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Cronaca

Rossella Casini, vittima del disonore mafioso

In realtà la vicenda di Rossella Casini è una storia di grande amore ma è anche una storia di miserabili assassini. Molto diversa dal capolavoro di Shakespeare.

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Credit foto www.firenze.repubblica.it

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Questa vicenda potrebbe portare alla mente Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Un grande amore finito in tragedia. A causa dell’odio.

 In realtà la vicenda di Rossella Casini è una storia di grande amore ma è anche una storia di miserabili assassini. Molto diversa dal capolavoro di Shakespeare.

Rossella Casini era una normale ragazza degli anni 70. Viveva a Firenze con sua madre e suo padre. Figlia unica. Studiava psicologia. Una bella, bellissima ragazza. Con tanti ideali e tanta voglia di scoprire il mondo e le persone. Rossella era una di quelle persone destinate a scrivere belle pagine nel libro della vita.

 Nel 1978 a Rossella succede una cosa bellissima. La più bella di tutte. Si innamora di Francesco Frisina. Un giovane calabrese venuto in Toscana per studiare Economia. Nasce un amore vero. Forte. Una cosa seria.

  Tanto seria che anche i rispettivi genitori si conoscono. Rossella Casini si reca spesso a Palmi città dove vive la famiglia di Francesco.

 Nel luglio 1979 la bella storia d’amore diventa un dramma. Viene ucciso a Palmi il padre di Francesco Frisina. Rossella scopre che la famiglia del suo fidanzato era coinvolta in una guerra di ‘ndrangheta. Tra la ‘ndrina Gallico e le ndrine Parrello-Condello.

La ragione consigliava di troncare quel fidanzamento pericoloso. Rossella, invece, sceglie la via del cuore. Lei ama Francesco e no, non lo avrebbe lasciato. Nel dicembre 1979 Francesco Frisina viene ferito in un agguato. Rossella corre in Calabria. Vuole anzi deve salvarlo. Riesce a farlo trasferire in un reparto di neurochirurgia a Firenze.

 Francesco si salva. Durante la convalescenza Rossella convince Francesco ad abbandonare la legge del disonore. Ad affidarsi alla legge dello Stato. Sia Francesco che Rossella rilasciano dichiarazioni davanti al sostituto procuratore della Repubblica di Firenze Fleury.

 Francesco parla al magistrato della serie di omicidi che avevano coinvolto anche la sua famiglia. Rossella era convinta di poter salvare il suo fidanzato. Invece come disse poi il pubblico ministero Giuseppe Bianco “ Rossella era finita in un groviglio di vipere e non fuggì perché innamorata”.

Gli atti vengono inviati per competenza territoriale da Firenze alla magistratura calabrese. Da tali atti scaturisce un processo. Prima dell’inizio del processo, però, succedono due cose.

 Francesco Frisina ritratta le sue dichiarazioni. Mentre Rossella scompare nel nulla.

 La ragazza faceva continuamente la spola tra Firenze e Palmi. Voleva salvare il suo amore. Come disse, diversi anni dopo, il pubblico ministero durante il processo per la morte di Rossella “ Non schiodava, non se ne andava, non mollava la presa, voleva salvargli l’anima dopo avergli salvato la vita”.

 Nel febbraio 1981, pochi giorni prima dell’inizio del processo legato agli atti provenienti da Firenze, Rossella si reca nuovamente a Palmi. Il 22 febbraio chiama il padre e lo avvisa che stava rientrando. Invece scompare nel nulla. Per molti anni di Rossella Casini non  si saprà più nulla. I genitori di Rossella si consumano nella ricerca della figlia.

Nel 1994 un pentito indica i due assassini di Rossella, che avrebbero agito su ordine della sorella di Francesco. Rossella, secondo il pentito, viene uccisa, fatta a pezzi e gettata in mare. Con queste dichiarazioni Rossella potrà avere giustizia. Invece no.

 Il processo per la morte di Rossella inizia nel 1997 e dura in primo grado 9 anni. Un processo tormentato. Disse il PM durante il dibattimento “ perché il processo italiano è il processo di Azzeccagarbugli… perché oramai nei processi italiani si parla solo di questioni formali, e non di questioni formali importanti. E certamente non del fatto… perché nel processo di Azzeccagarbugli non si può avere fiducia. Perché è fatto apposta per non fare giustizia”.

I tre imputati vengono assolti. Ora si potrebbe chiudere l’articolo con citazioni e frasi romantiche. No. Invece immaginiamo una ragazza innamorata che vuole salvare il suo uomo, immaginiamo il suo terrore nel vedere la morte, immaginiamo il suo dolore mentre viene uccisa. Immaginiamo tutto questo.

Davanti a ciò  rimane solo il fiato per una preghiera per Rossella e per una  maledizione contro degli assassini senza onore.

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