma torna ad essere apprezzata.

Graziella trova anche l’amore con il dottor Roperto, un medico ginecologo.  Verrebbe da dire che tutto si era messo per il meglio. Invece no. Il dottor Roperto non è libero, è fidanzato con Teresa. Una giovane studentessa. Che non prende bene la relazione del Roperto con Graziella.

Tanto che nel marzo 1986 Teresa e sua madre vanno a casa di Graziella. La aggrediscono.

 Arriviamo alla sera del 27 aprile 1986. Graziella ha uno spettacolo ma non si presenta. Strano. Lei è sempre puntuale. Il suo agente inizia a preoccuparsi. Il 28 si recano presso il residence dove vive. Bussano ma nessuno risponde.

Un amico di Graziella decide di entrare nell’appartamento passando per la finestra del balcone che era aperta. Nota che la porta è chiusa a chiave dall’interno. Nel bagno trova Graziella stesa sul pavimento. Seminuda. Presenta contusioni da corpo contundente e ferite da taglio su tutto il corpo. Accanto al cadavere un collo di bottiglia rotto. Non sono presenti ferite da difesa.

Telefono giallo 1989 ricostruzione dell’omicidio di Graziella franchini

 

Gli investigatori ipotizzano che ad uccidere Graziella, la mattina del 27 , siano state due persone entrate dalla finestra lasciata aperta. Il viso è stato massacrato ed è presente una grossa ferita in zona pubica.

 I sospetti vanno su Teresa e sua madre. Sul corpo delle due donne vengono trovate contusioni compatibili con l’epoca della morte di Graziella. Inoltre un testimone le vede nei pressi dell’abitazione di Graziella la mattina del 27. Le due donne vengono processate.

In dibattimento però il testimone ritratta parzialmente, inoltre non è possibile stabilire con precisione l’ora della morte. Vengono assolte. Il caso di Graziella Franchini è senza soluzione.

 La dinamica dell’omicidio è caratterizzata da grande violenza. Da odio. Probabilmente Graziella viene stordita. Altrimenti anche se aggredita da due persone si sarebbe difesa.

Oggi si potrebbe tentare la via del DNA, ammesso che i reperti siano ancora disponibili e ben tenuti.

Platone diceva che il poeta è creatura sacra. Anche il cantante è un poeta. Tutti abbiamo canzoni e cantanti preferiti. Tutti abbiamo una canzone che ha asciugato le nostre lacrime e scaldato il nostro cuore.

 Graziella cantava “ La mia vita non avrà un domani “. Che almeno la sua morte abbia giustizia.

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